Regola e alimentazione dei cavalieri

 

La Regola del Tempio, si compone di quattro parti cronologicamente distinte.
-La Règle primitive (Regola primitiva), approvata dal Concilio di Troyes nel 1128 e la sua traduzione francese del 1140 ca. che vi apportava qualche variante;
-i Retraits, che formano una raccolta di usi e costumi dell’Ordine (1165 ca.);
-gli Statuts hiérarchiques (Statuti gerarchici), che trattano essenzialmente delle cerimonie (1230 1240);
-gli Egards, dedicati alla disciplina (reati, pene, esempi di giurisprudenza), che si fanno risalire al 1257 1267.
Gli ultimi tre riprendono gli elementi della Règle primitive, la sviluppano, la commentano e la modificano, per renderla maggiormente efficace alle diverse circostanze.
La Regola primitiva, che nelle sue successive versioni si amplia, espone la vita dei Templari in tempo di pace e in tempo di guerra, nelle commende d’Oriente come in quelle d’Occidente.
Anche gli inventari redatti dai delegati di Filippo il Bello, ci offrono la possibilità di capire quale era il bestiame allevato nelle commende, le riserve di grano e di foraggio, le provviste, i barili di birra e di vino, il materiale agricolo, gli utensili da cucina, e persino i compiti dei domestici.
Nell’alta società medievale, carnivora e dedita alle più sfrenate gozzoviglie, i Templari si distinsero per l’adozione di un’alimentazione equilibrata e sana che secondo la Regola escludeva anche il ricorso alla caccia.

VIII
Il riunirsi per il pasto

In un palazzo, ma sarebbe meglio dire refettorio, comunitariamente riteniamo che voi assumiate il cibo, dove, quando ci fosse una necessità, a causa della non conoscenza dei segni, sottovoce e privatamente è opportuno chiedere. Così in ogni momento le cose che vi sono necessario con ogni umiltà e soggezione di reverenza chiedete durante la mensa, poiché dice l’apostolo: Mangia il tuo pane in silenzio. E il Salmista vi deve animare, quando dice: Ho posto un freno alla mia bocca, cioè ho deciso dentro di me, perché non venissi meno nella lingua cioè custodivo la mia bocca perché non parlassi malamente.

IX
La lettura

Nel pranzo e nella cena sempre si faccia una santa lettura. Se amiamo il signore, dobbiamo desiderare di ascoltare attentamente le sue parole salutifere e i suoi precetti. Il lettore vi intima il silenzio.

X
Uso della carne

Nella settimana, se non vi cadono il Natale del Signore, o la Pasqua, o la festa di S. Maria, o di tutti i Santi, vi sia sufficiente mangiare tre volte la carne: l’abituale mangiare la carne va compresa quale grave corruzione del corpo. Se nel giorno di Marte cadesse il digiuno, per cui l’uso della carne è proibito, il giorno dopo sia dato a voi più abbondantemente. Nel giorno del Signore appare senza dubbio, opportuno dare due portate a tutti i soldati professi e ai cappellani in onore della Santa Resurrezione. Gli altri invece, cioè gli armigeri e gli aggregati, rimangono contenti di uno, ringraziando.

XI
Come debbono mangiare i soldati

E’ opportuno generalmente che mangino due per due, perché l’uno sollecitamente provveda all’altro, affinché la durezza della vita, o una furtiva astinenza non si mescoli in ogni pranzo. Questo giudichiamo giustamente, che ogni soldato o fratello abbia per sé solo una uguale ed equivalente misura di vino.

XII
Negli altri giorni siano sufficienti due o tre portate di legumi

Negli altri giorni cioè nella seconda e quarta feria nonché il sabato, riteniamo che siano sufficienti per tutti due o tre portate di legumi o di altri cibi, o che si dica companatici cotti: e così comandiamo che ci si comporti, perché chi non possa mangiare dell’uno sia rifocillato dall’altro .

XIII
Con quale cibo è necessario cibarsi nella feria sesta

Nella feria sesta riteniamo lodevole accontentarsi di prendere solamente un unico cibo quaresimale per riverenza alla passione, tenuto conto però della debolezza dei malati, a partire dalla festa dei santi fino a Pasqua, tranne che capiti il Natale del Signore o la festa di S. Maria o degli Apostoli. Negli altri tempi, se non accadesse un digiuno generale, si rifocillino due volte.

XV
Il decimo del pane sia sempre dato all’elemosiniere

Benché il premio della povertà che è il regno dei cieli senza dubbio spetti ai poveri: a voi tuttavia, che la fede cristiana vi confessa indubitabilmente parte di quelli, comandiamo che il decimo di tutto il pane quotidianamente consegniate al vostro elemosiniere.

XVI
La colazione sia secondo il parere del maestro

Quando il sole abbandona la regione orientale e discende nel sonno, udito il segnale, come è consuetudine di quella regione, è necessario che tutti voi vi rechiate a Compietà, ma prima desideriamo che assumiate un convivio generale.
Questo convivio poniamo nella disposizione e nella discrezione del maestro, perché quando voglia sia composto di acqua; quando con benevolenza comanderà, di vino opportunamente diluito.
Questo non è necessario che conduca a grande sazietà o avvenga nel lusso, ma sia parco…

Regola e alimentazione dei cavalieriultima modifica: 2011-06-28T19:10:00+02:00da giovannisantoro
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