I rosa Croce – Origini

Rosa Croce

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"Il Tempio della Rosa Croce," Teophilus Schweighardt Constantiens, 1618

“Il Tempio della Rosa Croce,” Teophilus Schweighardt Constantiens, 1618

I Rosa Croce sono un leggendario ordine segreto, che sarebbe nato nel XV secolo e la cui conoscenza venne diffusa nel XVII secolo, associato con i simboli della rosa e della croce.

 

Le origini

Secondo la leggenda l’ordine venne fondato nel 1407, da un pellegrino tedesco di nome Christian Rosenkreuz (1378 – 1484) al suo ritorno in Germania. Soggiornò a Damasco ed in Terra Santa, dove avrebbe studiato l’occultismo. Sembra che l’ordine fosse limitato a soli otto membri e che si fosse estinto immediatamente dopo la sua morte, per rinascere solo nel XVII secolo.

Secondo una leggenda meno conosciuta e circolante in ambiente massonico, l’ordine sarebbe invece stato creato nell’anno 46, quando il saggio gnostico alessandrino Ormus e sei suoi discepoli si convertirono al Cristianesimo ad opera di San Marco, fondendo la dottrina cristianaegiziani: Christian Rosenkreuz sarebbe stato iniziato a quest’ordine, divenendone il gran maestro, invece di averlo fondato. con i misteri

In realtà quella che era conosciuta agli inizi del XVII secolo come la “Società dei Rosa Croce” era probabilmente un piccolo numero di individui isolati che condividevano alcuni punti di vista, apparentemente il loro solo legame. Non esiste alcuna traccia di una società che tenesse incontri o assegnasse cariche. Secondo le numerose opere che ne parlano, i Rosa Croce erano probabilmente riformatori religiosi e morali, che utilizzavano i mezzi, per l’epoca ritenuti scientifici, in particolare l’alchimia, per far conoscere le proprie opinioni. I loro scritti sono permeati di misticismo od occultismo e suggeriscono significati nascosti che potrebbero essere compresi solo dagli iniziati.

 

Storia

Nel 1614 comparve a Kassel un opuscolo anonimo dal titolo Fama fraternitatis Rosae Crucis, che raccontava la vita di Christian Rosenkreutz (Cristiano Rosa Croce): passati 120 anni dalla sua morte si sarebbe ritrovato il suo corpo ancora intatto, circondato da simboli e insegne iniziatici. L’opuscolo forse era circolato come manoscritto già a partire dal 1610.

L’anno seguente comparve un secondo opuscolo sull’argomento (Confessio Fraternitatis) e nel 1616 fu pubblicata un’opera del teologo Johan Valentin Andreae (1586-1654), avente per argomento “Le nozze chimiche di Cristiano Rosa Croce”. Ad Andreae si possono forse attribuire anche i due opuscoli precedenti. Successivamente egli descrisse i Rosa Croce come un ludibrium, un termine latino con il significato di “gioco”, “scherzo”. Secondo Frances Yates l’uso del termine va tuttavia inteso nel senso di una sorta di “Divina Commedia” e indica un’allegoriaGermania la guerra dei trent’anni. drammatica legata agli anni tumultuosi che precedettero in

Queste pubblicazioni causarono un grande fermento in tutta Europa, che portò non solo a numerose ristampe, ma anche a discussioni, con opuscoli favorevoli o contrari, i cui autori spesso non conoscevano nulla dei veri scopi degli originari autori e in qualche caso è probabile si siano divertiti a spese dei loro lettori.

Gli autori delle opere dei Rosa Croce erano in generale favorevoli al Luteranesimo e in opposizione al Cattolicesimo, Altri, come John Heydon, ammisero di non essere dei Rosa Croce, ma di aver utilizzato titoli suggestivi per le loro opere per favorire la divulgazione dei loro studi ermetici.

Personaggi famosi che furono in vario modo accostati – a torto o a ragione – al misterioso ordine o considerati suoi appartenenti sono stati: Ramon Llull (1235-1315), Leonardo da Vinci (1452-1519), Paracelso (1493-1541), Nostradamus (1503-1566), Michele Serveto (1511-1553), Luís de Camões (1524-1580), Giordano Bruno (1548-1600), Francis Bacon (1561-1626), Shakespeare (1564-1616), Galileo Galilei (1564 – 1642), Michael Maier (1568-1622), Robert Fludd (1574-1637), Comenius (1592-1670), Descartes (1596-1650), Isaac Newton (1642-1727), Leibniz (1646-1716), Bach (1685-1750), Goethe (1749-1832), Mozart (1756-1791), la cui opera Il flauto magico viene a volte interpretata come un’allusione appena velata ai riti iniziatici dell’ordine, Beethoven (1770-1827), Victor Hugo (1802-1885).

Poiché i presunti autori dei manifesti rosacrociani ne hanno rifiutato la paternità o hanno detto che si trattava di uno scherzo, ed essendo dubbia l’esistenza stessa del movimento, il quale comunque dichiaratamente affermò di fondarsi sulla segretezza dei suoi membri, è evidente che chiunque poteva dirsi appartenente ai rosacrociani senza timore di smentita e viceversa a poco valeva negare l’appartenenza al movimento: pertanto l’elenco sopra riportato vale come mera raccolta delle “voci” che aleggiarono intorno a tali personaggi.

Nel XVIII secolo diverse società, legate più o meno strettamente alla massoneria rivendicano una discendenza dal mitico ordine. L’influenza sulla nascita della massoneria non è del tutto accertata, anche se alcune cerimonie furono occasionalmente adottate. “Cavaliere Rosa-Croce” è comunque la denominazione di uno dei gradi della massoneria del “Rito Scozzese Antico e Accettato”.

Il simbolo

Il simbolo dell’ordine è una croce con al centro una sola rosa rossa. Il termine disegna uno stato spirituale che corrisponde ad una conoscenza d’ordine cosmologico, che può avere rapporti con l’ermetismo cristiano: il concetto centrale è doppiamente indicato dalla Croce e dal cuore, mentre le gocce di sangue che cadono dalla piaga aperta nel costato di Gesù Cristo si dispongono a forma di rosa.

Esistono anche altre interpretazioni del simbolo, che si riferiscono all’evoluzione spirituale dell’uomo: la Croce ne rappresenta il corpo fisico e la rosa la personalità psichica e mentale in sviluppo, come la rosa che si apre lentamente alla luce.

 

Nella cultura popolare

I manga (fumetti giapponesi) La rivoluzione di Utena ed Il mondo di S&M sono intrisi di pensiero Rosacroce. Queste due opere sono state create da Be-Papas, pseudonimo del gruppo formato dal regista Kunihiko Ikuhara, dalla fumettista Chiho Saitō, dall’illustratore Shin’ya Hasegawa e dallo sceneggiatore Yōji Enokido. Questi, basandosi coerentemente e filologicamente su alcune dei principali dettami dell’ordine, raccontano due storie molto complesse in cui i Rosacroce non vengono mai nominati, ma sempre “rappresentati”: soprattutto nel primo titolo, le rose e le croci invadono le pagine dei 5 volumetti, ricordandoci costantemente la chiave di lettura con cui interpretare le vicende della trama. Nel secondo titolo appare persino Christian Rosenkreuz fra i personaggi. Entrambe le opere hanno il proprio fulcro nella Rivoluzione del Mondo.

 

Bibliografia

  • Paul Arnold, Storia dei Rosa-Croce, Milano (ed. Bompiani) 1991
  • F. Yates, “L’Illuminismo dei Rosacroce”, Einaudi, 1976
  • Ambesi, “I Rosacroce”, Milano, Ed. Armenia, 1982
  • Ambesi, “L’enigma dei Rosacroce”, Milano, 1977
  • Bavard, “I rosacroce. Storia, dottrine, simboli”, 1970
  • Steiner, “La saggezza dei Rosacroce”, Milano, 1945
  • Sedir, “I Rosacroce”, Ed. Mediterranee, Roma, 1975
  • Hutin, “Storia dei Rosacroce”, Milano, 1970
  • Michele Moramarco, “Nuova Enciclopedia Massonica”, Bastogi, Foggia 1997
I rosa Croce – Originiultima modifica: 2010-06-27T19:14:00+02:00da giovannisantoro
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