Garibaldi per la fratellanza e la pace. Un saggio di Luca Fucini Giugno 2008

massoneriaRiflessioni sulla Massoneria

di Luca Fucini   

 

Di  Aldo A. Mola

articolo tratto da:

 

 http://www.riflessioni.it/massoneria/garibaldi-esprit-sanremo.htm

 

Il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi  (Nizza, 4 luglio 1807) ha suscitato molteplici iniziative: rievocazioni, mostre documentarie, pubblicazioni, convegni. Ne dà puntualmente conto il mensile “Camicia Rossa”, diretta da Sergio Goretti che fu ripetutamente relatore in incontri di studio promossi dalla Gran Loggia. Nel 2008 la pubblicazione dell’Edizione Nazionale dell’Epistolario ha segnato un piccolo passo avanti. A cura di Emma Moscati è comparso il vol. XIII, che abbraccia gli anni 1868-1869: siamo ancora lontani dalla conclusione, ma ci avviciniamo al biennio 1870-1871 che fu decisivo non solo per il Generale ma per la storia europea. Esso venne segnato infatti dalla guerra franco-germanica, dal crollo di Napoleone III, particolarmente inviso a Garibaldi quale perno del conservatorismo clericale e antidemocratico, e dalla Commune di Parigi, condannata dall’Eroe non solo per i suoi “eccessi” ma per il suo programma e la sua filosofia: Garibaldi ne respinse l’identificazione della rivoluzione con il sangue. Per lui rivoluzione significava affratellamento, pace universale e progresso a vantaggio di tutti i popoli e i ceti.
Sulla scorta di documenti inediti lo ricorda Luca Fucini nel saggio Giuseppe Garibaldi e l’ “esprit de Sanremo” (San Remo, Casabianca, 2008),  ove il Generale è presentato quale pioniere del Diritto internazionale umanitario. Sappiamo infatti che Garibaldi auspicò l’elevazione della sua nativa Nizza a sede di un tribunale internazionale per la soluzione pattizia dei conflitti interstatuali. Occorreva  – e occorre –  scongiurare il ricorso alle armi, trovare nella forza ragione la soluzione di ogni possibile contrasto. Garibaldi lo aveva già affermato nel Congresso della Pace  (Ginevra, 9 settembre 1867: pochi mesi prima della sfortunata spedizione per la liberazione di Roma dal potere temporale  del papa-re). Lo ribadì nel 1871 e negli anni seguenti, sino alla vigilia della morte. Nel 1881, ricorda Fucini, quando la Francia impose il suo protettorato su Tunisi il Generale manifestò la sua profonda indignazione: il nuovo imperialismo avrebbe avvelenato i rapporti tra le “sorelle latine” e posto le premesse per una crisi europea, radicata nella sfiducia nei confronti della democrazia. Ne sarebbe sorta la corsa verso il militarismo. Era illusorio dirottarlo nelle conquiste coloniali. Prima o poi, come onda di ritorno, esso sarebbe piombato sull’Europa con effetti devastanti. E’ quanto accadde dal 1914: una tragedia che tuttora perdura, dai Balcani al Vicino e Medio Oriente e oltre.
Fucini pubblica il carteggio tra Garibaldi e la Società Operaia di San Remo. I documenti sono proposti in fotografia. E’ quindi possibile verificare ictu oculi quali sono di pugno suo e quali invece sono solo firmati. La differenza è fondamentale per conoscere con certezza il pensiero del Generale e distinguerlo, correttamente, da quello che volta a volta gli venne imprestato da collaboratori dalla penna talvolta troppo svelta. Il volume, completo di indice dei nomi, è arricchito da un bel corredo iconografico. Vi spicca, tra altro, il monumento che a Garibaldi venne eretto in San Remo per volontà del sindaco Orazio Raimondo, massone: opera egregia di Leonardo Bistolfi, massone a sua volta. Un triangolo perfetto sul quale l’autore richiama l’attenzione del lettore e di chi visiti la città del Ponente Ligure ove Garibaldi apprese le regole dell’arte marinara dal capitano Angelo Pesante.

Aldo A. Mola

 

 

Garibaldi per la fratellanza e la pace. Un saggio di Luca Fucini Giugno 2008ultima modifica: 2008-12-31T12:14:00+01:00da giovannisantoro
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