Tempari (Riferimenti Storici)

di Giovanni Battista Baglioni

TEMPLARI. – Ordine religioso militare, fondato nel 1119 dal francese Ugo di Payns, cavaliere nativo della Champagne. Sorto dal desiderio di fornire protezione ai pellegrini in Terrasanta e, in caso di necessità, prestare sostegno al re latino di Gerusalemme, incontrò il favore di s. Bernardo, che scrisse una famosa lettera sui doveri di questa milizia, esaltandone le virtù guerriere e la pietà. Il santo, la cui autorità era immensa negli ambienti ecclesiastici e colti del tempo, ebbe un ruolo determinante nel favorire la nascita e lo sviluppo del nuovo Ordine. Inizialmente i cavalieri che si unirono a Ugo di Payns si fecero chiamare milites Christi, in seguito, quando nel 1120 il re Baldovino II trasferì la residenza reale presso la Torre di Davide e lasciò al nuovo Ordine cavalleresco la sua precedente residenza presso la località di Gerusalemme dove sorgeva l’antico Tempio di Salomone, essi ne fecero la loro casa madre e presero il nome di Cavalieri del Tempio o Templari. La regola originale, che, riadattata su ispirazione di s. Bernardo alle istituzioni religiose in vigore nei conventi, fu approvata nel concilio di Troyes (1128) e confermata poi da papa Innocenzo II, comprendeva settantadue articoli in latino. Attorno al 1267 venne ampliata fino a includere seicentottantasei articoli, scritti questa volta in francese. Tali integrazioni erano necessarie soprattutto per adattare lo spirito originale della regola, essenzialmente religioso, alle rinnovate esigenze militari e disciplinari che caratterizzarono i Templari nella loro grande espansione durante il XIII secolo. I membri dell’Ordine, il cui reclutamento avveniva soprattutto fra la nobiltà europea (con prevalenza dei francesi), erano divisi in quattro categorie: cavalieri con voti religiosi, scudieri, sacerdoti e fratelli di mestiere laici. Secondo la regola i cavalieri portavano sopra semplici vesti un mantello bianco con croce rossa sul petto, mentre gli scudieri e i laici avevano un mantello grigio. Alla testa dell’Ordine vi era un Gran Maestro eletto, il cui potere era notevole, anche se era tenuto a riunire il capitolo, che aveva funzioni consultive, e il convento, che aveva poteri decisionali, ed era coadiuvato nelle sue funzioni da una serie di dignitari minori (siniscalco, maresciallo, gonfaloniere, elemosiniere).

I Templari nacquero soprattutto come Ordine combattente in Terrasanta, ma presto si espansero oltre la Palestina, dove ebbero anche attività e funzioni ospedaliere, istituendo molte domus in tutta Europa e particolarmente nelle città situate sulle grandi strade di traffico. Nel corso del XII sec. l’Ordine del Tempio poteva già contare centinaia di case e commende, divise in province, a capo delle quali era un praeceptor. Con il termine di ‘commenda’ si designava il potere di amministrare una certa quantità di beni dell’Ordine. Il detentore di questo potere si diceva ‘commendatario’. Per il vasto favore da parte delle popolazioni i Templari crebbero rapidamente di numero, così da rendere l’Ordine del Tempio, nel corso del Duecento, una delle forze più cospicue del mondo medievale dal punto di vista politico, militare e finanziario, anche per i servizi bancari che forniva sia ai potentati europei che a quelli in Terrasanta. Inoltre i cavalieri appartenenti all’Ordine, nonostante i voti monastici, erano autorizzati a possedere terre e ad avere vassalli, caratterizzando così la struttura dell’organizzazione come prettamente feudale. Nel 1139 l’Ordine vide consolidare e accrescere i privilegi ottenuti a Troyes: Innocenzo II consacrò l’autonomia del Tempio con la bolla Omne datum Optimum; in essa emancipò l’Ordine da ogni tutela ecclesiastica eccetto quella del supremo pontefice e al tempo stesso gli conferì privilegi e prerogative che provocarono profondo stupore tra i dignitari della Chiesa e che, a lungo andare, condussero l’Ordine alla rovina. Innocenzo infatti sottrasse i Templari all’autorità del patriarca di Gerusalemme, sede della casa madre e dei vescovi, ponendolo sotto la diretta autorità del pontefice; sancì inoltre ufficialmente il loro ruolo di difensori della cristianità, riconoscendoli come legittimo Ordine della Chiesa, i cui membri dovevano rispondere direttamente al loro Maestro. Ogni legittima acquisizione poteva così essere indirizzata a quel degno fine e qualsiasi tentativo di estorsione dei beni dell’Ordine veniva proibito dal papa, che poneva tutte le donazioni sotto la protezione della S. Sede. Inoltre nessuno poteva pretendere dai membri dell’Ordine giuramenti o atti di sottomissione, né il pagamento di decime. Innocenzo II concesse anche il permesso di avere propri cappellani e di costruire cappelle e oratori privati. Qualche anno più tardi queste cappelle causarono, insieme alla questione delle decime, aspri conflitti tra i Templari e i vescovi. Infatti le cappelle avevano finito col non essere più riservate solo ai membri dell’Ordine, ma accoglievano numerosi fedeli che, abbandonate le proprie parrocchie, sottraevano loro, in questo modo, anche le elemosine.

L’Ordine del Tempio presentava grandi analogie con quello degli Ospitalieri (v.), a fianco dei quali combatté gloriose battaglie per la difesa del S. Sepolcro e della Terrasanta. I Templari si distinsero per il loro sacrificio e le loro capacità guerriere nelle battaglie di Ḥaṭṭīn, presso il lago di Tiberiade (1187), Gaza (1244) e al-Manṣūra (1250). La gloria militare, unita alla grande potenza economica e all’indipendenza di fronte a ogni autorità che non fosse quella del pontefice, accrebbe enormemente il potere dei Templari fino a configurarli quasi come uno stato nello stato.

Nonostante la loro missione di difensori della Terrasanta, i Templari non furono, prima della conquista di Gerusalemme da parte del Saladino, grandi fondatori di città. Possedevano quelle di Gaza e di Tortosa, ma solo perché ne era stata affidata loro la difesa rispettivamente nel 1149 e nel 1165. Safet, punto strategico di importanza capitale, era stata ceduta loro nel 1169 (smantellata dai musulmani, la piazzaforte sarà nuovamente ricostruita dai Cavalieri del Tempio nel 1244).

Dopo la caduta della Città Santa, l’Ordine, come gli Ospitalieri, fu invece molto attivo in campo edilizio. Nel 1218 costruirono lo Château-Pèlerin, destinato a fortificare il promontorio di Atlit e a proteggere la strada costiera a sud di Caifa. Molte altre cittadelle furono costruite e gestite dal Tempio con un contributo sia di uomini che di denaro: Belvoir (Galilea), Château-Rouge e Château-Blanc (Siria), Beaufort e Arcas (Libano), Darbeseck, Roche Russole, Roche Guillaume, con il porto di Bonelle (Armenia), Bagras e Gastein, sul fiume Oronte.

Il legame diretto dell’Ordine con il papato fu una delle cause principali dei contrasti tra i Templari e Federico II. Quando l’imperatore sbarcò ad Acri nel settembre del 1228 fu inizialmente accolto con estrema deferenza dai Templari e dagli Ospitalieri. Ma la notizia della scomunica di Federico per l’ultimo rinvio della crociata, avvenuto l’anno precedente, e le successive missive di Gregorio IX che proibivano ogni contatto con l’imperatore provocarono il ritiro del sostegno degli Ordini militari. Fu questo l’inizio di un’ostilità verso i Templari che ebbe ripercussioni e si manifestò negli anni successivi con la loro cacciata dalla Sicilia, la confisca dei beni e la revoca delle esenzioni fiscali di cui godevano (v. Manomorta). Inoltre con gli accordi intercorsi tra Federico II e il sultano al-Kāmil, che portarono alla firma del trattato di pace dell’11 febbraio 1229, i Templari videro minacciati i propri interessi in Terrasanta. L’oggetto principale dei negoziati, che avevano condotto alla restituzione ai cristiani di Gerusalemme, Betlemme e Nazareth, era stato lo statuto di Gerusalemme. La città diventava di nuovo capitale franca, ma era divisa sul piano religioso, poiché sia i cristiani che l’Islam la consideravano santa. Ai primi toccava il S. Sepolcro, mentre i musulmani conservavano i loro luoghi di preghiera e in modo particolare la moschea di al-Aqṣā, cioè l’antico Tempio dei monaci-soldati. Inoltre si vietava di erigere fortificazioni in Gerusalemme e agli Ordini militari veniva proibito di apportare migliorie ai loro castelli della contea di Tripoli, il Krak des Chevaliers e Marqab appartenenti agli Ospitalieri e Château-Blanc e Tortosa di proprietà dei Templari.

Gli Ordini militari e il patriarca Geroldo (v. Geroldo di Losanna) si mostrarono estremamente ostili all’applicazione del trattato, poiché ignorava del tutto i loro interessi: il patriarca pose Gerusalemme sotto l’interdetto, mentre i Templari e gli Ospitalieri rifiutarono l’appoggio all’imperatore. Si sparsero addirittura voci di complotti per uccidere Federico. Matteo Paris racconta di una presunta lettera che gli Ordini militari avrebbero scritto ad al-Kāmil, dicendogli che Federico intendeva recarsi al fiume Giordano. Poiché si trattava di un pellegrinaggio, l’imperatore avrebbe avuto una piccola scorta e quindi sarebbe stato facile preda di un agguato mortale. Al-Kāmil, a quanto pare scosso da un simile tradimento, ne informò l’imperatore, che da quel momento si dimostrò aspramente ostile ai due Ordini.

Alla fine del XIII sec. la grande potenza raggiunta dai Templari, temibile agli occhi dei nuovi stati e soprattutto della Francia monarchica, un certo rilassamento dei costumi, l’ormai decaduta funzione militare stante il progressivo ritiro delle forze cristiane dall’Oriente (soprattutto dopo la caduta di S. Giovanni d’Acri nel 1291) provocarono la rovina dell’Ordine che i pontefici non intendevano più proteggere, anche a causa di una certa indisciplina e della tendenza a estendere le loro immunità, che provocarono spesso conflitti giurisdizionali.

Di ciò approfittò il re di Francia Filippo il Bello, che ingaggiò una lotta spietata contro l’Ordine del Tempio. Lotta che culminò con il famoso e scandaloso processo per eresia e immoralità istruito contro i maggiori esponenti dell’Ordine. Il Gran Maestro Jacques de Molay cadde in un tranello insieme a tutti i Cavalieri templari che si trovavano a Parigi. Furono condannati e bruciati sul rogo come eretici dopo essere stati torturati e costretti a confessare di avere commesso colpe mostruose.

L’Ordine finì schiacciato dalla volontà di Filippo il Bello di impossessarsi delle immense ricchezze dei Templari e di togliere loro il monopolio che oramai possedevano nel sistema creditizio. A ciò si unirono interessi politici e religiosi: debellare la potenza di un’aristocrazia guerriera indipendente di fronte all’assolutismo regio e alla nuova borghesia di funzionari statali ed esercitare un più attento controllo su Ordini che, esaurita la funzione militare, o entravano nell’alveo disciplinare strettamente religioso o dovevano scomparire o trasformarsi.

La supremazia oramai esercitata dalla Francia sul papato, dopo la fine del progetto teocratico di Bonifacio VIII, fece sì che papa Clemente V con compiacente condiscendenza non si opponesse alla soppressione dell’Ordine, che venne sancita dal concilio di Vienne nel 1311.

Invece in Inghilterra i Templari furono sostanzialmente dichiarati innocenti dalle accuse loro rivolte, ma dovettero comunque subire la confisca dei loro beni. In Spagna furono riuniti ai Cavalieri di Calatrava, mentre in Portogallo diedero origine alla Milizia di Gesù Cristo.

Tempari (Riferimenti Storici)ultima modifica: 2011-04-30T17:16:00+02:00da giovannisantoro
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