Templari

 

 

 


Cap. I°

SPIRITO TEMPLARE

Le origini dei Templari si possono capire solo se si va a guardare la storia della prima Crociata guidata dal famosissimo Goffredo di Buglione a cui parteciparono in tanti non certo mossi da interessi economici!(come i maliziosi pensano e come molti storici accusano). A dimostrazione di questo si può guardare la condotta di Goffredo di Buglione dopo la conquista: sarebbe potuto diventare Re di Gerusalemme, (era lui a capo della Crociata, non sarebbe stato strano) ma rifiutò la carica, volendo essere soltanto “Difensore del Santo Sepolcro” e lasciando il governo della regione a Baldovino… mai visto ideali più puri.

Comunque, una volta riconquistata Gerusalemme, la maggiorparte dei Crociati tornò in Europa, alle loro case e alle loro famiglie, lasciando così Gerusalemme quasi senza protezione. Proprio in questo momento entrano in gioco i Templari. Hugues de Payns (NON Ugo da Pagani di vicino Salerno, come qualcuno erroneamente dice), insieme ad altri otto cavalieri partono dalla Francia per andare in TerraSanta con lo scopo di difendere i pellegrini dagli attacchi delle bande dei musulmani… venivano chiamati inizialmente i “Poveri Cavalieri di Cristo” ed erano un Ordine contemporaneamente monastico e guerriero. Questa fu un’idea veramente rivoluzionaria per quel tempo! Scavalcò la tradizionale divisione sociale formata da: Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano), e Laboratores (coloro che lavoravano).

I monaci cosiddetti tradizionali pronunciavano tre voti, ossia obbedienza, povertà e castità: i Templari, oltre a questi tre voti, ne pronunciavano anche un quarto, cioè lo “stare in armi“, quindi il combattimento armato. Erano, come ho già detto, dei veri e propri monaci guerrieri.

Questi nove Cavalieri si presentarono nell’anno Domini 1118 al Re di Gerusalemme Baldovino II mettendosi a disposizione per la protezione dei pellegrini ed il pattugliamento delle strade a Gerusalemme e dintorni. Qui sorgerebbero delle critiche e cioè: Gerusalemme era stata da poco conquistata e l’esercito di Goffredo era per la maggiorparte ripartito per l’Europa, inoltre i musulmani era decisi a riprendersi la loro seconda città Santa (dopo la Mecca ovviamente!), considerando l’impresa dei Crociati come un vero e proprio “colpo di fortuna”, erano cioè nel posto giusto nel momento giusto… ma allora, il neonati Templari come avrebbero potuto difendere i pellegrini in nove? Un numero così esiguo non poteva eventualmente far fronte ad un assalto da parte di una banda di predoni di cinquanta persone! Ebbene, io rispondo che il loro era un ideale, un’idea, offrivano i loro servizi per uno scopo senza pretendere troppo… mi vengono in mente due frasi famose e cioè: “Roma non fu costruita in un giorno” e “E’ sempre così che comincia tutto, dal molto piccolo”… ma queste sono mie personali opinioni.

Dopo averli ascoltati, Baldovino II concesse loro come quartier generale un’ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion, accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone per cui il loro nome fu cambiato in “Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme”, e furono più semplicemente riconosciuti come “Templari”.

Siccome non c’erano precedenti (era la prima volta che facevano la comparsa dei monaci-guerrieri) era necessario quindi trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una Regola che si adattasse perfettamente alla situazione. Non è un caso se da questo momento entra nelle vicende Templari, uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: Bernardo di Chiaravalle, diventato poi Santo.

Fu proprio nel Concilio di Troyes che presentato il De laude novae militiae (elogio della nuova milizia),vero e proprio proclama di esaltazione dell’Ordine Templare, che ebbe non poca importanza per il successivo sviluppo dell’Ordine. Ne cito una parte:

A Troyes poi i Templari adottarono un motto: “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”, ossia Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome sia gloria. Anche qui c’è poco da aggiungere, è facile immaginare come un simile motto possa accendere gli animi di tutta Europa, un’Europa medioevale con alti Valori morali e molto devota alla religione Cristiana.

La Regola Templare era formata da 72 articoli ed era durissima. Veniva vietato qualsiasi contatto con le donne (non si poteva baciare neanche la madre, ma bisognava salutarla compostamente chinando il capo), non si poteva andare a caccia, erano banditi il gioco dei dadi e delle carte, aboliti mimi, giocolieri e tutto ciò che è divertimento, non si poteva ridere scompostamente, parlare troppo o urlare senza motivo, i capelli andavano corti o rasi, in inverno la sveglia era alle 4 del mattino, in estate alle 2 per pregare, bisognava dormire “in armi” per essere sempre pronto alla battaglia. C’erano regole anche sul modo di mangiare e sul modo di vestirsi. Bisognava veramente avere una sincera vocazione per sottomettersi a tali ferree regole!

Un punto fondamentale della Regola è: “Perché cristiano, mai la spada di un Cavaliere del Tempio venga brandita contro un altro cristiano se non per ragioni di difesa del Luogo Santo”… i Templari quindi non avrebbero mai potuto uccidere o combattere un altro Cristiano, se non per la difesa del Luogo Santo, in quanto era considerato di tutti e tutti avevano il diritto di visitarlo per motivi di preghiera, quindi era lecito difenderlo da chiunque avesse cattive intenzioni, fosse musulmano o meno. Da qui si può dedurre che i Templari non combattevano i Musulmani perché non erano Cristiani (la famosa lotta all’infedele, una delle critiche più usate verso i Templari), ma per motivi di difesa! Questo è importante sottolinearlo.

Dopo questa approvazione ecclesiastica ufficiale, la fama dell’Ordine del Tempio crebbe rapidamente ed in modo vertiginoso, con essa crescendo anche la potenza e la ricchezza dell’Ordine stesso, che ricevette elargizioni e donazioni spontanee praticamente da ogni strato sociale.

Importantissima (anzi vitale) fu la bolla “Omne datum optimum” del 1139, di papa Innocenzo II che concesse all’Ordine la totale indipendenza, compreso l’esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre alla direttiva secondo la quale l’Ordine non doveva rendere conto a nessuno del suo operato, tranne che direttamente al Papa. Diventò un organismo a parte con una posizione molto privilegiata. Aggiungerei anche scomoda per molti regnati.. il fatto di avere una potenza come quella Templari all’interno dei proprio domini non è proprio un bene per l’autorità! Ma all’inizio una simile idea neanche sfiorava le menti dei Sovrani, tutti erano dediti e riconoscenti ai Templari, anzi, era un onore avere nei propri possedimenti una maggione Templare! Solo più tardi, con il graduale decadimento della spiritualità e il costante aumento dell’importanza del denaro e del potere, qualcuno iniziò a provare un sentimento di invidia verso i Templari, fino ad arrivare all’atto di Filippo il bello, di cui però parlerò più tardi…


Hugues tornò a Gerusalemme con un gran numero di reclute, che divennero perfetti cavalieri templari combattenti, grazie alla vita comunitaria che conducevano, alle preghiere ed agli allenamenti durissimi… saldi nel corpo e nello spirito.

Tra i crociati si erano sempre distinti per la loro incredibile determinazione in battaglia, avevano disciplina disumana e una spietata fermezza di fronte all’avversario. Le loro cariche erano famose e non lasciavano quasi mai speranza agli avversari… provate voi ad immaginare di essere caricati da 300 cavalieri ben addestrati, ben protetti dalle loro armature e scudi e soprattutto con una determinazione difficile da ritrovare in altre situazioni… avete per caso idea di come trema il terreno sotto 300 cavalieri pesanti? Avete idea del polverone che si alza dietro di loro? Avete idea del rumore assordante che producono? Uno spettacolo a cui (penso) nessuno vorrebbe assistere da “bersaglio”! Il solo impatto psicologico di ciò bastava a mandare in rotta e a creare una gran confusione tra le truppe che ricevevano la carica. Non a caso venivano chiamati dai musulmani i “diavoli rossi”, mentre i Gerosolimitani erano chiamati i “diavoli neri”.
Famosissima è la frase che recita: “i coraggiosi monaci cavalieri che non chiedevano mai quanti fossero i nemici, ma dove fossero.”.

Ma non furono protagonisti solo in TerraSanta: quando le orde mongoliche minacciarono l’Europa i Templari contribuirono non poco alla sua difesa, che trovò provvisoria soluzione con la battaglia di Liegnitz nel 1241. Nella penisola iberica stettero parimenti in prima linea, i sovrani di Spagna e Portogallo difficilmente avrebbero conseguito le loro vittorie senza i Templari, non invano affidarono loro le proprie fortezze più munite e li ricoprivano di munifici donativi.

Anche la flotta Templare era tra le migliori, nessuno si sarebbe mai azzardato ad attaccare una nave battente bandiera Templare e i Saraceni se ne tenevano ben alla larga. Famosi erano i Templari nordici, che portarono con loro nella vita monastica le loro preziose conoscenze in campo di nautica e battaglie navali.

C’è però un problema: uccidere in nome di Dio è un concetto sottoposto a critiche di ogni genere, va chiarito questo fatto.

San Bernardo di Chiaravalle, riprendendo il concetto della “guerra giusta” espresso da Sant’Agostino, considerò il voto templare dell’uso delle armi contro chi attaccava i pellegrini diretti al Santo Sepolcro per pregare (non andavano mica a conquistare o a rubare, agivano per pura vocazione religiosa e spirituale) non una intenzione di “omicidio”, ma una vera e propria azione contro il Male, ossia un “malicidio” (vedi sopra De laude novae militiae), anche perché, come ho già detto, i Templari difendevano il Luogo Santo, che doveva essere a disposizione di tutti, quindi chiunque avesse preteso di tenerlo soltanto per se sarebbe stato considerato “male” e andava per cui debellato… quindi i Templari non uccidevano senza motivo o perché gli arabi “erano infedeli”, questo dev’essere chiaro.

Per noi uomini di oggi è difficile accettare violenza giustificata da motivazioni religiose, ferisce la “sensibilità” di molti, ma bisogna entrare nella mentalità dell’epoca (anche se è molto, ma molto difficile) e non pensare subito “è sbagliato”. Allora il Cavaliere dell’Ordine era il Guerriero di Dio per antonomasia, ed il suo compito era servire Dio combattendo l’eresia e le ingiustizie. In TerraSanta i musulmani stavano commettendo crimini che vanno fuori di ogni cognizione: le popolazioni europee erano fin troppo stanche dei soprusi che dovevano subire in TerraSanta, da centinaia di anni!

Fin dall’800, infatti, i pellegrini che si recavano al Santo Sepolcro venivano uccisi, derubati, le donne violentate, nel migliore dei casi veniva imposta loro una forte tassa. La setta degli “Assassini” nacque proprio in questo periodo ed aveva come scopo l’uccisione sistematica dei pellegrini Cristiani! Questo atteggiamento intollerante da parte dei musulmani portò ad una reazione violenta degli Europei, anche se ci vollero circa 300 anni di ingiustizie per fare veramente “arrabbiare” i popoli europei.

Bernardo di Chiaravalle con De laude novae militiae‘ espresse bene questa mentalità. Prego il lettore di non accusare quindi l’operato dei Templari e dei Crociati in generale a priori, ma di immedesimarsi un attimo in quella che era la situazione nel XI secolo: veder sterminata la propria famiglia o i propri amici che si erano recati in pellegrinaggio in TerraSanta non doveva essere affatto cosa piacevole, come non lo sarebbe adesso. Pensateci un po’ su e cercate di liberare la mente da tutti gli odierni condizionamenti… capisco che il concetto è un po’ difficile, ma diventa tutto più semplice se si pensa che la nostra mentalità è diversa da quella di un uomo medioevale (ma non l’intelligenza o la cultura: gli uomini medioevali erano intelligenti come noi ed è solo la presunzione dell’uomo moderno a volervo più acculturato). Oggi abbiamo un utile strumento di politica estera, la diplomazia, ma fino al 1940 la guerra era uno strumento “normale” per le relazioni internazionali, quindi non bisogna tornare troppo indietro nel tempo per trovare la guerra come concetto “normale”. Inoltre, vorrei aggiungere che secondo il mio modestissimo parere la diplomazia non sarebbe servita a molto nel XI° secolo: i predoni avrebbero smesso di derubare, uccidere o violentare i pellegrini? I Sultani avrebbero speso una sola moneta o sacrificato un solo soldato per sedare le scorrerie contro i popoli europei? No, secondo me, no.


Ma torniamo ai Templari… le ricchezze ottenute dai Templari furono impensabili e loro stessi furono bravi a gestirle: non lasciavano il denaro in eccesso a marcire in buie stanze, ma lo investivano in maniera redditizia, soprattutto facendo servizio di tesoreria per nobili e re e prestando il denaro, certo, da Cristiani non potevano chiedere interessi, ma sapevano come non subire danni con tariffe di prestito. Sfido chiunque ad azzardare la critica “non dovevano chiedere interessi di alcun genere”, perché in tal caso l’accusatore dovrebbe andare su un bel dizionario a cercare la parola “inflazione” e rendersi conto della perdita di valore reale che ha la moneta con il passare del tempo.
Erano famosi anche perché “compravano sempre e non vendevano mai”.

Gli affari che svolgevano erano soprattutto di quattro categorie:

1-deposito tributi e somme di denaro di un principe votatosi alla Crociata

2-Trasferimento in TerraSanta di dette somme

3-riscossione delle decime Pontificie per le Crociate

4-prestiti a principi o nobili, che motivassero tale bisogno di denaro con pii motivi.

Una piccola curiosità che voglio dirvi: a loro è dovuta anche l’invenzione dell’assegno! O meglio, del Travel Cheque, che è comunque un assegno. Per esempio i pellegrini che si volevano recare in TerraSanta, ma avevano paura di essere rapinati, potevano lasciare denari in una qualsiasi maggione templare e ricevere una quietanza di riscossione; all’arrivo in TerraSanta portavano la quietanza nella maggione e tornavano in possesso della somma di denaro lasciata prima della loro partenza.

Questo aspetto finanziario dell’Ordine però non vi deve portare ad una visione negativa dell’Ordine! Non erano strozzini senza scrupoli o financial manager in cerca del massimo profitto! Le loro tariffe di prestito erano la metà degli interessi richiesti dalle banche fiorentine… anche perché, scusate, se come qualcuno dice che i Templari erano avidi di denaro e strozzini allora come mai in moltissimi affidavano i loro averi all’Ordine e molti chiedevano prestiti proprio a loro? L’elemosina era una delle attività più importanti dell’Ordine ed era sempre molto munifica. Non mancarono mai di sfamare gli affamati con mense per i poveri e adibirono ospedali per i malati e gli invalidi, nonché centri di accoglienza per i pellegrini in TerraSanta. Come si può vedere investirono molto bene i loro averi, anzi, non c’era modo di investirli meglio!

Quella che per alcuni ara considerata l’avarizia dei Templari, era al contrario parsimonia. L’oculata amministrazione dei beni templari era nemica di ogni spreco, per cui favoriva l’arricchimento dell’Ordine.

Bisogna poi ricordare che ad essere ricco era l’Ordine nel suo complesso, i singoli monaci erano dediti alla povertà. Nonostante avessero più oro di qualsiasi monarca europeo dormivano in stanze sempre molto spartane, vestivano e mangiavano come indicava la Regola, non tradirono mai il loro voto di povertà iniziale.

Da notare che il più famoso sigillo templare era un cavallo cavalcato da due cavalieri, che sta ad indicare 2 cose:

1-la povertà iniziale dei cavalieri che erano costretti ad andare in due su un solo cavallo

2-il dualismo universale delle cose, a cui si rifà il loro ideale, cioè (torno a dirlo, vista l’importanza) la convivenza pacifica in TerraSanta della cultura Cristiana e di quella Islamica. Questo dualismo si può notare anche nel loro stendardo, il Baussant, per metà nero e per metà bianco, di cui parlerò tra breve. Faccio anche notare che una simile concezione è molto simile al Tao orientale, simbolo usato oggi universalmente per indicare il dualismo delle cose, simbolo che c’era anche qui in Europa e che indicava lo stesso concetto, ma per qualche strano motivo e stato dimenticato, e viene snobbato.

I Templari quindi godevano di un’altissima stima da parte delle popolazioni Medioevali, li vedevano come la Cavalleria di Cristo, i Templari erano l’incarnazione del vero spirito Cavalleresco, che Bernardo di Chiaravalle contribuì ad esaltare con i suoi scritti… un’altra frase famosa di Bernardo di Chiaravalle è: “quale gioia per Gerusalemme acquistare dei difensori fedeli!”

Simili lodi non possono essere state fatte a caso! I Templari erano un esempio.

Un aspetto da notare è la gerarchia, l’assoluto rispetto per i superiori, esistevano i Marescialli, Precettori, i Balivi, i Priori, i Gran Priori. Era una organizzazione perfetta, visto che ognuno per la gestione interna era totalmente indipendente dall’altro, e ognuno doveva rendere conto al suo superiore diretto, fino ad arrivare al Gran Maestro che era il “primus inter pares”, cioè il primo tra i pari e la cosa dice molto su come la pensassero rispetto alla gerarchia. Quando moriva un Gran Maestro, il Maresciallo convocava i Dignitari, tra i quali veniva nominato un Gran Commandatario, il quale formava un consiglio di 12 Templari che dovevano procedere alla elezione del nuovo Gran Maestro. Erano 12, in quanto 12 erano gli Apostoli di Gesù.

C’era poi un Gran Siniscalco che si occupava dell’amministrazione dell’Ordine, delle ancelle Templari, per la pulizia ed il rammendo delle vesti e dei Fratelli Serventi che si occupavano dei cavalli e dell’armamento. Sergenti venivano chiamati i novelli dell’Ordine e non era concesso loro di portare il mantello candido, ma ne avevano una nero o marrone, soltanto con il rito ufficiale avrebbero poi potuto indossare al divisa templare.

Templariultima modifica: 2010-01-11T17:15:00+01:00da giovannisantoro
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2 pensieri su “Templari

  1. il templarismo non può essere relegato ad un fatto storico.I tempi d’allora erano simili a quelli attuali , il risveglio templare sarebbe una ulteriore prova della forza dell’Uomo di sani e buoni intenti verso l’Umanità

  2. All’inizio del 1099 Goffredo era una figura secondaria nella crociata, con Baldovino, Boemondo di Taranto, Raimondo IV di Tolosa e Tancredi che determinavano il corso degli eventi. Goffredo fu il primo a presentarsi all’assedio di Nicea ma il suo solo risultato significativo in questa parte della crociata fu il soccorso prestato all’esercito di Boemondo durante la Battaglia di Dorileo allorché questi s’era dovuto arrendere ai turchi selgiuchidi di Kilij Arslan I. L’esercito di Goffredo, in realtà, fu anch’esso costretto alla resa finché non giunse un altro gruppo di crociati agli ordini di Ademaro, vescovo di Le Puy che attaccò l’accampamento selgiuchide.
    […] Goffredo fu attivo nell’assedio della città e il 15 luglio fu uno dei primi ad entrare in città che vide un massacro generale di musulmani e ebrei. I cronisti riportano alcune note sul suo carattere: coraggioso e valoroso, ma anche ripiegato su sé stesso, tormentato, talvolta indeciso, forse ammalato nel fisico.
    Questa sua debolezza fu forse ciò che convinse gli altri crociati a affidargli la corona gerosolimitana, non subendo il veto di alcuna compagine (a differenza per esempio dell’energico Raimondo IV di Tolosa, osteggiato dai normanni). Si cercava infatti un personaggio non di spicco e Goffredo sembrò il candidato ideale, tanto che quando venne incoronato, il 22 luglio, egli decise di prendere il titolo di “Advocatus” (cioè protettore laico) del Santo Sepolcro. Questo attributo inoltre era tipico di chi reggeva beni ecclesiastici, per cui sottintendeva che la Terra santa appartenesse alla Santa Sede.[…]
    (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Goffredo_di_Buglione)

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