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Miti e leggende

Maria Maddalena e l’eredità catara

L’Abbazia di Fontfroide (XI sec.)

 

 

 

 

Situata nel sud della Francia, nella regione della Linguadoca, a pochi chilometri di distanza dalla città di Narbonne, l’Abbazia di Fontfroide ebbe un ruolo fondamentale durante la crociata contro gli Albigesi […]. La chiesa venne fondata da una comunità di Benedettini nel 1093, pochi anni prima dell’istituzione dell’Ordine di Cîteaux (1098). Dopo l’arrivo di San Bernardo di Chiaravalle in Linguadoca (1145-1146), la primitiva comunità si affiliò al neonato Ordine Cistercense. L’abbazia ebbe una rapida ascesa, grazie anche alle numerose donazioni ricevute, tanto che nel XIII sec. essa possedeva almeno 24 grange sparse in tutto il territorio di Linguadoca e nella vicina Spagna, e poteva contare su una comunità di più di 300 anime tra monaci e frati conversi. Questo periodo prospero s’interruppe bruscamente verso la metà del XIV sec., quando in seguito ad una terribile epidemia di peste nera, che nel 1348 colpì Genova e Marseille, diffondendosi nei territori circostanti, circa tre quarti dell’organico dell’abbazia venne decimato. La gestione finanziaria dell’abbazia venne pertanto affidata in commenda a famiglie nobili, gestione che durò fino al XVIII sec. Durante questo periodo vennero eseguiti alcuni lavori di modifica, come ad esempio la realizzazione dell’elegante cortile d’ingresso, di epoca rinascimentale, che poco ha a che fare con la tipica austerità dell’architettura cistercense. In seguito alla Rivoluzione Francese, i monaci dovettero abbandonare l’abbazia; tornarono solo nel 1858, ma andarono via di nuovo, e stavolta definitivamente, nel 1901, dopo la separazione della Chiesa dallo Stato Francese, ufficializzata nel 1905. Dopo sette anni di totale abbandono, l’abbazia venne ricomprata dalla famiglia Fayet di Beziers, tuttora titolare della struttura.

 

 

La chiesa

 

L’Abbazia di Fontfroide costituisce una delle più belle testimonianze in Linguadoca di architettura cistercense, che segnò il passaggio dal Romanico al Gotico. È una delle più alte tra quelle realizzate in Francia prima del 1150. Gli unici elementi decisamente gotici della sua architettura sono le cinque cappelle situato nel lato sud e la tribuna rialzata, presso il lato nord del transetto, costruita per accogliere i monaci anziani o malati: risalgono tutte tra la fine del XIII e l’inizio del XIV sec. L’ampio cortile d’ingresso che affianca l’abbazia, abbellito in epoca rinascimentale, ospitava originariamente le officine e le botteghe artigianali che assicuravano alla comunità abbaziale la necessaria autosufficienza. L’originale chiostro romanico venne sostituito nel XIII sec. con un nuovo chiostro in stile gotico, dalle volte più elevate a crociera ogivale. Le primitive colonnine in pietra arenaria vennero sostituite da quelle in marmo, mentre i timpani forati con oculi, che lasciano passare la luce del sole al primo mattino, testimoniano il nuovo stato di ricchezza e prosperità che aveva “allontanato” l’abbazia dal primitivo aspetto di austerità. Le vistose vetrate colorate sono, invece, di recente fattura (1913-27), commissionate dagli attuali proprietari subito dopo l’acquisto della chiesa, per l’accoglienza degli ospiti. Da autentico mecenate, Fayet accolse e sostenne artisti famosi come Gaugin, Renoir, Degas e Toulouse-Lautrec. La “Cappella degli stranieri” è l’unico ambiente dell’edificio risalente ancora alla primissima epoca della chiesa, quando ancora c’era la comunità di Benedettini. Era, forse, la primitiva chiesa di Fontfroide, diventata in seguito, in epoca cistercense, cappella per i pellegrini e, in generale, per le persone estranee alla comunità monastica. Di particolare interesse è l’annesso roseto, piantato all’inizio del XX secolo sopra l’antico cimitero dei monaci. Distrutto da un incendio nel 1986, venne ripiantato nel 1990, e conta circa 3000 cespugli di rose appartenenti ad 11 varietà differenti.

 

Miti e leggendeultima modifica: 2010-02-03T16:45:00+01:00da
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