I TEMPLARI IN SARDEGNA

Tra i primi ad apparire si trova tale Iohanne dessu Templu, forse interpretabile come “Giovanni dell’Ordine del Tempio”, che con Ytzoccor de Martis e Gosantine d’Oskeri, di Mularia testimoniavano di una compravendita del priore di Trullas. Ma la persona che più desta interesse è tale donnu Furatu Solina, prebiteru dessu Templu tra i testimoni di un atto databile al regno del giudice Barisone (circa 1153- 1190): il “Templu” citato doveva trovarsi nella curatoria di Caputabbas, attorno all’attuale Campu Giavesu, forse nel villaggio scomparso Puthu Passaris, in cui era una chiesa di S.Leonardo. Negli stesso periodo esisteva una precettoria templare nella chiesa di S.Corona de Rivora, presso l’attuale Riola Sardo, nel giudicato d’Arborea. L’unico documento che ne parla, la scheda n.115 del C.S. Maria Bonarcado cita tale prebiteru Terico Arras, capridanu de S.Corona che doveva serbire in Templu de S.Corona: il prebiteru Terico Arras era consanguineo del cavaliere templare francese Matteo d’Arras che fu arrestato nell’ottobre 1307. Si deve alla casata dei Bass la penetrazione dei Templari in Arborea, infatti con tale famiglia, il regno sardo entrava nella sfera d’influenza politica e religiosa di Barcellona e del Principato di Catalogna, dove i Templari avevano dominio incontrastato e ricchezze pressochè senza fine. Nel 1192 nell’Arborea era presente Raimondo de Gurp, nominato nel 1201 gran maestro in Catalogna; suo fratello Raimondo de Torroja negli anni 1224-28 governava il giudicato per conto di Mariano di Torres. Alla fine del XII secolo, lo stesso Barisone di Torres volendo seguire l’esempio del padre Gonario, abdicò in favore del figlio et baisinde a S.Juanne de Ultra Mare, su quale haviat fatu sa avia sua, donna Marcuzia de Gunale, et inie morisit et iacet su corpus sou. Agli inizi del nuovo secolo, il 7 ottobre 1200, Al… magister domorum Templi in Tuscia, da identificarsi col precettore Alberto (1197-1203) ricevette l’incarico di collettore pontificio per trasmettere alla S.Sede il censo della Sardegna Intanto, nel Regno d’Arborea, in un anno attorno al 1228 la chiesa della Beata Vergine della Mercede, attualmente alla periferia di Norbello, veniva restaurata dagli architetti di un ordine crociato che lasciava una traccia dipinta nei fianchi interni della chiesa, consistenti in alcune iscrizioni dipinte in rosso con i nomi dei commitenti, Dorgotori de Sogos e Barusone Pinna, intervallate da clipei crociati, anch’essi dipinti in rosso. Nel 1245 il papa Innocenzo IV
interessava il priore di S.Maria di Bonarcado a conferire il possesso della chiesa di S.Pietro di Silanus, attuale Solanas frazione di Cabras (OR), al chierico Bencivenni di Perugia, perseguitato dallo svevo Re Enzo di Hohenstaufen, figlio di Federiso II. Tale fra’ Bencivenni ricompare dopo la morte di Federico II come precettore templare della chiesa di S.Maria di Castellaraldo, nell’attuale comune di Marta, in provincia di Viterbo (Lazio), ricordato solo perchè, nel gennaio 1255, partecipò ad una riunione fra precettori svoltasi in quel periodo a Firenze. Precedentemente, Ubaldo Visconti, sovrano di Gallura e Torres, nel suo testamento, dettato in Sassari nel gennaio 1238, lasciava un legato pro remedio anime sue … hospitali de Templo, da identificare con lo scomparso ospedale di S.Biagio. Per rafforzare il prestigio della Santa Sede in Sardegna, il papa Innocenzo IV volle procedere ad un’opera di rioganizzazione, nominando nel 1249 legato pontificio l’eletto turritano, a cui affidava delicati incarichi, tra cui quello di privare dei privilegi e delle grazie i frati dell’Ospedale Sancte Marie Theutonicorum e gli altri religiosi dell’isola che fossero disobbedienti alla Chiesa, inoltre, raccomandava ai Templari di Sardegna di prestare il loro appoggio al suo legato. Con lettera pontificia dell’8 agosto 1255 gli ordini Cistercensi, Templari e degli Ospitalieri di S. Giovanni e di Altopascio, presenti in Sardegna erano esonerati dal versamento di contributi per il castello di Girapala. Un analogo privilegio fu loro accordato nel marzo del 1264. Nel 1257 Templari e gli Ospedalieri di S. Giovanni si ritrovarono a capo di opposte fazioni nella cosidetta guerra di S.Saba che aveva posto i comuni italiani l’uno contro l’altro ad Acri, in Libano, di cui uno strascico occidentale fu la scomparsa del regno di Cagliari e la distruzione della sua capitale S.Igia. Proprio in questa occasione gli stretti legami fra Templari e Papato in Italia spiegano lo zelo messo dal precettore templare di Perugia Bonvicino nel dirimere un conflitto sorto nel 1257 tra Pisa e Genova: papa Alessandro scriveva da Viterbo ai commendatori dei cavalieri Ospitalieri e Templari che si trovavano in Sardegna, affinch´ entrassero in possesso di S.Igia, e ne facessero uscire i Genovesi che la difendevano, e i Pisani, che la combattevano”. La fine dei Templari, invece, fu veramente ignominosa: con la caduta dell’ultimo stato crociato (1291), essi si trasferirono in Europa, dedicandosi principalmente all’amministrazione delle colossali ricchezze accumulate, ma attirandosi le invidie di religiosi e regnanti. Sollecitato da varie dicerie, il papa Nicolò IV consultava anche gli arcivescovi di Cagliari e Arborea per conoscere il loro parere sul progetto di fusione degli Ordini del Tempio e di S.Giovanni di Gerusalemme tra gli altri; ai due prelati sardi dava mandato di riunire un sinodo provinciale con i vescovi suffraganei per avere parere sulla Riunione dei due ordini. Contemporaneamente, i re d’Aragona cominciavano a guardare la Sardegna come base d’appoggio per i traffici con la Sicilia e l’Oriente: a questo fine, il 5
aprile 1297 con la bolla Ad honorem Dei Onnipotenti Patris, Bonifacio VIII concedeva in feudo il Regnum Sardiniae et Corsicae al re Giacomo II d’Aragona, riuscendo così anche a rimuovere una delle maggiori cause delle lotte fra Pisa e Genova e a consolidare la guerra del Vespro in Sicilia. Il suo successore Clemente V per agevolare la conquista copriva le sede arcivescovili e vescovili vacanti con sue persone di fiducia favorevoli all’impresa aragonese: nel 1306 l’arcivescovo Guido nell’arborea, e nella diocesi di Bosa, il vescovo Nicolò; entrambi ebbero un ruolo importante nell’affaire dei Templari. Tra i detrattori dei Cavalieri del Tempio il più accanito fu il re di Francia, Filippo il Bello, che il 13 ottobre 1307 li fece arrestare con l’accusa di eresia e torturare nelle sue prigioni; tre giorni dopo lo stesso sovrano scriveva a tutti i sovrani Europei per informarli che si era scoperto che l’Ordine dei Templari era eretico. Il papa, fra esitazioni e incertezze, emanava la bolla Pastoralis Prominentae, facendo intervenire l’Inquisizione, ma ai primi del 1308 ordinava la sospensione degli interrogatori dei templari arrestati. Per quanto riguardava la Sardegna, il pontefice nello stesso anno affidava all’arcivescovo d’Arborea, all’arciprete Petro Petrella di Nepi, e al fra’ Beltrando de Roccavilla, dell’ordine domenicano, il mandato di inquisire i Templari delle provincie di Torres, Arborea e Cagliari, e al vescovo di Bosa, Nicolò, il delicato ma lucroso incarico dell’amministrazione dei beni confiscati ai Templari. Infine, per dirimere la questione, il papa Clemente V convocr il Concilio di Vienne, dove con la bolla Vox clamantis in eccelso (3 aprile 1312) sciolse l’Ordine senza sentenza del tribunale, per via amministrativa, quale prerogativa del pontefice verso qualsiasi ordine religioso, trasferendo ai concili locali il giudizio circa le singole persone dei Templari. In base al decreto pontificio, il Concilio di Tarragona, riunitosi il 18 ottobre 1312, dopo aver lungamente interrogato i Templari inquisiti, il 4 novembre dichiarava che i Templari giudicati individualmente erano persone al disopra di ogni dubbio ed ogni sospetto. Inoltre, la bolla Ad Providam Christi Vicari attribuiva i beni dei Templari all’Ordine dei Gerosolimitani, ad eccezione di quelli di Spagna e Portogallo. Tale decisione scaturiva dalla posizione assunta nei confronti di Clemente V da Giacomo II già nel 1309, in quanto la maggior parte del patrimonio templare in Spagna era dovuto a donazioni della Corona, e il re aragonese forse progettava già la ricostruzione dell’Ordine con la creazione exnovo dell’Ordine di S.Maria di Montesa.

I TEMPLARI IN SARDEGNAultima modifica: 2009-06-06T10:41:46+02:00da giovannisantoro
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