Esoterismo & Simbologia

 

 

Libano: fascino e mistero

 

 


 

 

 

 

 

Cartina del Libano (fonte: ACI - Viaggiare Sicuri)Ci sono luoghi al mondo che per la loro storia, per la ricchezza delle vestigia che custodiscono, per le atmosfere ed il fascino che li avvolgono, emanano una suggestione difficile da descrivere. Il Libano è uno di questi: culla delle prime civiltà conosciute e punto di contato da millenni tra Europa ed Asia, il Libano sta cercando oggi di riconquistare gli antichi fasti di un tempo, cercando di dimenticare la sanguinosa e rovinosa guerra civile che lo ha dilaniato per 18 anni dal 1975 al 1992. Abitato fin dal 10.000 a.C., il territorio libanese ha conosciuto la prima vera civiltà nel 2000 a.C., quando il paese fu dominato dai Fenici. Abili navigatori e commercianti, furono inventori dell’alfabeto. Successivamente si susseguirono gli Assiri, i Babilonesi, i Persiani ed i Greci di Alessandro Magno, che nel IV sec. a.C. ellenizzò la Fenicia. Ai tempi di Erode, Beirut era già un centro importante e a Baalbek furono costruiti dei templi monumentali. Dopo la caduta dell’impero romano, la regione del Libano divenne parte, nel IV secolo d.C., dell’impero bizantino d’Oriente, la cui capitale era Costantinopoli (la moderna Istanbul). L’imposizione del cristianesimo ortodosso non incontrò il favore della popolazione cosicché quando i musulmani, provenienti dal sud, diffusero la parola di Allah, incontrarono poca resistenza in Libano. Gli Omayyadi, la prima grande dinastia islamica, esercitarono il proprio dominio sul Libano per circa un secolo, ma dovettero affrontare l’opposizione degli ebrei e dei cristiani locali, specialmente i Maroniti, che cercarono rifugio sui monti del Libano. Dopo la caduta degli Omayyadi per mano degli Abbasidi nel 750, il Libano divenne una zona depressa dell’impero abbaside, di influenze persiane. Questo impero durò fino all’XI secolo prima di essere rovesciato dalla dinastia fatimide, che continuò a lottare fino all’arrivo dei Crociati. Questi mantennero il controllo su quelle terre fino alla fine del XIII secolo, quando poi tornò sotto il dominio arabo. Da allora in poi arabi e cristiani hanno continuato a convivere e spesso a lottare tra loro, fino in tempi relativamente recenti, quando scoppiò la Guerra Civile. Oggi il Paese è impegnato nella ricostruzione; la capitale Beirut, una volta denominata la “Parigi del Medio Oriente”, sta lentamente recuperando gli antichi fasti. La vita notturna è movimentata ed allegra, la popolazione locale affabile e generosa. Nonostante non si possa ancora definire un paese stabile nel senso “occidentale” del termine (basti pensare agli avvenimenti più recenti, come l’attentato all’ex premier Rafik Hariri del 14/02/2005), si respira ovunque la voglia di rinascere e di lasciarsi alle spalle un passato di dolore e di distruzione.

 

Il Libano (vedi cartina, fonte: ACI – Viaggiare Sicuri) si estende per circa 10.400 km quadrati, ed è quindi di poco più piccolo del Lazio. Confina a Nord e ad Est con la Siria, a Sud con Israele e si affaccia ad Ovest sul Mar Mediterraneo. Il suo territorio può essere suddiviso in una fascia costiera, nella quale si situano le località più affascinanti e ricche dal punto di vista storico, la catena del Monte Libano, con cime alte fino a 3000 metri e coperti da nevi perenni, ed infine la fascia orientale, compresa tra le catene del Monte Libano e dell’Antilibano, al confine con la Siria, che comprende la valle della Bekaa, sede di estesi vigneti e della Valle dei Templi di Baalbek.

 


Beirut: Lo Scoglio del Piccione

Veduta notturna della Baia di Jounieh

Foto 1 – Beirut: Lo Scoglio del Piccione

Foto 2 – Veduta notturna della baia di Jounieh

 

Ho visitato questo paese nel 2003 e nel 2004, percorrendolo da Nord a Sud e soffermandomi in tutti i luoghi più rilevanti, più ricchi di storia e di fascino. Nel seguito descriverò brevemente ciascuno dei siti più rilevanti, soffermandomi, in modo particolare, sui temi attinenti a questo sito.

 


Il cedro, simbolo del Libano

 

A differenza di ciò che molti erroneamente credono, il Cedro del Libano (Cedrus Libani) non va confuso con l’omonima pianta di agrumi, ma è una conifera, cioè appartiene alla stessa famiglia dei pini e degli abeti. Questa in particolare può raggiungere i 40 metri di altezza, e un albero di cedro può vivere fino a 3000 anni. La sua coltivazione risale ai tempi più remoti, ed è nota la sua importanza in tutta la storia. La Bibbia racconta che fu l’unico albero piantato dalle mani di Dio, ed il suo legno è uno dei più pregiati: facilmente lavorabile, ignifugo e non deperibile, si mantiene inalterato per secoli anche se la pianta muore. Il cedro del Libano, stando ai racconti biblici, è stato utilizzato per la costruzione del Tempio di Salomone e dell’Arca dell’Alleanza. Oggi questa pianta, divenuta simbolo del paese tanto da comparire al centro della bandiera nazionale, è protetta. Gli ultimi esemplari storici, venerati per secoli e da oltre un secolo e mezzo sotto la protezione del patriarcato libanese, si trovano nella Valle dei Cedri (foto 3) a Becharrè, nel Nord del Libano. Si trovano a 1920 metri di altezza, e comprendono due piante di oltre 3000 anni di vita, una decina di età millenaria ed oltre 350 centenarie. Per dare un’idea della lentezza della loro crescita, basti pensare che un piccolo seme di cedro impiega 40 anni soltanto per germogliare e poi cresce di appena 7 cm l’anno.

 


La Valle dei Cedri

Foto 3 – La Valle dei Cedri

 

 

 

L’antica città fenicia di Baalbek era consacrata a Baal, il dio Sole, che assieme alla dea Astarte ed al dio Aliyan formano la triade locale. Successivamente alla conquista di Alessandro Magno, nel IV sec. a.C., la città venne chiamata “Heliopolis“, ovvero la “Città del Sole”, ed al culto del dio Baal e del resto della triade si sovrappose quello di Zeus, Afrodite ed Hermes, ed in seguito quello dei loro equivalenti romani: Giove, Venere e Mercurio. Oggi, nella valle monumentale, si possono ammirare i resti degli enormi templi fatti edificare dagli imperatori romani durante la loro dominazione dal I al III sec. a.C.. Ciò che più stupisce lo spettatore è la grandiosità delle costruzioni: l’edificio  maggiore, il Tempio di Giove (foto 4), è a uno dei più grandi del mondo, con i suoi 88 x 48 m di dimensioni, e le sue colonne alte 20 metri.

 


Baalbek: Il Tempio di Giove-Baal

Il monolito di Baalbek

Foto 4 – Baalbek: Il Tempio di Giove-Baal

Foto 5 – Il Monolito di Baalbek

 

Costeggiando la cinta muraria del Tempio, si incontra un insieme di tre blocchi monolitici di circa 19 x 4,5 x 4 metri, il cosiddetto Trilithon. Non troppo distante dal sito archeologico, ai piedi di una collina situata a Sud-Ovest della città moderna, si trovano i resti delle antiche cave di pietre: in una di queste giace ancora nella sua posizione originale, in attesa di essere trasportato fino alla valle dei templi, un gigantesco monolito chiamato Hajjar el-Houble, o “Roccia della Partoriente” (foto 5), perché si credeva avesse la proprietà di favorire la fertilità nelle donne che vi fossero venute a contatto. Di fatto si tratta del più grande monolito del mondo lavorato dall’uomo, con le sue ben 2000 tonnellate di peso, e rappresenta ancora oggi un mistero per gli studiosi, che non riescono a capacitarsi come gli antichi potessero lavorare, sollevare, trasportare e posizionare blocchi di siffatta grandezza e peso, non disponendo dei moderni mezzi di costruzione. Nella foto 5 ci si può fare un’idea delle dimensioni di questo portentoso monolito: quello in basso, appoggiato sulla parete, sono io…

 


 

Byblos (Jbail)

 

La città di Byblos (l’odierna Jbail) sorge ad una quarantina di km a Nord da Beirut, ed è una delle città più antiche del mondo, essendo stata abitata ininterrottamente per più di settemila anni. Furono i Greci a darle questo nome, perché nel suo porto facevano scalo le navi che trasportavano il papiro egiziano (byblos, in greco) verso il mondo classico. Come molte altre città libanesi, soprattutto quelle costiere, Byblos conobbe un periodo di dominazione crociata tra il XII ed il XIII sec. Il possente Castello dei Crociati (foto 6) è una fortezza che ancora oggi domina la città, costruita nel XII sec. probabilmente sulle fondamenta di un edificio arabo del IX sec. Dai suoi bastioni è possibile dominare tutto il paesaggio circostante, in particolare il sito archeologico sottostante. Situato a Sud-Est della città, esso comprende tra i vari monumenti due edifici sacri risalenti al III millennio a.C.: il Tempio degli Obelischi (foto 7), dedicato al dio fenicio Rashef e così denominato per i numerosi obelischi ancora presenti, offerti al dio come ex-voto, ed il cosiddetto Tempio ad “L”, per la sua forma particolare.


Byblos: Resti del Castello dei Crociati

Byblos: Il Tempio degli Obelischi

Foto 6 – Byblos: Resti del Castello dei Crociati

Foto 7 – Byblos: Il Tempio degli Obelischi

 

A Sud-Ovest del Castello, invece, sorgono il Tempio di Baalat Gebal (2800 a.C.), dedicato alla Dea Madre Baalat Gebal, in seguito assimilata alle varie Iside-Hathor, Afrodite, Venere, ecc., e che ha dato origine ad un vivissimo culto millenario. Nella stessa zona si ammirano le vestigia del teatro romano e le Tombe dei Re fenici del II millennio a.C. In queste sepolture venne ritrovato il sarcofago del Re Ahiram, riccamente decorato e la cui iscrizione costituisce il più antico esempio di scrittura fenicia ritrovato. Il sarcofago è oggi conservato ed esposto nel museo archeologico nazionale di Beirut. Nella città medievale, alle spalle del porto, sorge magnifica la Chiesa di San Giovanni Battista (foto 8), la cui costruzione ad opera dei Crociati iniziò nel 1115. L’edificio, in stile romanico, presenta dei pregevoli mosaici bizantini ed è caratterizzato da un battistero esterno sormontato da una cupola (foto 9), che denota un’influenza italiana dovuta al fatto che la città, agli inizi del XII sec., fu per qualche anno dominio genovese. La chiesa, suddivisa in tre navate e tre absidi, è passata all’Ordine Maronita Libanese nel XVIII sec. ed oggi è nota come San Giovanni Marco.

 

Byblos: La Chiesa di San Giovanni Battista

Byblos: Il Battistero di San Giovanni Battista

Foto 8 – Byblos: La Chiesa di San Giovanni Battista

Foto 9 – Byblos: Il Battistero di San Giovanni Battista

 

 

 

 

Sidone (Saida)

 

Situata a 45 km a Sud di Beirut, Sidone (Saida in arabo) è la maggiore città del Libano meridionale. Secondo la Bibbia venne fondata da un bisnipote di Noè; nel XV sec. a.C. era uno dei più importanti porti fenici, sede di ricchi commerci tra cui quello celebre della porpora, una sostanza colorante preziosa estratta dalla conchiglia di un mollusco del genere Murex. All’inizio del XII secolo fu conquistata dai Crociati, che consideravano il suo porto strategico per gli sbarchi ed il successivo avanzare verso la Terra Santa. Rimase sotto il governo dei Cavalieri Templari fino alla fine del XIII sec. Oggi di questa parte tormentata della sua storia rimane il Castello del Mare (foto 10), imponente e ben conservata fortezza crociata costruita a difesa del porto, che ingloba nelle sue mura elementi di colonne romane (foto 11), e la Grande Moschea (foto 12-13), originariamente chiesa templare dedicata a San Giovanni degli Ospitalieri ed oggi convertita al culto musulmano.

 

 

 


Sidone: Il Castello del Mare

Sidone: Il Castello del Mare - Ingresso

Foto 10 – Sidone: Il Castello del Mare

Foto 11 – Sidone: Il Castello del Mare – Ingresso

 


Sidone: La Grande Moschea - Esterno

Sidone: La Grande Moschea - Interno

Foto 12 – Sidone: La Grande Moschea – Esterno

Foto 13 – Sidone: La Grande Moschea – Interno

 

A poca distanza da Sidone, si trovano i resti del Tempio fenicio di Echmoun, eretto nel VI-V sec. a.C. dal re di Sidone Echmounazar II. Il Tempio è dedicato anche alla dea Astarthe, che secondo la tradizione fu amante del dio Echmoun. Il culto di Astarthe prevedeva la realizzazione di un grande sedile di pietra sul quale veniva posta una statua della dea. Ad Echmoun è ancora possibile ammirare il Trono di Astarthe (foto 14) nel suo luogo di culto originario, e non sono molti quelli che si sono conservati. Astarthe è una delle figure mitologiche più importanti, presente sotto forma diversa in tutte le religioni in rappresentanza della Grande Madre o Forza Creatrice della Terra: era Iside per gli Egizi, Ishtar per gli Accadiani, Inanna per i Babilonesi, Afrodite per i Greci, Venere per i Romani, e così via.

 


Il Trono di Astarthe nel Tempio di Echmoun

Foto 14 – Il Trono di Astarthe nel Tempio di Echmoun

Tiro (Sour)

 

Situata anch’essa nella parte meridionale del Libano, a poca distanza da Sidone, Tiro (Sour in arabo) è una delle città più famose e cariche di storia; già ricco centro commerciale nel XIV sec. a.C. È noto dalla Bibbia che il re Hiram di Tiro aiutò il re Salomone nella costruzione del famoso tempio inviando a Gerusalemme maestranze artigiane e legno di cedro. Nel XII sec., dopo un lungo assedio, venne conquistata dai Crociati, che l’abbandonarono solo in seguito alla caduta di San Giovanni d’Acri. Oggi il sito archeologico di Tiro è inserito nel patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1979 ed è suddiviso in tre settori. Nel primo settore, che contiene prevalentemente vestigia romane, è possibile notare tracciato alla base di una scalinata il simbolo del Centro Sacro (foto 15). Non è un caso probabilmente, che a breve distanza, esternamente al sito archeologico vero e proprio, si trovano i resti di un’antica chiesa templare (foto 16), oggi in rovina, chiusa al pubblico e trascurata, come d’altronde lo sono tutti gli altri resti di origine cristiana (è noto che il Sud del Libano è a forte maggioranza musulmana).

 


Tiro: Simbolo del Centro Sacro

Tiro: Resti di un'antica chiesa templare

Foto 15 – Tiro: Simbolo del Centro Sacro

Foto 16 – Tiro: Resti di un’antica chiesa templare

 

Nel secondo settore vi sono contenute alcune colonne di granito rosa, tutto ciò che rimane della Cattedrale dei Crociati, costruita sui resti di una basilica precedente e restaurata dai Veneziani nel XII sec., con la dedicazione a San Marco. Dopo la partenza dei Crociati dalla Terra Santa, divenne il luogo dell’incoronazione del Re di Gerusalemme, allora in mano agli Arabi. Nel terzo settore, invece, è possibile ammirare la strada romana (foto 17) che attraversa l’antica necropoli del II-III sec., nella quale si trovano circa 300 tra sarcofagi riccamente decorati, cappelle e tombe di ogni dimensione. La strada conduce poi all’arco di trionfo del II sec. (foto 18), ai resti di un acquedotto romano ed infine al grandioso ippodromo (foto 19), uno dei più grandi e dei meglio conservati al mondo di epoca romana, che poteva contenere oltre 30.000 persone.

 


Tiro: Strada romana

Tiro: Arco di Trionfo

Tiro: Veduta dell'ippodromo

Foto 17 – Tiro: Strada romana

Foto 18 – Tiro: Arco di Trionfo

Foto 19 – Tiro: Veduta dell’ippodromo

 

Deir al-Qamar e Beittedine

 

Nella verdeggiante regione dello Chouf si trovano due località molto suggestive. La prima di esse è il Deir al-Qamar, o “Convento della Luna”, residenza degli emiri Maan che regnarono sul Libano nel XVI e XVII secolo. L’edificio religioso a cui fa riferimento il nome, era dedicato alla dea della luna Astarthe, il cui simbolo era una falce di luna rovesciata. Quando i Cristiani convertirono l’edificio in chiesa di culto, il simbolo venne parzialmente modificato con l’aggiunta di una croce. Nell’immagine della foto 20 è possibile vedere un esempio di questa singolare commistione di simbolismi, posto all’entratra della chiesa, nel quale compare anche un altro noto simbolo, quello del “fiore della vita” a sei petali.


Deir al-Qamar: simbolo della dea Astarthe

Foto 20 – Deir al-Qamar: Simbolo della dea Astarthe

con l’aggiunta della croce cristiana ed il fiore della vita

 

La seconda località è chiamata Beittedine (dall’arabo Beit ed-Din, “Casa della fede”); vi si trova un ricco complesso residenziale circondato da giardini e palazzi (foto 21). È un enorme palazzo, capolavoro dell’architettura orientale commista allo stile veneziano, di cui il principe arabo che diede inizio alla costruzione era particolarmente amante. Modernamente un’ala di questo palazzo costituisce la residenza estiva dei Presidenti del Libano e viene chiamato “Palazzo del Popolo”. Interno al palazzo si trova un bellissimo museo di mosaici bizantini, un esempio dei quali è mostrato nella foto 22 (tratta dal catalogo viaggi Best-Tours 2003). Si notano, in basso a sinistra, le immagini dei nodi di Salomone.

 


Il Palazzo di Beittedine

Beittedine: Mosaico bizantino

Foto 21 – Il Palazzo di Beittedine

Foto 22 – Beittedine: Mosaico bizantino

 


 

Anjar

 

Anjar si trova a 58 km a Sud di Beirut e rappresenta uno dei pochi esempi dei resti nel paese di pura architettura omayyade. Gli Omayyadi, prima dinastia ereditaria dell’Islam dopo la morte di Maometto, regnarono per circa un secolo dal 660 al 750 d.C., quando ad essi subentrarono gli Abbasidi. La cittadella fortificata di cui si possono ancora ammirare i resti, è costruita con lo stesso schema di un castrum romano: attraversata nel mezzo da due strade principali tra loro ortogonali (il cardus maximus ed il decumanus maximus), al centro del quale è posto il tetrapylon (foto 23), un gruppo di quattro colonne poste su piedistalli. Tra tutti i resti archeologici spiccano per imponenza e bellezza quelli del Palazzo del Grande Califfo, con le suggestive arcate di pietre bicrome (foto 24).

 


Anjar: Il Tetrapylon al centro della cittadella

Anjar: I resti del Palazzo del Grande Califfo

Foto 23 – Anjar: Il Tetrapylon al centro della cittadella

Foto 24 – Anjar: I resti del Palazzo del Grande Califfo

 


 

Tripoli

 

Situato sulla costa a 85 chilometri a Nord di Beirut, Tripoli è per grandezza e per numero di abitanti la seconda città del Libano. Fondata attorno all’800 a.C., era la sede della federazione di tre città stato fenicie: Byblos, Sidone ed Aradus, come attesta il nome stesso: Tripoli, infatti, deriva dalla locuzione greca tres poleis, che significa “tre città”. L’antico centro urbano era originariamente diviso in tre quartieri, occupati dai rappresentanti di ciascuna città, ma fu distrutto nel 543 d.C. da un terremoto. Ricostruito nel 635 dai califfi Omayyadi di Bagdad che avevano conquistato Tripoli, cadde nel 1109 in mano ai Crociati, che vi costruirono il maestoso Castello di Raymond di Saint-Gilles (foto 25). Alla fine del XIII sec., sconfitti i Crociati, il sultano mamelucco Qalaun riportò la città sotto il dominio arabo, ricostruì ed adattò il castello parzialmente distrutto. Oggi la città è divisa in due parti, la zona portuale, detta El-Mina, e la Città Vecchia, nucleo medievale ricco di monumenti notevoli come il maestoso Khan el-Kayyatin (“Caravanserraglio dei Sarti”), l’Hammam en-Nouri (il bagno turco, ancora funzionante), la Madrasa el-Qartawiyat (la scuola coranica, finemente decorata). Ma soprattutto si notano i due edifici religiosi più importanti: la Grande Moschea, costruita nel 1294 al posto della cattedrale crociata di cui ha conservato i portali nord ed ovest ed il campanile di stile lombardo, trasformato in minareto, e la Moschea di Taynal (XIV sec.), anch’essa edificata sulle rovine di una chiesa preesistente

 

 


Tripoli: Rovine del Castelo di Saint-Gilles

Foto 25 – Tripoli: Rovine del Castello di Saint-Gilles

 

Esoterismo & Simbologiaultima modifica: 2010-06-08T15:19:00+02:00da giovannisantoro
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