Viaggio nella Tavola di Smeraldo- tra Protochimica e Filosofia Ermetica.Parte seconda

Riflessioni sull’Alchimia

di Elena Frasca Odorizzi

Assodato che Ermete Trismegisto, altri non era che un antichissimo Maestro Spirituale,  la storia del ritrovamento della Tabula si arricchì, secolo dopo secolo, di sempre nuovi elementi Biblici, provenienti dalla Genesi, l’unico e il solo testo di Cosmologia accettato dai popoli monoteisti, divenuti Padroni del Mondo antico. Ne derivò una Leggenda parallela, nella quale Ermete non era più l’Inventore dell’Alchimia, ma un “semplice” Divulgatore, perché il primato della scoperta era passato ad Adamo, il primo Essere Umano creato dal Dio degli Ebrei, dei Cristiani e dei Musulmani, progenitore della razza umana, che una volta scacciato dal Paradiso e rifugiatosi  nella valle di Hebron (1), aveva scoperto tutte le Arti, grazie alla scienza concessagli dal suo Padre Celeste (2). I successori di Adamo, Enoch in primis, (che come abbiamo visto era uno degli Ermete esistiti), prevedendo il Diluvio, salvarono queste conoscenze dall’oblio, scrivendole sopra delle Tavole, che per alcuni autori erano in numero di Sette come le Arti Liberali (3), mentre per altri solo Due. Noè riuscì a trovarne e salvarne Una, o forse di più (4), ma in ogni caso, l’Ermete “postdiluviano (5)”, giunto, (non si sa come, da dove, e perché), nella valle di Hebron (6), le trovò tutte (?) e da esse derivò tutta la sua sapienza (7), che trasmise all’Umanità condensandola nella Tavola Smeraldina. La storia, da questo punto, si reinserisce nel tronco della Leggenda principale, perché la Tavola fu poi ritrovata in una caverna vicino a Hebron, da una donna di nome Sara, che la prese dalle mani di Ermete «defunto» (8). Per alcuni studiosi, questa variante era verosimile, perché del tutto compatibile sia con i documenti biblici, che assimilavano Sara alla Moglie di Abramo (9), sia con le fonti alchimistiche, che attestavano l’esistenza di una Tradizione Alchemica Ebraica, la cui più importante rappresentante era stata Maria l’Ebrea, sorella di Mosè (10).
Lo studioso Arturo Reghini, (1878-1946), considerò, questa versione completamente illegittima, ritenendola una dimostrazione della progressiva deformazione dell’aggettivo smaragdi. Secondo lo studioso fiorentino, l’errore di trascrizione di un anonimo copista, aveva trasformato smaragdi in zaradi, poi qualcuno aveva tolto la -i finale, ritenendola un suffisso del genitivo e con la conseguente caduta della dentale eufonica -d, da Zara, aveva ricavato il nome Sara, per semplice “suggestione” sonora. Per dimostrarlo riportò, in un suo articolo, un estratto di una copia del 1692, del de Alchimia, nel quale, non solo Alessandro Magno (11), era indicato come lo scopritore della Cripta di Ermete, ma si leggeva scritto Tabula Zaradi, laddove ci si riferiva, evidentemente, alla Tavola di Smeraldo:

«Alessandro il Grande nei suoi viaggi trovò il sepolcro di Ermete, padre di tutti i filosofi, pieno di tutti i tesori non metallici, ma di lettere auree, scritte nella tavola di Zarad, la quale scrittura è anche contenuta negli ultimi libri che Galeno (12) compose…».

Al di là delle pertinenti osservazioni del Reghini, già all’inizio del XVII secolo, i ricercatori avevano comunque iniziato a mettere in discussione l’esistenza di Ermete Trismegisto e di conseguenza la validità stessa di molte teorie alchemiche.

Il filologo Isaac Casaubon, nel suo De rebus sacris et ecclesiasticis exercitationes XVI, del 1614, dimostrò su base critico-testuale che il Corpus Hermeticum, tradotto da Marsilio Ficino nel 1463, risaliva al massimo ai primi secoli dell’era cristiana e quindi non poteva essere stato scritto da Ermete Trismegisto. Il famoso studioso Athanasius Kircher (1602-1680), notò, a sua volta, che la Tavola non si trovava citata prima del Medioevo, così come il riferimento ad Alessandro Magno e comparandola con il Testi Ermetici, dedusse che anche la Tavola di Smeraldo era della stessa epoca (13). Queste rivelazioni furono considerate irrilevanti dalla maggior parte degli alchimisti, in parte perché, all’inizio, queste notizie non ebbero una così rapida diffusione, in parte perché, alla fine, per tutti contava la Dottrina, e quindi il ritrovamento della Tabula, poteva benissimo essere accettato come una suggestiva allegoria, il cui scopo era quello di  mantenere vivo il messaggio alla base della storia, cioè che chiunque si fosse messo a cercare la “cripta nascosta di Ermete”, avrebbe trovato nei testi alchemici, le conoscenze necessarie a comprendere i segreti dell’antica Arte Trasmutatoria.
Ciò che provocò una vera frattura tra Alchimisti, Spagiristi e primi Chimici, fu, invece, la pubblicazione, nel 1661, del Chimico Scettico, di Robert Boyle, che segnò l’inizio della separazione tra le pratiche alchemiche empirico-filosofiche e quelle chimico scientifiche, cioè verificabili e riproducibili.

IL TESTO IN LATINO E LE SUE TRADUZIONI

Tavola di SmeraldoIl testo della Tavola di Smeraldo, dalla sua “scoperta” in poi, è stato pubblicato e ripubblicato continuamente. Appare nel Segreto dei Segreti dello pseudo-Aristotele (14) (XII secolo), nel de Alchimia dello pseudo-Alberto Magno (15) (XIII secolo), nel De Secretissimo Philosophorum opere chemico del Trevisano (XV secolo) enel Commentarium del misterioso Alchimista Hortolanus (XVI secolo). Venne tradotto e commentato anche dal filosofo francescano Ruggero Bacone, (Doctor Mirabilis, 1214–1294), dall’Abate benedettino Trithemius, (1462-1516 ), dal fisico Heinrich Khunrath, (1560-1605), che la pubblicò sottoforma di illustrazione nell’Amphitheatrum Sapientiæ Æternæ(16), dal medico Michael Maier, (1568–1622), dal fisico Newton (17), (1643-1727), dall’esoterista Eliphas Levi, (1810-1875), dalla teosofa Madame Blavatsky, (1831 – 1891), dal misteroso Fulcanelli, (fine XIX, metà XX secolo) e da Augusto Pancaldi, (1918 – 1986), che, nel suo libro Alchimia Pratica, riporta il commento di Christoforo Enrico Keil del 1736. Per quanto riguarda il testo usato  in questo saggio, ho scelto La Tavola di Smeraldo di Chrysogonus Polydorus, pseudonimo di Andreas Osiander, (1498-1552), edita in Latino, a Norimberga nel 1541 (18) ed estratta dal De Alchimia :

Tavola di Smeraldo

TABVLA SMARAGDINA
HERMETIS TRISMEGISTI

Verum, sine mendacio, certum et uerissimum. Quod est inferius est sicut quod est superius. Et quod est superius est sicut quod est inferius, ad perpetranda miracula rei unius. Et sicut omnes res fuerunt ab uno, meditatione unius. Sic omnes res natae fuerunt ab hac una re, adaptatione. Pater eius est Sol, mater eius est Luna. Portauit illud uentus in uentre suo. Nutrix eius terra est. Pater omnis telesmi totius mundi est hic. Vis eius integra est, si uersa fuerit in terram. Separabis terram ab igne, subtile a spisso, suauiter, cum magno ingenio. Ascendit a terra in coelum, iterumque descendit in terram, et recipit uim superiorum et inferiorum. Sic habebis gloriam totius mundi. Ideo fugiat a te omnis obscuritas. Hic est totius fortitudinis fortitudo fortis; quia uincet omnem rem subtilem, omnemque solidam penetrabit. Sic mundus creatus est. Hinc erunt adaptationes mirabiles, quarum modus hic est. Itaque uocatus sum Hermes Trismegistus, habens tres partes philosophiæ totius mundi. Completum est quod dixi de operatione solis.

Le Traduzioni della Tabula, divergono leggermente una dall’altra, per cui ho scelto di utilizzarne e confrontarne almeno due: quella fatta da Sabina e Rosario Piccolini, che si trova  nel 1° Volume di «Il Filo di Arianna, 42 trattati di Alchimia dall’Antichità al XVIII secolo (19)», e quella del filologo Febaroli, che si trova nella collezione Arcana Mundi, 2° Volume, Divinazione, Astrologia, Alchimia, basata sull’edizione del Kopp del 1869 (20). La differenza più evidente emerge fin dalle prime righe:

Traduzione Sabina e Rosario Piccolini del Testo latino riportato dall’Hortolanus, un alchimista anonimo del XV secolo.

E’ vero senza menzogna, certo e verissimo.
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare i miracoli della cosa una.
E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la meditazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento.
Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice. Il Padre di tutto, il Telesma di tutto il mondo è qui; La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in Terra.
Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente e con grande industria. Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra, e riceve la forza delle cose superiori e inferiori.
Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l’oscurità fuggirà da te.
È la forza forte di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò saranno e diverranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui.
E’ per ciò che sono stato chiamato Hermes Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo. Ciò che ho detto dell’operazione del Sole è compiuto e perfetto.

Traduzione Feberoli del Testo latino riportato dal Kopp (XIX secolo).

La verità è senza menzogna, è certa è autentica.
Ciò che è sotto è identico a ciò che è sopra e ciò che è sopra è identico a ciò che è sotto; questo permette di penetrare le meraviglie dell’unità.
Tutte le cose derivano da sempre dall’Uno, dal Logos dell’Uno; così tutte le cose sono state create dall’Uno, in conformità.
Suo padre è il Sole, sua madre la Luna. Il Vento lo portò nel suo grembo. La Terra è la sua nutrice.
Costui è il padre di ogni realizzazione in tutto il mondo.
Il suo potere è totale quando si è mutato in terra.
Separerai la terra dal fuoco, l’impalpabile dal compatto, ma con delicatezza e con grande attenzione.
Sale dalla terra al cielo e poi ridiscende sulla terra, e associa il potere di quanto è sopra e di quanto è sotto.  Così avrai la gloria di tutto il mondo e ogni tenebra si allontanerà da te.
Questa potenza è potente più di tutta la potenza, perché dominerà ogni cosa impalpabile e penetrerà ogni cosa solida.
Così il mondo fu creato.
Da qui sorgeranno mirabili corrispondenze; questa è la loro regola.
Per questo io sono chiamato Ermete tre volte Grande, perché io governo le tre parti della saggezza del mondo tutto.
Si è concluso quanto io ho detto circa l’azione del Sole.

Viaggio nella Tavola di Smeraldo- tra Protochimica e Filosofia Ermetica.Parte secondaultima modifica: 2011-03-19T15:21:00+01:00da giovannisantoro
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Un pensiero su “Viaggio nella Tavola di Smeraldo- tra Protochimica e Filosofia Ermetica.Parte seconda

  1. trasformazione , zadchiel, corpo, anima, spirito. ego , nous. frequenza-dimensione-onda- universo. tre cerchi concentrici con il centro . 4. 4 forze base che si specchiano in altre 4. tarocco sacro. i ching, tao te ching, lao tze. lucifero, tiamat, sameutz, progenitori. crop circles, interventisti non interventisti. aziluth-vaikuntha, beri’ah, assiah. cosmo, onda:( universo) frequenza:( dimensione- frequenza) centro + 3 cerchi concentrici -otto forze. Ea. alpha d. virgo. ecclesie celesti, creator. Dio, Dio vero, Lux. terzo spirito, creazione, gestazione dolore, morte, padre unicum continuum. omunculus: co-creator, vittima. 2012 +300.baal astarti sveglie lucifero lungo sonno. ed ora restituitemi il mio smeraldo…… scherzo!!!! non ne ho bisogno!!! vi amo.

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