L’ardito progetto della milizia religiosa

Di  B.Frale

 

Liniziativa di Hugues de Payns aveva essenzialmente caratte-

re penitenziale, costituiva l’espressione più compiuta degli ideali che avevano supportato la crociata e nasceva come scelta religiosa

di  carattere  privato  accolta  e  supportata  dall’istituto  canonicale;

ma grazie alle sue singolari caratteristiche, specialmente dopo aver assunto la missione bellica di difesa armata delle rotte frequentate

dai pellegrini, si prestava ad essere apprezzata anche in vista di

altre finalità.

Il re di Gerusalemme Baldovino II favori la confraternita sin dagli esordi e ne promosse tanto l’ampliamento quanto la trasformazione  verso  qualcosa  di più istituzionale: la creazione di una

milizia indipendente, ma posta sotto il controllo della Chiesa, ap-

pariva di grande utilità nel presidio dei territori cristiani e nello stesso tempo avrebbe potuto fornirgli un sostegnocontro le velleità

autonomistiche della nobiltà di Terrasanta.42

Il primo passo fu il trasferimento in una nuova sede più augu- sta e rappresentativa: Baldovino cedette al gruppo un’ala della sua antica reggia che sorgeva presso le rovine identificate con i resti del  Tempio  di  Salomone.  I  cavalieri  presero  ad  essere  chiamati Militia Salomonica Templi, e più tardi milites Templi o Templarii, accanto al nome che probabilmente si erano scelti in omaggio al voto di servire Dio con le armi nello spirito di povertà: pauperes commilitones Christi.43

Il progetto di promuovere la crescita del gruppo e di conferirgli un volto istituzionale maturò durante un viaggio intrapreso verso

il 1127 dal fondatore Hugues de Payns e dai suoi compagni più


 

 

autorevoli alla volta dell’Occidente, dove avrebbero bussato alla

porta di alcuni grandi signori feudali parlando anche a nome del re

di Gerusalemme e cercando di sensibilizzarli al problema di difen- dere  la  Terrasanta:  urgevano  milizie,  e  la  stessa  organizzazione

militare-religiosa di  Payns  aveva  conosciuto  in  quegli  anni  uno sviluppo modesto, che le fonti ci permettono di indicare al massi

mo in una trentina di cavalieri.44

Il  fondatore  e  i  compagni  viaggiarono  per  tutto  il  territorio

della Francia e raggiunsero anche l’Inghilterra, ma il loro scopo non era soltanto quello di reclutare quanti più cavalieri possibile

per rimpinguare le fila del gruppo e le milizie di Terrasanta: una vera promozione istituzionale della confraternita non poteva darsi

senza che l’iniziativa ottenesse un vasto consenso nella cristianità d’Occidente, ma soprattutto un riconoscimento effettivo nell’am-

bito della Chiesa.

Entrambi gli obiettivi apparivano ardui: infatti in quegli anni

il papato era afflitto da gravi problemi di stabilità istituzionale,45

inoltre molta parte degli ambienti ecclesiastici sentiva ancora lo stato laicale, in particolare la vita delle aristocrazie guerriere, come

un ostacolo alla salvezza eterna.

Lorientamento si era fortemente affermato durante l’XI seco-

lo grazie all’opera riformatrice di Pier Damiani che aveva condan-

nato in ogni caso il ricorso diretto e indiretto alla forza; il santo nei suoi  scritti  associava  costantemente  la  vita  laica  al  peccato  e  la

contornava di termini che rimandano alla sfera della corruzione.46

Sulla stessa linea si trovava Bernardo di Clairvaux, uno dei mag-

giori teologi e comunicatori del tempo; proprio a lui Hugues de

Payns si rivolse cercando conforto spirituale e sostegno ideologico

per la costituzione di quel che a molti, e inizialmente anche allo stesso abate, dovette sembrare un ibrido mostruoso: un ordine di

monaci votati alla guerra.47

Hugues de Payns si muoveva forse su istanza del re di Geru- salemme, che aveva scritto a san Bernardo pregandolo di elaborare

una regola adatta ai Templari,48  o forse per iniziativa sua, specie se fossero confermate alcune tracce storiche che sembrerebbero ac-

costare in un vincolo di parentela la famiglia di Payns e quella del santo.49   Oltre  ad  essere  una  della  maggiori  personalità  religiose

dell’epoca, l’abate cisterciense si trovava schierato in prima linea


 

 

nella  lotta  per  difendere  il  ruolo  pontificio  in  seno  alla  società

cristiana e conseguentemente contava ottimi appoggi presso la Cu- ria: perorata da Bernardo, la causa templare avrebbe avuto molte

più speranze di successo.

Inizialmente l’abate mostrò un atteggiamento indifferente; ma

in seguito, e per motivi che l’analisi storica non ha ancora comple- tamente chiarito, egli aderì al progetto in maniera entusiastica met

tendo a disposizione le sue risorse spirituali, intellettuali e politiche per promuoverne lo sviluppo. Pur continuando sempre a vedere

nel monachesimo la via preferenziale verso la salvezza, idea che

lo spinse a rammaricarsi con il conte Hugues di Champagne perché

si era unito ai Templari abbandonando l’idea d’entrare a Cîteaux,50

Bernardo appoggiò senza riserve il progetto di costituire una mili zia religiosa e cercò anche di guadagnarle l’avallo di alcune grandi

personalità religiose del suo tempo.51

L’ardito progetto della milizia religiosaultima modifica: 2011-10-19T19:00:00+02:00da giovannisantoro
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