Un cambiamento di missione?

Di B. Frale

Durante il suo viaggio di reclutamento Hugues de Payns gua- dagnò al Tempio diversi cavalieri; la società occidentale rispose in maniera decisamente positiva al progetto propagandato da san Ber- nardo, come dimostrano le molte donazioni di potenti ma anche di singoli privati che nel giro di pochi decenni costellarono di istal- lazioni la regione francese ed altri paesi europei:79 l’epoca avver- tiva la necessità di una simile presenza, oltre che la bontà e il valore, come prova la fondazione successiva di altri ordini religio- so-militari.80 Il Tempio sarebbe divenuto un’enorme organizzazio- ne sovranazionale diffusa su gran parte dei paesi mediterranei ed oltre, contando possessi e fortezze che andavano dalla Scozia alla Sicilia e dal Portogallo fino alla regione armena.

In un primo momento i Templari rimasero soggetti all’obbe-
dienza verso il Patriarca di Gerusalemme, inquadrati nella Chiesa
latina d’Oriente alla quale appartenevano per nascita e impostazio- ne spirituale, ed anche in seguito mantennero l’organizzazione del-
le preghiere e delle liturgie prescritte nell’ordinario dei canonici del Santo Sepolcro;81 nel 1139, con un privilegio intitolato Omne
datum optimum, papa Innocenzo II fece al Tempio delle conces- sioni che aprirono la strada alla sua assoluta indipendenza dalla
gerarchia ecclesiastica rendendolo soggetto esclusivamente alla persona del pontefice romano.82
L’ordine possedeva una suddivisione gerarchica interna basata sulla distinzione fra cavalieri (milites), che avevano ricevuto l’in-
vestitura cavalleresca o appartenevano comunque a famiglie di ran-
go cavalleresco, e sergenti (servientes), che non potevano vantare questo titolo. I cavalieri del Tempio ebbero il privilegio d’indossare
vesti candide quale simbolo della castità e della purezza d’intenti che animava l’ordine, mentre ai sergenti vennero riservate vesti
brune; nel 1147 Eugenio III aggiunse all’abito templare una croce rossa da portare in permanenza sul mantello.83
Il Tempio, affiancato dal contingente degli Ospitalieri, costi- tuiva una parte fondamentale del presidio cristiano in Terrasanta:84
secondo un autorevole esperto di storia militare i Templari furono
il primo esempio di corpo organizzato secondo le modalità che saranno proprie degli eserciti d’età moderna.85 Alla pratica bellica
della cavalleria laica, basata soprattutto sul coraggio e sull’inizia- tiva personale che a volte provocavano disordine o addirittura de-
strutturazione nella truppa, il Tempio contrapponeva una disciplina ferrea e grandi capacità di coordinamento. I privilegi pontifici ri-
servati all’ordine ne esaltano l’eroismo e l’abnegazione nel versare
il proprio sangue per la causa cristiana;86 dalle espressioni feroci
che le fonti islamiche usano nei confronti dei Templari possiamo ben valutarne il potere d’impatto sulle truppe nemiche.87
Nel XIII secolo l’ordine si era diffuso ampiamente contando centinaia di fondazioni; la grande proliferazione delle case dell’or-
dine (mansiones, in francese maisons, cioè “magioni” oppure
“commende”) aveva reso necessaria la creazione di province sot- toposte ad un responsabile generale, chiamato Visitatore, diretta-
mente subordinato al Gran Maestro.88 Durante la fase di massimo

impegno in Oriente, che corrisponde a quasi tutto il corso del XII
secolo, le istallazioni occidentali funzionavano soprattutto da aziende per la produzione e la raccolta delle risorse che venivano convogliate in Terrasanta, dove erano impiegate nel finanziamento delle azioni militari.89
Per la grande fiducia della quale i Templari godevano nella società del tempo, grazie anche alle notevoli capacità di mediazio- ne maturate durante le campagne in Terrasanta, furono molto spes- so utilizzati dalle monarchie europee e dal papato per delicate mis- sioni diplomatiche. Oltre alle spiccate qualità militari l’ordine po- teva anche vantare grande prestigio in campo religioso e spirituale:
ai suoi membri veniva riconosciuta autorità indiscussa nell’identi- ficare le reliquie autentiche ed era un cavaliere del Tempio, affian- cato dal suo corrispondente dell’Ospedale, che aveva l’onore di vegliare e scortare in processione la preziosa teca-reliquiario con
il legno della Vera Croce custodita in Gerusalemme.90
Nel 1187 una terribile sconfitta inferta da Saladino ai cristiani presso Hattin arrestò l’espansione crociata in Siria-Palestina e det-
te inizio alla progressiva perdita dei territori.91 Nel XIII secolo la riconquista islamica in Terrasanta proseguì in maniera quasi inar- restabile; il Tempio e gli altri ordini militari furono oggetto di aspre polemiche perché la società del tempo finì per attribuire il falli- mento dell’esperienza crociata all’avidità e ai vizi che si credeva avessero infiacchito il contingente cristiano.92 Durante questa fase l’ordine mutò progressivamente il proprio ruolo specifico; accanto alla funzione di presidio armato fu introdotta quella di tesoreria dei sovrani cristiani93 e della Chiesa per la custodia e la gestione del denaro destinato alla crociata.
La sovrapposizione delle due funzioni, comunque legate da un medesimo obiettivo almeno a livello ideale, indusse l’ordine a svi- luppare specifiche abilità di tipo finanziario; i sovrani europei se ne servirono anche per motivi inerenti la politica interna dei propri regni: caso emblematico fu il quartier generale del Tempio di Pa- rigi, che divenne la Tesoreria di Francia.94

Crisi di un’epoca

Durante gli anni Sessanta del Duecento le riconquiste operate dal sultano Baibars ridussero il regno crociato in Siria-Palestina ad una sottile fascia litoranea con capitale San Giovanni d’Acri;95 quando nel 1291 anche questa città fu persa, ultimo baluardo della presenza cristiana in Terrasanta, il Tempio e gli altri ordini militari dovettero subire un pesantissimo contraccolpo morale oltre alle perdite umane e materiali: sebbene il Gran Maestro Guillaume de Beaujeu fosse morto eroicamente nel tentativo di difendere Acri, ed anche se i Templari furono gli ultimi ad abbandonare la città in fiamme,96 quest’ennesima sconfitta mise gli ordini in una posizione molto difficile dinanzi all’intero Occidente.
Templari ed Ospitalieri stabilirono il nuovo quartier generale d’Oriente a Cipro, isola dove la presenza templare esisteva già da lungo tempo e che per un breve periodo era stata governata diret- tamente dall’ordine.97 Il fallimento della politica crociata rischiava
di minare seriamente l’esistenza degli ordini militari: già nell’am- bito del Concilio di Lione, nel 1274, si era discussa la possibilità
di realizzare la fusione del Tempio e dell’Ospedale in un istituto
unico.98
La fine del Regno di Gerusalemme rinfocolò le polemiche e i progetti di riforma, cui i due Gran Maestri seppero comunque tener
testa: l’ultimo risaliva al 1305, quando Clemente V aveva inviato ad entrambi una consultazione perché si pronunciassero sull’alle-
stimento di una nuova crociata e sull’ipotesi dell’ordine unico.99 Il
Gran Maestro del Tempio Jacques de Molay si dichiarò contrario alla fusione; non si è conservato il corrispondente dossier di rispo-
sta scritto da Folques de Villaret, Gran Maestro dell’Ospedale, che probabilmente si espresse solo in merito alla crociata.100 Il progetto
trovava favorevole Clemente V, come del resto lo era stato anche
Niccolò IV, perché l’unificazione delle risorse militari e logistiche
avrebbe migliorato sensibilmente la resa operativa e dunque au- mentato le speranze di riconquistare Gerusalemme; tuttavia si trat-
tava di un calcolo teorico, destinato a scontrarsi con non poche difficoltà materiali.
Nel lungo memoriale scritto da Molay per giustificare i motivi
di un rifiuto che sicuramente deluse il pontefice sono contenute

informazioni interessanti le quali gettano luce anche sulle future
vicende del processo: il Gran Maestro sconsigliava vivamente la fusione perché il Tempio e l’Ospedale seguivano codici di norme
diversi e gli Ospitalieri, abituati a una disciplina molto più blanda, non si sarebbero adattati facilmente a quella rigidissima del Tem-
pio; vi erano poi due differenti gerarchie che si sarebbero dovute fondere in una sola, con la conseguente abdicazione dal comando
di molti dignitari, che certo avrebbero fatto di tutto per conservare
il proprio ruolo originando feroci lotte interne.
Il motivo più importante, comunque, Jacques de Molay lo
spiegava al papa solo in termini molto allusivi per rispetto alla dignità dell’uomo cui si riferiva: Filippo il Bello, da tempo strenuo
promotore del progetto di fusione, non aveva alcuna intenzione di impiegare energie nella riconquista della Terrasanta. Il suo impe-
gno doveva soprattutto servire due scopi: in primo luogo, la futura
spedizione in Oriente sarebbe stata una magnifica copertura per un piano di occupazione francese dell’Armenia, cui le truppe di ca-
valleria si sarebbero dedicate al loro sbarco, che aveva talmente preoccupato gli Armeni da indurli a denunciare il pericolo proprio
al Gran Maestro del Tempio;101 in secondo luogo, Filippo il Bello intendeva pilotare la fusione dei due maggiori ordini militari per
poi assicurarsene il controllo affidando il ruolo di capo ad un mem-
bro della sua famiglia.
Nel Concilio di Lione del 1274 i Templari avevano già mani- festato a Niccolò IV che cosa sarebbe successo se si fosse verifi-
cato un evento del genere: gli ordini avrebbero perduto la loro funzione finendo per diventare solo degli organi di politica e di-
plomazia al servizio degli interessi della corona; e comunque, ave-
va ribadito il Gran Maestro, in quanto figli fedeli della Chiesa di
Roma i Templari si sarebbero rimessi alla volontà ultima del
papa.102 Di lì a pochi anni l’ordine sarebbe stato incriminato dal re
di Francia e poi sospeso nel Concilio di Vienne del 1312 con un provvedimento d’autorità preso da Clemente V, in accordo con i
Padri conciliari, onde scongiurare un grave pericolo per la Chiesa. Gli epigoni della vicenda, tristemente noti, furono la morte sul
rogo di Jacques de Molay e del Precettore di Normandia giustiziati da Filippo il Bello il 18 marzo 1314 dopo averli sottratti all’autorità
degli ecclesiastici preposti al loro giudizio:103 ma già poco dopo

l’inizio del processo i contemporanei avevano ben chiaro che una
delle cause principali per lo scioglimento dell’ordine era stato il rifiuto netto da parte di Molay di compiere quella la fusione con
l’Ospedale tanto insistentemente pretesa dal re di Francia.104

Un cambiamento di missione?ultima modifica: 2011-10-22T11:05:00+02:00da giovannisantoro
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