L’Alchimia Sessuale, il suo significato e i suoi rapporti con la Magia Sessuale “moderna”.

Seconda Parte

Tratto da: http://www.riflessioni.it/alchimia/alchimia-magia-sessuale-6.htm

 


Arbor NaturaeLa questione della parità dei sessi nello gnosticismo antico e il maschilismo mascherato:

A livello teorico la parità dei sessi è un fatto, a livello pratico dipende dal livello spirituale di chi compie i lavori, perché la discriminazione risiede prima di tutto nel pregiudizio di origine filosofica e religiosa dell’uomo, come della donna, che possono decidere di tenere l’altro nell’ignoranza, usandone le energie a proprio vantaggio.

L’autore di Cabala ed Erotismo propone una differenza precisa tra Gnosticismo Cristiano e Qabalah Ebraica a proposito dell’ascesa per entrambi i sessi:

«Il ritorno allo stato androgino originario dell’uomo» e «lo sforzo di trascendere la condizione femminile attraverso la trasformazione mistica della femmina in un “maschio”, ricorrono nell’antico pensiero cristiano e nello gnosticismo, ma sono estranei alla Weltanschaung del Talmud e della kabbaah teosofica. […] gli esseri umani possono unirsi nell’atto sessuale senza perdere la loro natura sessuale specifica; le manifestazioni divine superiori si suppone che raggiungono il loro stato ideale quando le potenze divine opposte sono unite, unione esplicitamente descritta attraverso la procedura di immagini sessuali. In nessun caso, alcuna parte di questa unione è vista come annullamento delle due sephiroth, o come l’emergere di un’altra potenza divina. Quel che caratterizza la concezione cabalistica, è l’insistenza per l’ottenimento di una relazione armoniosa tra principi opposti, la cui sostanza separata è indispensabile per il benessere dell’intero universo. […] la kabbalah teosofica non ha cercato una ristrutturazione drastica dell’esistenza, sia attraverso la trasformazione del femminile in maschile, sia  anche attraverso la loro fusione finale in un’entità bisessuata o asessuata [1].».

Proviamo a vedere se le cose stanno effettivamente così, ma sarà bene tenere sempre a mente che Cristo era un Ebreo e che il cristianesimo delle origini era riservato solamente ai giudei [2].

A) L’insegnamento segreto di Gesù, le Sette Discepole del Salvatore, la Maddalena, come Apostola degli apostoli e gnostico perfetto.

Che Cristo fosse un maschilista, come lo sono stati Paolo e Pietro [3], è difficile pensarlo, sia che si legga il Vecchio Testamento, sia che si esaminino i Vangeli Gnostici.
Soffermandoci su questi ultimi non è neanche così automatico giudicare Gesù come un riduzionista perché voleva “rendere la femmina un maschio”, viene più spontaneo chiedersi se non stesse elaborando una sua interpretazione dei testi sacri giudaici, magari confrontandola con i misteri degli altri popoli con cui gli ebrei avevano condiviso secoli di storia [4].

Prendendo per buona l’idea che i vangeli rappresentino veramente un frammento della vita di Gesù vista da altri, e che non sia tutta una invenzione o un rimaneggiamento posteriore, dovrebbe comunque quanto mai apparire singolare per chiunque la preferenza del Salvatore per Maria di Magdala. Senza scomodare un loro possibilissimo matrimonio, in ogni caso dai testi emerge che  Cristo la considerava la migliore tra i suoi discepoli, capace meglio di altri di diffondere il suo pensiero esoterico.

«Tre persone camminavano sempre con il signore: Maria sua madre, la sorella di lei, e la Maddalena, detta sua compagna, Maria, infatti, si chiamava sua sorella, sua madre e sua compagna. [5] »; «La Sofia, chiamata “sterile”, è la madre degli angeli; la compagna del Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli, e spesso la baciava sulla bocca. Gli altri discepoli, vedendolo con Maria, gli domandarono: “Perché l’ami più di noi tutti?”. II Salvatore rispose e disse loro: “Com’è ch’io non vi amo quanto lei?” [6]»;  «…dalla bocca, poiché se il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti, concepisce e genera per mezzo di un bacio. E per questo che noi ci baciamo l’un l’altro. Noi siamo fecondi dalla grazia che è in ognuno di noi [7].»; «Pietro disse a Maria: “Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne. Comunicaci le parole del Salvatore che tu ricordi, quelle che tu conosci, (ma) non noi; (quelle) che noi non abbiamo neppure udito”.  Maria rispose e disse: “Quello che a voi è nascosto, io ve lo comunicherò”.  […] Detto ciò, Maria tacque. Fin qui le aveva parlato il Salvatore. Ma Andrea replicò e disse ai fratelli: “Dite che cosa pensate di quanto ella ha detto. Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto ciò. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente insegnamenti diversi”.  Riguardo a queste stesse cose parlò anche Pietro. Egli li interrogò in merito al Salvatore: “Ha egli forse parlato realmente in segreto e non apertamente a una donna, senza che noi lo sapessimo? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l’ha anteposta a noi?”,  Maria allora pianse e disse a Pietro: “Pietro, fratello mio, che cosa credi dunque? Credi tu che io l’abbia inventato in cuor mio, o che io menta riguardo al Salvatore?”.  Levi replicò a Pietro dicendo: “Tu sei sempre irruente, Pietro! Ora io vedo che ti scagli contro la donna come (fanno) gli avversari. Se il Salvatore l’ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v’è dubbio, il Salvatore la conosce bene. Per questo amava lei più di noi. Dobbiamo piuttosto vergognarci, rivestirci dell’uomo perfetto, formarci come egli ci ha ordinato, e annunziare il Vangelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un’ulteriore legge, all’infuori di quanto ci disse il Salvatore”. Quando Levi ebbe detto ciò, essi presero ad andare per annunziare e predicare [8]

In un altro passo dei Vangeli gnostici viene spiegato come mai Cristo avesse riposto una così grande fiducia in una Donna, tanto da farne la sua portavoce, invece di scegliere un maschio “biologico” come Pietro, (da cui deriverà l’exoterica [9] Chiesa di Roma [10]), che viene sempre descritto come quello che la odiava:

«Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita”. Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli” [11]

Cosa voleva dire esattamente Cristo con questa frase? Evidentemente non quello che pensavano gli uomini del suo tempo, cioè che le Donne fossero impure e non fossero degne di poter ricevere insegnamenti sulla vita spirituale. Insegnamenti che prima e dopo la resurrezione Cristo rivelò a tutti i suoi discepoli, donne incluse, e che Maria di Magdala meglio di chiunque altro comprese meritandosi la fama di gnostico perfetto.

Nell’apocalisse di Giacomo, si legge che sette donne erano discepole di Gesù, ma solo di quattro di esse ci restano i nomi: Salome, Miriam, Marta e Arsinoe [12], perché subito dopo mancano 16 pagine. La Pistis Sophia, il Vangelo Tomaso, quello di Filippo e l’Apocalisse di Giacomo non nascondono che ai tempi di Gesù le discepole dovevano sembrare una “anomalia” agli occhi dei colleghi maschi, ma i discepoli fin quando Gesù fu presente non osarono contestare, al massimo interrogare e sopportare la situazione:

«Io sono contento della tua risposta e le cose (che hai detto) corrispondono al desiderio della mia anima. Tuttavia ti presento ancora una domanda “Chi sono le sette donne divenute tue discepole? Ed ecco che tutte le donne ti benedicono. Io intanto mi stupisco che vasi privi di forza siano diventati forti per opera della sensibilità che è in esse”. Il Signore rispose “Tu fai bene a meravigliarti di questa meraviglia… “ [13]».

Mancano quattro righe, quelle che ci avrebbero spiegato qualcosa, ma il testo è più che sufficiente per far dire agli studiosi che:

«Davanti a questo stato di cose è difficile non pensare a una tacita o aperta contrapposizione della comunità gnostica, dalla quale proviene Pistis Sophia, alla Chiesa ufficiale circa la posizione della donna nell’ambito della comunità e del culto cristiano: il nostro scritto non avvalla l’ordine di san Paolo: “mulieres in ecclesia taceant” [le donne tacciano in assemblea (da cui deriverà il nome Chiesa)] ordine che come in altri testi gnostici (ad es. il Vangelo copto di Tomaso, 114) è pressoché personificato proprio da san Pietro; significativa è la frase in cui si dice che Maria Maddalena ha la mente sempre pronta ma teme le “minacce di Pietro, il quale ha in odio il nostro genere (femminile)” (72,6), e ancora: “le donne  la finiscano di domandare, affinché possiamo domandare anche noi!” (146, 1) ed è illuminante la risposta di Gesù (rivolto alle discepole): “Anche ai vostri fratelli maschi date l’occasione di presentare domande” (146, 1). […] In Pistis Sophia, agli Apostoli e alle donne sono riconosciute un’ autorità  e una dignità che non incontriamo in alcun altro scritto così antico. Essi solamente sono i detentori degli insegnamenti di Gesù, e non tanto di quelli comunicati dal Maestro durante la sua vita terrena, bensì di quelle rivelazioni impartite dopo la risurrezione, riservate a loro e ai loro discepoli, cioè agli gnostici [1]

In effetti tutto il libro è pervaso da insegnamenti e da “riconoscimenti” elargiti da Gesù ai suoi discepoli, siano essi femmine o maschi, l’importante è che siano in grado di comprendere questa parte della sua dottrina escatologica, che rivela solamente dopo la sua resurrezione, così che essi possano insegnarla ad altri quando di nuovo li lascerà:

«Udite queste parole di Tomaso, il primo mistero gli disse: “Benissimo, Tomaso! Tu beato! Questa è la soluzione dell’inno pronunciato da Pistis Sophia” [2]

Questa formula fissa, «Benissimo! Tu beato!», chiude numerosissimi inni, e di volta in volta i  premiati sono Filippo, Marta, Giacomo, Pietro, Maria, ecc.
La più “premiata” è Maria e le lodi a lei rivolte non sono semplici “carezze”, ma ne indicano l’autorità, sia per le domande che questa pone, sia per le risposte che dà, senza contare che è l’unica a non perdersi mai di coraggio e ad intercedere per gli altri, anche quando tutti smettono di ascoltare e si disperano perché le cose si fanno troppo difficili, irritando notevolmente il Salvatore:

«Detto questo ai suoi discepoli soggiunse: “Chi ha orecchie da intendere, intenda”. Udite queste parole del salvatore, Maria rimase un’ora (con gli occhi) fissi nell’aria; poi disse: “Signore, comandami di parlare apertamente”. Gesù, misericordioso, rispose a Maria: “Tu beata, Maria. Ti renderò perfetta in tutti i misteri di quelli dell’alto. Parla apertamente tu il cui cuore è rivolto al regno dei celi più di tutti i tuoi fratelli” [3].»; «Allorché Maria terminò di pronunciare queste parole, egli disse: “Benissimo, Maria! Tu, infatti sei la più beata di tutte le donne della terra, perché tu sarai la pienezza di tutte le pienezze e il compimento di tutto i compimenti” [4].»; «Allorché Gesù terminò di pronunciare queste parole, gli si precipitò davanti Maria Maddalena e gli disse: “Signore, il mio abitante della luce ha orecchie, e io afferro ogni parola che tu dici. […] Quando ella terminò di pronunciare queste parole, il salvatore rimase molto stupito delle risposte date: ella, infatti, era diventata un pneuma integralmente puro. Gesù le rispose, dicendo. “Bene! Tu sei pneumatica e pura, Maria. Questa è la soluzione della parola” [5]»; «Udite queste parole di Gesù, i discepoli si scoraggiarono e smisero di ascoltare. Allora si fece avanti Maria Maddalena, … esclamò: “abbi misericordia di me , mio Signore, poiché i miei fratelli, dopo aver udito le parole che hai detto, smisero di ascoltare! … dov’è sulla terra quell’uomo che abbia la capacità di comprendere tale mistero… Ascoltate queste parole di Maria e riconosciuto che i discepoli, dopo aver ascoltato cominciavano a scoraggiarsi, Gesù fece loro coraggio … [6] »;  « “[…] Questa cosa mio signore per me è difficile.” Allorché Andrea finì di parlare, lo spirito del Salvatore si agitò, ed egli esclamò: “Fino a quando vi debbo sopportare? Fino a quando mi debbo intrattenere con voi? Tuttora non avete compreso e siete ignoranti. Non sapete, dunque, e non capite che voi, tutti gli angeli, tutti gli arcangeli, gli dèi, i signori, tutti gli arconti, tutti i grandi invisibili, tutti quelli [del luogo] di mezzo, quelli dell’intero luogo della destra, tutti grandi delle emanazioni della luce e tutta a loro gloria [non capite] che tutti voi insieme provenite da un’unica e identica pasta, che tutti voi provenite dalla stessa miscela? [7]»

E’ evidente che la predilezione per Maria non era il capriccio di un uomo innamorato, ma il risultato di una concezione filosofica e teologica e di una mente sempre pronta a fare domande e cercare risposte e a condividerle con gli altri:

«Dopo che Salome parlò così, irruppe la forza luminosa che era in Maria Maddalena, la quale disse al salvatore: “Mio signore, ordinami di parlare a mia sorella Salome per dirle la soluzione della parola da lei pronunciata.” Udite queste parole di Maria, il salvatore la proclamò beata. Poi il salvatore rispose, e disse a Maria: “Maria ti comando di dire la soluzione della parola pronunciata da Salome”. […] Dopo che Maria parlò così Salome si precipitò verso Maria, e la baciò di nuovo; poi Salome disse: “Il Salvatore ha forza bastante per rendermi intelligente come te”. Udite le parole di Maria, il salvatore la proclamò molto beata.» .

Un’altra testimonianza della presenza delle Donne nel seguito di Gesù, della loro importanza e del loro attaccamento al Signore, ci viene anche dai Vangeli canonici [8] .

«[2] C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, [3] Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni (Luca 8: 2 – 3 ).»

Quando Cristo andava a predicare di città in villaggio vi erano dunque anche donne, da lui “guarite”, ricche e libere di amministrare i loro averi, anche se nel complesso sembra che si trattasse di famiglie agiate, composte di fratelli e sorelle o mogli e mariti.

Sempre nei Vangeli canonici Cristo apparirà alle Donne prima che agli apostoli, e Maria sarà la prima a vedere Gesù e ad annunziare le sue parole. Gli Apostoli, al contrario dubiteranno:

«[Vangelo di Giovanni 20] [11] Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro [12] e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. [13] Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”. [14] Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. [15] Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. [16] Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro! »; «[Vangelo secondo Matteo 28] [5] Ma l’angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. [6] Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.  [7] Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. [8] Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. [9] Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. [10] Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.  […] [16] Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. [17] Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. »; « [Vangelo di Luca 24 ] [L’angelo parla alle donne] [6] Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, [7] dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”. [8] Ed esse si ricordarono delle sue parole. [9] E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. [10] Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. [11] Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.»; «[Vangelo di Marco 16] [1] Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. […] [5] Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. [6] Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. [7] Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. [8] Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura. [9] Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni. [[10] Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. [11] Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.[12] Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. [13] Anch’essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere. [14] Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.»

B) Maria Maddalena, la Prostituta e la Donna Nuda.

Maria non era dunque una prostituta, come per secoli ci è stato tramandato, ma una donna libera, che Gesù aveva “guarito”, facendo uscire da lei Sette Demoni [1] , cioè l’aveva iniziata.
L’idea di Maria Maddalena prostituta ebbe origine perché: «I Vangeli citano tre donne che si possono confondere con la Maddalena […] [2].

«Nel VI secolo il papa Gregorio Magno credette in dovere di affermare nelle sue Omelie, soprattutto nella XXXIII, che la “donna designata da Luca come peccatrice, chiamata Maria da Giovanni, è la stessa della quale Marco testimonia che fu liberata dai sette demoni”. Durante il medioevo furono rarissimi coloro che si mostrarono restii ad accettare questa interpretazione [3]

Il nome Maria, (in ebraico Myriam, in egiziano MRY l’amata), era diffusissimo nell’antica Palestina, perché questo era stato il nome di Maria la Profetessa [4], sorella non solo di Aronne, da cui era derivata la casta sacerdotale, ma anche di Mosè, colui che aveva introdotto il monoteismo e guidato il popolo ebraico fuori dall’Egitto. Nell’epoca successiva questo nome continuò a essere usato per indicare la Madre di Gesù. Nella Bibbia il nome Maria compare 68 volte, ma solo 12 riguardano Maria di Magdala. Nel XII secolo la dedizione per lei era ancora così forte che quando fu redatta la Guida del Pellegrino, il viaggiatore penitente sapeva benissimo che una delle quattro strade di Santiago partiva da Vézelay, luogo nel quale si trovava una basilica grandiosa e bellissima nella quale erano celebrate feste sontuose il 22 luglio, perché li riposava il santissimo corpo della beata Maria Maddalena. In questo stesso luogo, proprio perché molto frequentato, San Bernardo scelse di predicare la seconda crociata [5].  Secondo lo storico Georges Duby «dal Mediterraneo orientale, attraverso l’Italia del Sud, il culto della Santa si diffuse in occidente e in primo luogo in Inghilterra.»

«Nell’VIII secolo le tracce più antiche appaiono in questo paese, strettamente legato a Roma a partire dalla sua recente evangelizzazione, e di qui alle fonti bizantine. I suoi monasteri benedettini erano allora avamposti della ricerca spirituale e i missionari usciti da queste abbazie trasportavano sul continente i germi della devozione magdaleniana. In cambio fu senza dubbio nei grandi monasteri franchi, soprattutto a Saint-Benoit-sur-Loire, allora laboratorio fecondo d’innovazioni liturgiche, che prese forma, partendo dalle letture dell’ufficio notturno della domenica di Pasqua, un gioco scenico, del quale Dunstan , arcivescovo di Canterbury, descrisse la rappresentazione alla fine del X secolo [6]

La rappresentazione monastica consisteva in una rievocazione della resurrezione di Cristo, alla quale era stata presente solo la Maddalena. La parte della Santa era recitata da un uomo, ma «alla metà del XII secolo è probabile che lo spettacolo fosse giù uscito dal chiostro e divenuto pubblico [7]». Sempre nel X secolo ad Oddone, abate di Cluny, viene attribuito il più antico “sermone per venerare Maria Maddalena” composto da un uomo per essere letto il 22 luglio, festa della santa,  davanti ad altri uomini.  In realtà non conoscendo né data né autore sembra più probabile che sia stato elaborato un secolo dopo in Borgogna, perché si tratta di un «commentario al testo evangelico condotto secondo i procedimenti deduttivi che impiegavano i dotti nell’abbazia di Saint Germani-d’Auxerre alla fine dell’epoca carolingia [8]», il cui fine è quello di trarre dalle scritture un insegnamento morale. In esso la figura della donna, della mulier, termine con cui la Maddalena viene celebrata, mostra ai monaci di sesso maschile, per loro ammaestramento spirituale, non l’immagine di una peccatrice, ma di «una dama, una donna che ha conosciuto la vita, che è arrivata a distaccarsi dalle cose della terra per avvicinarsi a quelle del cielo. Questa donna è fortunata, generosa, “largissime”, perché è di buon lignaggio, “clarissime”, e dispone liberamente delle proprie ricchezze [9]

Il tentativo di saldare la figura carismatica di Maria di Magdala all’immagine della prostituta biblica penitente, per cancellare una volta per tutte il potente cristianesimo gnostico, non funzionò. La paura che i seguaci di Maria nutrivano nei confronti dei seguaci di Pietro si materializzò come una oscura profezia nella lontana terra di Francia, nella quale nacquero i Catari e i Templari, che la Chiesa di Roma cercò invano di annientare. La sua figura, quindi, non perse autorità, ma legatasi  alle corti d’amore e alle  Madonne Nere, cioè al ricordo degli antichi culti pagani dedicati alla Dea Madre, restò potente e radicato, diffondendosi in tutta Europa, fino ai giorni nostri, perché invocarla rendeva:

«la vista ai cechi, la parola ai muti, il movimento ai paralitici, la calma agli indemoniati, – ossia gli stessi miracoli che aveva compiuto il Cristo. Infine e soprattutto, “per amore di Maria Maddalena, il Signore perdona i peccati ai peccatori”. C’è tutto: le guarigioni, il peccato, l’amore, le lacrime, il riscatto. Quanto basta a spiegare il clamoroso successo, allora uno dei più frequentati dell’occidente […] [10]

Probabilmente, l’idea di rendere la Maddalena una prostituta non venne casualmente a Gregorio Magno, ma fu forse dovuta alla visione distorta che i Padri della Chiesa avevano dato della dottrina gnostica. Nell’Apocalisse di Pietro per esempio vi era un riferimento a un uomo che dava falsi insegnamenti: «(altri saranno chiamati dal nome) di un uomo che ha una donna nuda, multiforme e soggetta a sofferenze molteplici [11].» Quest’uomo che andava in giro con una donna nuda, viene comunemente associato a Simon Mago e la donna era una certa Elena che lo accompagnava. Simone compare negli Atti degli Apostoli (8,9 – 9,24) solo per essere presentato come un falso messia, capace però di mettere in crisi l’autorevolezza di  Pietro e degli apostoli, finché ovviamente non viene sconfitto e si converte. Viene descritto come un mago, ma non sembra un fattore negativo, se non per il fatto che la sua capacità di fare prodigi, non è pari a quella di Pietro la cui magia deriva direttamente dallo Spirito Santo. Descritto come geloso di questi poteri si racconta che cercò di farsi vendere il loro segreto, cosa che fece infuriare Pietro che lo esortò a pentirsi e convertirsi. Da questo episodio trae origine in nome “simonia” di cui verranno accusati per secoli Papi e Clero.
Anche Ireneo lo condanna, ma involontariamente fa emergere un’altra realtà, quando dice che «Simone di Samaria, dal quale derivano tutte le eresie, costruì una setta su questo sistema.»:

«Comprò a Tiro una certa Elena che faceva la prostituta e percorse tutto il paese con lei affermando che lei era il suo primo pensiero, la madre di tutte le cose, quella dalla quale, in origine, ebbe l’idea di fare gli angeli e gli arcangeli”, lei era il pensiero scaturito dal Padre, disceso verso i luoghi inferiori poiché il Padre e il suo pensiero (ènnoia-Elena) erano totalmente ignorati dal mondo; “Fu fatta prigioniera dalle potenze e dagli angeli scaturiti da lei. Siccome non le fu possibile risalire verso il Padre, da essi fu oppressa e oltraggiata in ogni modo, fino a venire rinchiusa in un corpo umano… Passando di corpo in corpo e subendo oltraggi di continuo andò a finire in un luogo di prostituzione: era la pecora smarrita. (Adv. Haer., I, 23, 2) [12]»

È evidente che il termine prostituta non va confuso con la pratica antica della “prostituzione sacra”, ma è una metafora che si ricollega all’anima, perché nella «“donna nuda” come nelle sue sofferenze si nasconde un’allegoria usuale dello gnosticismo: l’anima scesa dall’alto [13]

Qui forse trova spiegazione una certa supposizione di Ceronetti sui Fedeli d’Amore, da lui presentati come gnostici usando come esempio una poesia di Dante, nella quale si parla della prima apparizione di Beatrice. Questo testo sembra effettivamente velare la dottrina della gnosi [14], il problema è che il commentatore ce li presenta un po’ “troppo fedeli alla visione di Ireneo” e a questo preferisco non credere, anche se di certo altri lo hanno fatto  come vedremo più avanti:

«Il sanguigno, colore della fenice è anche il colore dell’angiola giovanissima, la fenice detta Beatrice, che non muore che per risorgere. Chi veramente ama, l’amante della Sapienza? Forse, all’interna Sofia di luce, corrisponde a volte una incarnazione esterna, un modello femminile della Vergine androgina. Si prende una donna, osso delle mie ossa e carne della mia carne, e le si scarica dentro, disperatamente, tutto il desiderio concepito per un eone luminoso, un’inafferrabile essenza senza corpo: una donna che, per essere nel mondo la Vergine di Luce, non può essere che una prostituta. Per le case dei Fedeli d’Amore girava, forse, una prostituta sacra che era posseduta ritualmente, amata e venerata come l’unica fenice, la propria luce perduta. [15]»

Questa idea dell’anima caduta associata ad una prostituta, ha evidentemente ingenerato una interpretazione che non deve essere confusa con le parole di Gesù riguardo al “mistero della femmina che si cambia in maschio”, anche se nessuna delle due situazioni, alla fine, è favorevole alla donna.

C) Il “Mistero” della Femmina trasformata in Maschio.

I primi cristiani e i primi gnostici erano ebrei che avevano accettato la venuta del salvatore come i sacri testi avevano predetto, ma Gesù aveva di certo conoscenze molto più vaste di quelle degli altri Rabbi e della gente comune, perché esisteva anche un esoterismo giudeo. Giuseppe Flavio parla di “asya”, (gli Esseni), che in aramaico significa ‘medico’:

«come di guaritori del corpo e della mente: “Nutrono uno straordinario interesse per le opere degli autori antichi, prediligono quelle che giovano all’anima e al corpo […]”. Ciò ha fatto pensare ad un patrimonio di conoscenze segrete risalenti a Salomone in possesso di gruppi rigorosamente esoterici, tra i quali qualcuno ha voluto collocare anche gli Esseni. D’altra parte sono stati ipotizzati anche dei contatti segreti con i Terapeuti (“guaritori”, dal greco)”, che operavano ad Alessandria, in Egitto. Dalle altre informazioni fornite da Giuseppe Flavio sugli Esseni si possono enucleare i seguenti punti fondamentali: […] Ne emerge l’immagine di una sorta di ordine religioso di impostazione ascetica […]. Una questione controversa riguardava la regola del celibato. Plinio il Vecchio li definisce infatti una “genìa entro la quale non nasce nessuno”, ma Giuseppe Flavio afferma: “Vi era anche un altro gruppo di Esseni, simile a quello precedente nella vita, negli usi e nelle leggi, ma diverso per la concezione del matrimonio.»

Questi ultimi sembrano più vicini alle concezioni dei cabalisti: «Ritengono infatti che chi non si sposa è come se amputasse la parte principale della vita, la sua propagazione, e anzi osservano che se tutti la pensassero in quel modo il genere umano si estinguerebbe ben presto” [1].».

Nella Pistis Sophia sembra invece emergere una concezione maggiormente ascetica nel capitolo che si intitola «Le due parti complementari – nell’uomo e nella donna – costrette a unirsi» a causa degli arconti che vogliono manifestarsi nel mondo attraverso i loro corpo.

Una dicotomia, quella della castità/celibato versus unione sessuale/matrimonio, che riguarda tutti gli ordini esoterici dalle origini; ma sia che si decida di portare o non portare altre anime sulla terra,  alla fine tutti appaiono  accomunati dallo stesso desiderio di  ritorno “nell’utero divino” di un dio “Padre”. Il vescovo gnostico Valentino dette la sua interpretazione riguardo a questa necessità di  “reintegrazione” da parte dell’essere umano, spiegando che l’originario Adamo cosmico del paradiso terrestre fu diviso, come nel mito dell’androgino di Platone, in maschio e femmina, quando gli venne tolta una costola per dar vita ad  Eva. La reintegrazione è possibile, dunque solo per mezzo della ricomposizione di queste due parti:

«[…] se la donna non si fosse separata dall’uomo, non sarebbe morta con l’uomo: all’origine della morte ci fu la sua separazione. Perciò il Cristo è venuto a porre riparo alla separazione che ebbe inizio fin dal principio, e a unire nuovamente i due, a vivificare coloro che erano morti a motivo della separazione. [2]» «Nei giorni in cui Eva si trovava in Adamo, la morte non c’era; la morte sopravvenne allorché Eva fu separata da lui. Se rientra in lui, e se egli la prende in sé, la morte non ci sarà più. [3]».

Per capire meglio è bene fare un passo indietro.
Nel primo libro della Genesi si dice che “l’uomo” fu creato a immagine e somiglianza di Elohim:

«[Genesi I, 27] Dio [Elohim] creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.».

La vera traduzione per Elohim è “Dei”, sostantivo plurale della parola “divinità” usato nella Genesi. Dio era quindi femmina e  maschio, ma creò l’essere umano, come un essere ermafrodita come lui, che poi fu diviso in due sessi distinti, o creò due esseri distinti ermafroditi? Non è facile capirlo, ma questo passo non può stare senza quello più famoso del secondo libro della Genesi e per questo motivo molto probabilmente è riuscito a resistere alla revisione dei testi in chiave monotesita: «[Genesi, II, 23] Allora l’uomo disse:”Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa, perché dall’uomo è stata tolta”. [24] Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.».

Adamo sospira dicendo: “questa volta è carne della mia carne”. C’era stata quindi un’altra volta?
Secondo i testi sacri pre-biblici “scartati” nella composizione del Vecchio Testamento, effettivamente la prima compagna di Adamo era stata un’altra:  Lilith [4].
Lilith e Adamo furono i primi Esseri Umani Primordiali, ma visto che il mito della creazione di Eva è associato a una nascita per “divisione”, questi due primi esseri fatti a immagine e somiglianza di Elohim, dovevano essere stati creati per “clonazione se Adamo poté essere diviso in maschio e femmina. Entrambi dovevano avere una natura ermafrodita originaria (dove femminile e maschile erano una “unica miscela”), ma polarizzata inversamente come accade nelle lumache, a scopo moltiplicativo-riproduttivo. Se Adamo fu diviso, allora anche Lilith aveva la stessa potenzialità, cioè si sarebbe potuto trarre da lei un essere di sesso maschile. Qualcosa andò storto se Lilith sparisce dalla storia trasformata in demone e Adamo rimane solo e Elohim lo divide in due:

«Adamo e Lilith non ebbero mai pace insieme, perché quando egli voleva giacere con lei, la donna si offendeva per la posizione impostale: “Perché mai devo stendermi sotto di te?” chiese! Anch’io sono fatta di polvere e quindi sono tua uguale”. Poiché Adamo voleva ottenere la sua ubbidienza con la forza, Lilith irata mormorò il sacro nome di Dio, si librò nell’aria e lo abbandonò. […]. Alcuni asseriscono che Lilith regnò come una regina a Zmargad, e poi a Sheba (Saba), e che la demone fu distrutta dai figli di Giacobbe. Ma essa sfuggì alla maledizione mortale che colpì Adamo, poiché si era separata da lui, molto prima della caduta [5]

Tutto questo ci riporta alla necessità di una posizione “paritaria” tra i Cherubini, che quando non hanno più lo sguardo l’uno nell’altro si annunciano tempi di crisi. Questo accadde di certo ad Adamo, il quale, non trovando accordo con Lilith [6], ne pagò il prezzo con la “divisione”, la prima vera caduta, il primo passo fuori dal paradiso [7].

Se l’Adamo Primordiale è dunque disperso tra esseri umani femminili e maschili, la reintegrazione allo stato paradisiaco non può che avvenire attraverso una ricomposizione, e questi due frammenti di origine valentiniana spiegano come:

“[I Valentiniani] chiamano maschi gli elementi angelici […] e le femmine sono essi stessi seme superiore […]. Come nel caso di Adamo l’elemento maschile restò in lui, mentre tutto il seme femminile, tratto da lui, è diventato Eva, dalla quale derivano tutti gli esseri femminili, come da Adamo tutti i maschili. Gli elementi [angelici] maschili si sono concentrati con il Logos.  Gli elementi femminili [seme superiore] si sono mutati in uomini [esseri umani], si uniscono agli angeli ed entrano nel Pleroma. E’ per questo che si dice “la femmina si cambia in uomo” e la Chiesa di quaggiù in angeli […]. Noi siamo morti, noi che l’esistenza di quaggiù ha introdotto in uno stato di morte. Ma i maschi [gli elementi angelici] sono vivi: essi non partecipano dell’esistenza di quaggiù. [8] ».

Qui bisogna stare bene attenti al significato diverso che hanno gli stessi termini in italiano, quindi farò abbondante uso di virgolette. I “maschi” non sono gli uomini di sesso maschile, ma potenze angeliche penetranti, mentre gli esseri umani sono le “femmine”, seme superiore, ma ricevente la grazia divina. Questa situazione ricorda quella della Cabala Estatica. Tutti gli esseri umani nel loro insieme sono quindi l’Adamo primordiale, divisi in maschi o femmine: le femmine derivano dalla costola, ma sono sempre parte di Adamo. Quando gli angeli (i maschi) si uniscono agli esseri umani (le femmine), lo fanno come in un matrimonio, perché in questo modo vengono reintegrati non solo allo stato di Adam Kadmon cioè ogni metà trova il suo completamento in un angelo corrispondente, ma si ottiene anche l’apocatastasis, cioè la possibilità di ascendere e tornare a unirsi addirittura a Dio.

«Vi sono spiriti impuri maschili e (spiriti impuri) femminili: i maschili si associano alle anime che hanno preso domicilio in corpi di femmine, e i femminili sono associati a quelle dei corpi degli uomini, a motivo di colui che disobbedì; e non sfugge loro alcuno – poiché essi lo trattengono -, a meno che uno riceva una forza maschile e una forza femminile e cioè quella del fidanzato e della fidanzata. Questo, poi, si riceve, in immagine, nella camera nuziale.»

I Demoni impuri maschili vanno dalle donne e i demoni impuri femminili vanno dagli uomini per poi farli cercare tra sé. I demoni lasciano il corpo solo attraverso la rinuncia alle passioni del mondo e una serie di purificazioni e sigillazioni. Gli angeli, “i maschi”, giungono allora agli esseri umani e chi riceve il proprio “angelo”, in forma di fidanzata o fidanzato, è salvo. Le forze negative, infatti, non possono più vederli, perché sono divenuto simili a vasi pieni e ben chiusi, così come quando due coniugi sono uniti e gli altri stanno loro lontani:

«Quando donne sciocche vedono un uomo che se ne sta tutto solo, lo assalgono, folleggiano e lo contaminano. Allo stesso modo, quando uomini sciocchi vedono una bella donna tutta sola, la persuadono e le usano violenza perché vogliono contaminarla. Ma se vedono un uomo e una donna insieme, le donne non possono avvicinarsi all’uomo, e gli uomini non possono avvicinarsi alla donna. La stessa cosa avviene quando l’immagine e l’angelo si uniscono: nessuno osa andare verso l’uomo o verso la donna.»

Le due metà di Adamo per ricongiungersi devono fare il percorso inverso a quello della creazione fisica, devono unirsi spiritualmente ai loro angeli. Secondo questa teoria, non ci sarebbe bisogno di nessun matrimonio fisico tra coniugi, a meno che non si consideri la procreazione come un modo per permettere l’unione tra i “maschi e le femmine”, fino a quando la reintegrazione delle anime disperse non sarà ultimata con la seconda venuta di Cristo. Un modo per fregare gli arconti sul loro terreno.

Il mistero della “femmina” che si cambia in “maschio” non è altro quindi che l’identificazione dell’umanità adamitica in questa “femmina” e degli angeli con “il maschio”. In parole povere lo spirito per sottrarre l’anima alla materia, l’attira a sé usando gli angeli che desiderano riunirsi alla loro metà caduta nella carne, cioè sfruttando il desiderio stesso dell’anima di ricostruire l’unità primordiale perduta. A quel punto l’anima avrà la forza anche di ricongiungersi con la fonte primaria, perché non solo Adamo è stato diviso, ma è anche finito fuori dal “paradiso”. Donne e Uomini devono tutti quanti essere reintegrati, non può esserci alcuna discriminazione. Il problema è che questa visione delle cose non dà proprio un senso di parità tra donna e uomo, perché lo gnosticismo non ha realmente risolto il maschilismo del Vecchio Testamento, ma lo ha avallato insieme al Cristianesimo.

D) Il maschilismo dissimulato e la negazione della femminilità

Far derivare gli uomini e le donne da Adamo ha avuto ripercussioni culturali devastanti. Ha contribuito non solo a creare l’idea che donna e uomo siano due metà di un intero maschile, ma che i due non abbiano pari diritti, doveri e possibilità, perché nella fantasia maschile cristiana è Eva che ha colto il frutto proibito e in quella gnostica è un Eone femminile che è caduto facendosi ingannare da un arconte cattivo. San Paolo, che era un ebreo ellenizzato e i padri della chiesa dopo di lui, resero questo paradosso un dogma divino incontestabile come il creazionismo e la verginità di Maria, accogliendo ben volentieri le concezioni maschiliste della cultura greco romana [1].
Elevarono quindi a paradigma una presunta e infondata “inferiorità della donna” attraverso una serie di pregiudizi aristotelico-platonici: come la fragilità di spirito delle donne (imbecillitas mentis), la leggerezza mentale, la debolezza relativa al sesso (infitmitas sexus) [2], la tendenza a divenire “prostitute” o compagne del demonio, se non si accompagnano a un marito. Come dire: alla donna tutti i difetti e all’uomo tutte le virtù.

Ancora oggi questa pesante dicotomia domina molte società e strati della popolazione che credono nell’esistenza di pregi e capacità tipicamente maschili/solari e difetti e limiti tipicamente femminili/lunari. Anche la visione gnostica di Cristo, che a mio avviso fu comunque il primo tentativo di stabilire uguali diritti e doveri per tutti, nel tempo deragliò perché i suoi seguaci accettavano malvolentieri le idee “paritarie” del loro Maestro e gli Gnostici, come i Cristiani tesero con il tempo a esercitare sempre più controllo sul ruolo delle donne nelle loro comunità.

Giacomo, per esempio, nella sua apocalisse, interroga ulteriormente Gesù sulla femminilità e questi risponde:

«poiché tu hai domandato a proposito della femminilità: la femminilità esisteva, ma la femminilità prima non c’era. Essa preparò forze e dei. Ma quando io venni, essa non esisteva. (Io esistevo), perché io sono l’immagine di colui che è. [3] »

Colui che è non è Javhè, perché gli gnostici lo consideravano un Dio minore, un arconte bugiardo, il vero Demone che tiene il mondo oppresso dalla materia, impedendo agli esseri umani di vedere il vero Dio dietro di lui. Fu lui che divise Adamo da Eva. In teoria Colui che è dovrebbe essere Elohim se si considera l’affermazione contenuta nella Pistis Sophia, secondo cui veniamo tutti dalla stessa miscela, cosa che spiegherebbe perché in origine il femminile non esisteva distinto dal maschile. Purtroppo però le parole di Cristo riportate dai vangeli fanno sempre riferimento a un dio Padre, e questo confonde la questione ingenerando il dubbio che siano stati i suoi seguaci a inserire nelle trascrizioni dei suoi discorsi un dio Padre non riuscendo a capire o a sopportare la natura di Elohim.
In ogni caso il risultato è stato che questa negazione della femminilità, non spiegata a livello teologico e avallata a livello biologico da un monoteismo maschilista, ha cancellato la dea Venere, la Dea Madre, Lilith e Elohim in un colpo solo, sostituendole con un solitario Dio Padre, una Donna Vergine e un uomo che aveva un surrogato di costola per compagna. Per conseguenza le donne pagane, costrette a convertirsi al cristianesimo, sono state obbligate a rinnegare la loro natura femminile, insieme ai loro diritti di individui, per identificarsi nell’immagine di un Uomo primordiale, un androgino polarizzato al maschile, di cui esse non sarebbero state altro che l’aspetto più debole, estratto per fargli compagnia. Certo se Cristo avesse scelto di incarnarsi in un corpo di donna le cose sarebbero andate diversamente, ma molto probabilmente sapeva che, appena si fosse messo a predicare, niente lo avrebbe salvato dalla lapidazione, neanche essere la figlia del gran sacerdote o del re [4].

Se questi sono i miti che hanno dominato per 2000 anni la nostra storia, diventa facile capire perché sempre più donne, non trovandosi rappresentate né nel cristianesimo né nello gnosticismo, da qualche secolo si dichiarino polemicamente discendenti o seguaci di Lilith, senza sapere che scelta più azzeccata non potevano farla. Questa mitica “progenitrice”, infatti, non solo offre una immagine di “emancipazione femminile”, ma a livello teologico non avrebbero bisogno di nessuna reintegrazione adamitica, perché non è mai stata divisa e si separò da Adamo prima della caduta!
Volgendosi al neopaganesimo a che tipo di divinità aspirano le donne? Al solo culto della Dea? Ad un culto della Dea e del Dio come coppia divina? A un culto di una Divinità Androgina polarizzata al femminile? Il problema sembra riproporsi eternamente se restiamo nel campo della religione, della lotta dei sessi, invece che in quello dei simboli:

«La Psicologa Ginette Paris alla domanda “Ma lei crede veramente agli Dei? “rispose “No, ma li amo al punto che è come se esistessero e allora inevitabilmente arriva un momento in cui qualcuno mi domanda: “Fino a che punto credi davvero a questi dei e a queste Dee pagane?”. Io non ci credo affatto. Né più né meno di quanto abbia creduto all’ego, al superego, al , al conscio, all’inconscio, al complesso di Edipo, di Cassandra, di Cenerentola o di Peter Pan, né più né meno di quanto creda a tutte le nozioni inventate dalla psicologia per definire delle dinamiche interiori: repressione, ipercompensazione, scompenso, depressione, proiezione, introiezione, retroflessione, fusione, transfert, controtransfert, attualizzazione del sé, complessi, archetipi, individuazione … Neppure tutto questo esiste realmente, vero? Si tratta di concetti e di metafore utili che ci permettono di cogliere la vita interiore”. [5]»

La Visione Alchemica rispetto a quella cabalistico-gnostico-cristiana

A causa della metafora dell’Ermafrodito, anchel’Alchimia viene tacciata di maschilismo. Questa idea è completamente infondata ed è meglio correggerla ancora prima di continuare. L’Arte Trasmutatoria non deriva né dalla religione ebraica né da quella cristiana, e quindi non ha niente a che vedere con la visione cabalistica o con l’esoterismo delle chiese gnostiche. L’Alchimia non è una religione, non ha teologie o miti, è un’attività trasformativa antica come il mondo, che si muove nel tempo adottando di volta in volta le metafore culturali (cristiane, gnostiche, neoplatoniche, psicologiche) delle civiltà che la ereditano e la sviluppano.
Nella sua essenza più pura non è altro che un occhio scientifico, pagano e Panteista, che osserva “al microscopio” le trasformazioni della Natura, che è Una e Molteplice, traendone insegnamenti spirituali. L’Alchimia è dunque niente altro che una Scienza Filosofica e Mistica, perché è dalla ricerca dei meccanismi che regolano l’universo microcosmico e macrocosmico, materiale e spirituale, che possiamo conoscere il mondo dentro e fuori di noi, scoprendo che alla fine è tutto un’unica miscela.
Non ci sono divinità, non ci sono femmine e maschi, ma individui e materie prime. Talvolta compaiono una Regina e un Re che concepiscono un figlio che eredita le nature di entrambi i genitori, ma anche questa è solo un’altra delle tante metafore chimiche e spirituali che oggi giorno potremmo tranquillamente sostituire con l’immagine dei due emisferi cerebrali, quando viene riferita alla trasformazione interiore.
Alla base del pensiero alchimistico c’è solo una materia vivente, composta da due forze che per comodità generalizziamo come principali e antagoniste. Concetti come Femminile e Maschile, in Alchimia, non sono altro che simboli che purtroppo non vengono compresi nel loro reale significato. Allo stesso modo l’immagine dell’Androgino confonde solo coloro che non capiscono che  la questione è filosofica e non biologica o religiosa. La conciliazione che l’Alchimia cerca tra i due opposti è un equilibrio dinamico tra le forze che si muovono dentro di noi, forze che non vengono annullate o represse, ma semmai portate alla loro massima potenzialità e messe in grado di interagire in una direzione costruttiva. Ogni persona è metaforicamente un Rebis, una cosa doppia, nella misura in cui tutti sono provvisti di chiave e serratura, di una dicotomia interiore e della capacità di scoprirne il punto di equilibrio.
Con queste premesse l’alchimia spirituale non può che interessarsi all’Individuo nel suo insieme,  visto come sintesi di tutto ciò che ognuno è caratterialmente, potenzialmente, biologicamente, interiormente, intellettivamente, in base alle esperienze personali che ha avuto.
Non vi possono essere discriminanti fisiche, sessuali, di razza o di censo, perché ogni essere umano viene immaginato come una materia prima che racchiude naturalmente
Va considerato quindi come il medico di se stesso, che non guarisce gli altri, ma insegna ad autocurarsi, cioè a portare a perfezione ciò che ognuno è in potenza. La figlia o il figlio dell’Arte individua il suo Yin e il suo Yang, il suo Fuoco e la sua Acqua, il suo Intuito e la sua Razionalità, li fa emergere, li sfida e li perfeziona per trasformare la loro eterna e inutile zuffa, (che le immagini alchemiche rappresentano come uccelli, serpenti e leoni che si mordono e divorano a vicenda), in cooperazione tra energie complementari. In questo modo impara a costruire non solo fruttuose relazioni dentro se stesso, ma anche rapporti di parità e reciproco scambio con gli altri che si tratti del proprio compagno o compagna, degli amici, dei parenti, dei collaboratori più stretti o di perfetti estranei. L’Alchimista non conosce lo sfruttamento e la discriminazione [1], preferendo creare energie, invece che sottrarle o esaurirle: egli infatti è ben conscio di avere dentro di sé una energia potenzialmente inesauribile, e che se l’essere umano risolvesse le sue dicotomie interne non avrebbe motivo di continuare a proiettarle fuori di sé nel riflesso illusorio della lotta dei sessi, del razzismo, della religione, della politica, ecc.
in sé tutto ciò di cui ha bisogno per autorealizzarsi: l’Alchimista è operatore, fuoco, elementi, vaso e fornace contemporaneamente.

L’Alchimia ha una radice nel passato, una nel presente e una nel futuro, per questo motivo tutti possono sempre trovarci qualcosa “da prendere”, anche quando non la vedono nel suo complesso. Questa sua natura le permette di viaggiare nel tempo, trasportata nel bagaglio culturale anche di coloro che non diverranno alchimisti, ma sono comunque in grado di comprenderne le potenzialità e ritrasmetterle ad altri, motivo per cui entra nel linguaggio comune di tutte le società exoteriche e esoteriche.

L’Esoterismo Cristianesimo Neo Gnostico.

L’esoterismo cristiano moderno si autodefinisce gnostico, nel senso di erede di una antica corrente cristiana, perseguitata come eretica per le sue concezioni sulla natura divina di Cristo, per ritenere Yavhè un falso dio e per la sua visione della sessualità. Lo gnosticismo antico a sua volta deriva dall’unione tra la visione mistica e sessuale esoterica della religione ebraica e le concezioni filosofico misteriche della cultura pagana (ellenistica neoplatonica, pitagorica, ermetica, misterica) che da una parte si sono evolute nella Qabbalah con le sue Sephiroth, mentre dall’altra hanno dato vita allo Gnosticismo con il suo sistema di Eoni.

Nel quadro della rinascita delle “chiese cristiane neo-gnostiche” ho scelto di analizzare quello che mi è sembrato il testo più rappresentativo, in quanto esso accoglie al suo interno tecniche trasmutatorie sessuali derivate per vie traverse dalle ricerche dell’Ecclesia Gnostica Catholica di Theodor Reuss (e di altri ricercatori), innestate su una personale reinterpretazione del pensiero gnostico antico, che come quello moderno è un mosaico di punti di vista differenti.

A) Samael Aun Weor: il Matrimonio perfetto [2]

Il matrimonio perfetto è un corposo manuale di alchimia sessuale per la coppia, scritto e pubblicato da Samael Aun Weor (1917-1977) nel 1950 [3]. Fondatore della Chiesa Gnostica Cristiana Universale, ancora molto attiva, si formò tra lo Spiritismo, la Società Teosofica e la Fraternitas Rosicruciana Antiqua di Arnoldo Krumm-Heller attraverso il quale venne in contatto con la massoneria di frangia e forme di magia sessuale che come abbiamo già detto erano influenzate dagli esperimenti di  Theodor Reuss.

Il libro di Samael Aun Weor è scritto con una ritmica dicotomica, quasi mantrica, cioè ossessivamente ripetitiva, che toglie qualsiasi dubbio sulla preoccupazione principale dell’autore: chi legge deve aver ben chiaro che ci sono solo due strade, o il bene o il male, o “i bianchi” o  i “neri”, o la luce o le tenebre.
Questa dicotomia non è mai associata alla femmina e al maschio in quanto tali, come nella visione cristiana: Adamo buono – Eva cattiva. Il pessimismo cosmico e il giudizio senza appello, riguardano l’impossibilità di salvezza per tutti, specie per gli infrasessuali, ed è perfettamente affine alla visione gnostica del vescovo Valentino che divide la razza umana in  pneumatici, psichici e iliaci [4] . Talvolta vengono inseriti discorsi su antiche credenze che saranno spiegate alla luce di teorie scientifiche avveniristiche e si sente tutta la fede di origine illuminista nei confronti del progresso tecnologico, che si svilupperà in eccessivo positivismo scientifico tra gli anni 60 e 70. Nei momenti forse più personali e ideali, quando cioè si parla dell’Amore e dell’Unione sessuale, la prosa si fa poetica e mistica. Nel complesso è un’opera difficile da perseguire se non se ne condividono i principi fino in fondo. Da parte mia io mi limiterò a descriverne il senso generale, perché lo studio approfondito spetta ai suoi seguaci.

Il testo inizia e va avanti per molte pagine ribadendo a più riprese che la magia sessuale si pratica ovunque, ma scordiamoci la citazione delle fonti, in un’opera “d’ispirazione”:

«nel Cristianesimo Esoterico, magia sessuale si pratica nel Buddismo Zen, magia sessuale si pratica tra gli Yogi Iniziati, magia sessuale si pratica tra i SufiMaya, Aztechi, Incas, Druidi, ecc.» Maomettani, magia sessuale si praticò in tutti i Collegi Iniziatici di Troia, d’Egitto, di Roma, di Cartagine, di Eleusi, magia sessuale si praticò nei Misteri

«La Sintesi di tutte le religioni, scuole e sette è la magia sessuale e il Cristo Cosmico.» Il Sesso viene trasformato in uno strumento di conoscenza, che resta fedele sia ai dogmi cattolici, che a quelli gnostici, quindi potrebbe essere effettivamente valido per tutti gli esoterismi di matrice cristiana, ma non ovviamente per quelli di altro indirizzo:

«Noi insegniamo la Dottrina della Sintesi. Questa dottrina non può mai essere contro le diverse forme religiose. I nostri insegnamenti sono contenuti in tutte le religioni, scuole e credenze; se il lettore facesse uno studio serio di tutte le Religioni del mondo, troverebbe il fallo e l’utero come sintesi di tutti i Misteri. Non si conosce religione primitiva o scuola di Misteri in cui siano assenti il Cristo Cosmico e i Misteri del Sesso. La Dottrina della Sintesi non può danneggiare nessuno perché è la sintesi di tutto. Invitiamo i devoti di tutti i culti, scuole e credenze a fare uno studio comparato delle religioni. Invitiamo gli studenti dei diversi sistemi di autoeducazione intima a studiare l’Esoterismo Sessuale di tutte le Scuole Segrete di Misteri. Invitiamo tutti gli yogi a studiare il sesso-yoga e il tantrismo bianco dell’India, senza il quale nessuno yogi può ottenere la liberazione assoluta. La magia sessuale e il Cristo sono la sintesi di ogni studio esoterico qualunque sia il suo nome, forma religiosa o sistema educativo.»

Samael Aun Weor propone dunque una via di trasmutazione sessuale che a suo parere è l’unica lecita, perché la somma di tutte le scuole precedenti, ma ovviamente esiste anche una tradizione diabolica nemica dalla quale bisogna difendersi. Fedele alla tradizione gnostica anche lui considera Jahveh «un Angelo caduto terribilmente perverso.» Di conseguenza «Jahvéh è il genio del male. Cristo è il capo della Gran Loggia Bianca, e Jahvéh, sua antitesi, è il capo della Gran Loggia Nera.». Esistono quindi:

«la corretta interpretazione dei misteri del sesso. Esiste la falsa interpretazione dei misteri del sesso. I Maghi Bianchi non spargono mai il seme. I Maghi Neri spargono sempre il seme. I Maghi Bianchi fanno salire il serpente igneo dei nostri magici poteri lungo il canale midollare. I Maghi Neri fanno scendere il serpente verso gli inferni atomici dell’uomo. Gli Dei e i Demoni vivono in eterna lotta. Gli Dei difendono la dottrina della castità. I Demoni odiano la castità. La radice del conflitto tra Dei e Demoni è nel sesso. ; […] I Maghi Bianchi seguono il sentiero del Matrimonio Perfetto. I Maghi Neri amano l’adulterio e la fornicazione. ; […] Il serpente che sale è positivo. Il serpente che scende è negativo. Quando sale, è il serpente di bronzo che sanava gli Israeliti nel deserto. Quando scende, è il serpente tentatore dell’Eden. Quando sappiamo adorare e baciare con tenerezza infinita e castità suprema, il serpente sale. Quando godiamo ardentemente della lussuria e versiamo la coppa, il serpente, ebbro di follia, precipita verso gli inferni atomici dell’uomo.»

Nello gnosticismo Valentiniano della Pistis Sophia il matrimonio fisico, in teoria, non sarebbe necessario, perché ognuno deve ricevere il suo proprio angelo e realizzare un matrimonio spirituale. Come ciò avvenga non lo sappiamo. Al contrario, lo gnosticismo di Samael Aun Weor rivela nei dettagli la  sua interpretazione pratica del problema ipotizzando che coloro che si stanno purificando (stanno facendo uscire i demoni), e continuano a rischiare di essere riposseduti dalle energie demoniache, devono ricorrere necessariamente all’unione matrimoniale fisica come strumento di perfezionamento. L’unione tra coniugi protegge la coppia permettendo di indirizzare le energie sessuali verso se stessi, cioè verso la creazione dei corpi di luce, invece di lasciarle in balia del desiderio carnale che distoglie dalla ricerca del proprio angelo e conduce al mondo della molteplicità, opposto a quello  della reintegrazione con l’Uno.
La “fedeltà coniugale diventa strumento di difesa” attraverso l’uso che si fa del “seme”, cioè delle proprie energie vitali e spirituali. “Spargere il seme verso gli inferni atomici dell’uomo” vuol dire manifestare il desiderio di allontanarsi da Dio, e queste precise parole sembrano far eco polemicamente a Crowley che, invece, aveva scelto di rappresentate l’immagine del Diavolo dei Tarocchi sotto forma di un bucolico caprone che troneggia su un enorme fallo che erutta, simile ad un vulcano, ma anche a un fungo atomico, mentre nei suoi testicoli spermatozoi antropomorfi premono e scalpitano per uscire [5]. Per Samael Aun Weor Spargere il seme è un atto contro se stessi, poiché «Il seme è l’astrale liquido dell’uomo. La luce astrale è nel seme. Il seme è la chiave di tutti i poteri e la chiave di tutti gli imperi. […]» . Lasciarlo uscire sarebbe come far defluire la sostanza della propria anima, far uscire ancora Eva.

«Nell’unione del fallo con l’utero si trova la chiave di ogni potere. L’importante è che la coppia impari a ritirarsi dall’atto sessuale prima dello spasimo, prima dello spargimento seminale. Non si deve spargere il seme né dentro l’utero, né fuori di esso, né ai lati, né in alcun luogo. […] La vita umana, di per se stessa, non ha alcun significato. Nascere, crescere, lavorare duramente per vivere, riprodursi come un animale e poi morire, questa è realmente una catena di pene che l’uomo porta intricata nell’anima. Se questa è la vita, non vale la pena di vivere. Fortunatamente, nelle nostre ghiandole sessuali abbiamo il seme, il grano. Da questo seme, dal grano, può nascere il superuomo, l’Adam-Cristo, il bambino d’oro dell’Alchimia Sessuale. Per questo sì, che vale la pena di vivere. Il cammino è la trasmutazione sessuale. Questa è la scienza di Urano. Esso è il pianeta che controlla le gonadi o ghiandole sessuali. Esso è il pianeta che governa la costellazione d’Acquario. […] L’Alchimia Sessuale è quindi, di fatto, la scienza della nuova Era dell’Acquario. »; «Quando un uomo e una donna si uniscono sessualmente qualcosa si crea. In tali istanti di adorazione suprema lui e lei sono realmente un solo essere androgino, con poteri di creare come gli Dei. Gli Angeli sono realmente androgini, lui e lei non sono più due, sono uno. In tali istanti lui e lei sono un essere androgino, un Dio che ha il potere di creare come gli Dei.
Gli Elohim sono maschio e femmina. L’uomo e la donna, uniti sessualmente durante l’estasi suprema dell’amore, sono realmente un Elohim terribilmente divino.
In tali istanti di unione sessuale siamo realmente nel laboratorium-oratorium della Santa Alchimia.»

Paragonare la magia sessuale di Samael Aun Weor all’Alchimia sessuale che ha un suo campo culturale distinto, serve qui a rivestirla di un significato più profondo e più chiaro per chi ascolta, ma come spiegato non vi è altro collegamento. L’androgino alchemico è di tutt’altra natura, la donna e l’uomo uniti sessualmente sono due individui completi, polarizzati fisicamente in modo diverso, ma sono in grado di trasmettere e ricevere la stessa energia. L’unione amplifica le energie. Uomo e Donna sono l’immagine riflessa di Elohim, non la loro clonazione polarizzata in Adamo e Eva per restare nella metafora cristiana. Sono 1 + 1 = 1 e non ½ + ½ = 1, anche perché per l’alchimista con questa formula non si crea un 1, ma ½ sommato a ½ resta ½ se non trova dentro di sé la sua metà. Per l’alchimista nessuna Eva è mai uscita da Adamo, l’essere umano è un Tao.

Tra una metafora e l’altra, vi è in ogni caso anche una interpretazione moderna di Samael Aun Weor in chiave psicologica, per influsso di nuovi concetti introdotti da Carl Gustav Jung (1875 – 1961) e Sigmund Freud (1856 1939), che più avanti viene presentata anche come metodo introspettivo sul quale non mi soffermo:

«Il Mago Bianco adora il Cristo interno. Il Mago Nero adora Satana. Costui è l’io, il me stesso, l’ego che ritorna. In realtà, l’io è lo stesso spettro della soglia. Esso ritorna incessantemente per soddisfare i desideri. L’io è memoria. Nell’io ci sono tutti i ricordi delle nostre passate personalità. L’io è Ahriman, Lucifero, Satana. Il nostro Reale Essere è il Cristo interno. Il nostro Reale Essere è di natura universale. Il nostro Reale Essere non è nessun genere di io superiore o inferiore. Il nostro Reale Essere è impersonale, universale, divino; trascende ogni concetto di io, me stesso, ego, ecc. Il Mago Nero fortifica il suo Satana e in lui fonda il proprio potere fatale. La forma e la dimensione di Satana dipendono dal grado di malignità umana. Quando entriamo nel sentiero del Matrimonio Perfetto Satana perde volume e bruttezza. Bisogna dissolvere Satana. Questo è possibile solo con il Matrimonio Perfetto. Abbiamo bisogno di elevarci allo stato angelico. Questo è possibile solo praticando magia sessuale con la sposa-sacerdotessa. Gli Angeli sono uomini perfetti.»

Ad un certo punto si resta perplessi nell’apprendere che tra quelli la cui sessualità è deviata ci sono gli omosessuali e coloro che si masturbano e non vogliono sposarsi, ghettizzati tra sadici, depravati, torturatori, infanticidi, matricidi , patricidi, criminali mentali, infrasessuali di varia natura, ecc.  Si può comprendere un simile accanimento, solo alla luce del fatto che gli onanisti spargono il seme per desiderio sessuale e gli omosessuali sono da sempre tacciati di essere contro natura perché non rispetterebbero la legge naturale, (nel senso di voluta da Dio nella Bibbia), riguardo la coppia  maschio – femmina. Ovviamente solo partendo da premesse cristiano-gnostiche si può trarre “una logica” da affermazioni così pesanti. Da parte mia ci tengo a ricordare quel che diceva spesso il mio professore di filosofia: “Comprendere non vuol dire Condividere”.
Più avanti viene spiegato che la condizione edenica prevedeva in origine un solo ovulo ed un solo spermatozoo e tutto questo spreco è proprio il sintomo e il risultato della perdita dello stato paradisiaco, quindi l’unico modo per ottenere la reintegrazione è nel matrimonio perfetto, tra moglie e marito:

«Per risvegliare il Kundalini è necessaria la donna. Dobbiamo tuttavia avvertire che l’Iniziato deve praticare la magia sessuale con una sola donna. Quelli che praticano la magia sessuale con diverse donne commettono il delitto dell’adulterio. Essi non progrediscono in questi studi. Disgraziatamente esistono certi soggetti che usano la magia sessuale come pretesto per sedurre le donne. Questi sono i profanatori del tempio. Simile categoria di uomini cade inevitabilmente nella Magia Nera. Avvertiamo le donne che si guardino da questi personaggi perversi della sessualità. Esistono pure molte donne che con il pretesto di realizzarsi fino in fondo, “dicono”, si uniscono con qualsiasi uomo. Quello che queste donne passionali vogliono è saziare i loro desideri carnali. […] Il culto della magia sessuale può essere praticato solo tra marito e moglie. Dichiariamo questo per evitare seduzioni e ratti, impulsi carnali e “sante” lussurie passionali.»

Praticare con una donna che non sia la propria moglie e viceversa, vuol dire secondo Samael Aun Weor avere tante donne o uomini, quindi il peccato dell’adulterio è la volubilità, il dimostrare che si insegue il piacere e quindi di non avere capito quale “battaglia si sta combattendo” per cosa e chi si sta operando.

Tra i coniugi ci deve essere amore e passione, ma devono fare a meno del desiderio di abbandonarsi alla molteplicità degli spermatozoi e degli ovuli, per tornare all’unità primordiale creando il corpo di luce , in una parola “cristificandosi”.

«È assurdo spargere sei o sette milioni di spermatozoi quando ne basta solo uno per creare. Un solo spermatozoo fugge facilmente dalle ghiandole sessuali senza bisogno di spargere il seme. Quando l’uomo sarà tornato al punto di partenza, quando avrà ristabilito il sistema sessuale dell’Eden, il serpente sacro del Kundalini si alzerà ancora una volta vittorioso per trasformarci in Dei. Il sistema sessuale dell’Eden è la sessualità normale. Il sistema sessuale dell’uomo luciferico è assolutamente anormale.»; Quando raffreniamo l’impulso sessuale dentro di noi allora il fluido meraviglioso ritorna al corpo astrale, moltiplicando i suoi ineffabili splendori. È così che formiamo il Cristo in noi. Con l’energia sessuale, quindi, possiamo formare dentro di noi il Cristo o il Diavolo.»

La spiegazione si fa scientifica quando scrive:

«La forza sessuale è un’arma terribile. Gli scienziati non hanno potuto trovare l’origine dell’elettricità. Noi affermiamo che la causa dell’energia elettrica va cercata nella Forza Sessuale Universale. Questa forza non risiede solo negli organi della sessualità ma anche in tutti gli atomi ed elettroni dell’Universo. La luce del sole è un prodotto della sessualità. Un atomo d’idrogeno si unisce sessualmente con un atomo di carbonio per produrre luce solare. L’Idrogeno è maschile, il carbonio è femminile. Dall’unione sessuale dei due risulta la luce solare. Risultano molto interessanti gli studi sui processi del carbonio. Questi processi sono la gestazione della Luce. La causa causarum dell’elettricità va cercata nel Fuoco Serpentino Universale. Questo fuoco dimora negli elettroni. I Saggi meditano in lui, i Mistici lo adorano e quelli che seguono il sentiero del Matrimonio Perfetto lavorano praticamente con lui. La forza sessuale in mano ai Maghi Bianchi e ai Maghi Neri è un’arma terribile. Il pensiero attrae verso la spina dorsale il fluido sessuale per depositarlo nella sua sacca corrispondente. Con lo spargimento fatale di questo fluido si perdono trilioni di atomi solari. Il movimento di contrazione sessuale, che segue lo spargimento del seme, raccoglie dagli inferni atomici dell’uomo trilioni di atomi satanici che rimpiazzano gli atomi solari perduti. È così che formiamo il Diavolo dentro di noi.»

Questa ossessiva metafora dell’inferno atomico è comprensibile se la si considera una immagine vivida nell’autore che sente la drammaticità del suo tempo e la manifesta nella contrapposizione tra l’energia benefica del sole e quella malefica dell’essere umano che  pochi anni prima, dividendo l’atomo, ha liberato una forza devastante con la quale ha incenerito due città (Hiroshima e Nagasaki, 1945) stracolme di esseri umani vivi, spezzando le loro vite e contaminando il Dna delle generazioni successive. Vi è quindi una corrispondenza tra la divisione dell’atomo e la perdita del paradiso terrestre, poiché entrambi rappresentano la caduta dell’anima umana nel baratro della materialità.

Il sistema per incanalare e trasformare l’energia è quello adottato da tutte le società segrete occidentali venute in contatto con la scienza indiana dei Chakra, ma  Samael Aun Weor ne da una sua originale e personalissima versione collegando i sette centri energetici con le sette chiese dell’Apocalisse: la chiesa di Efeso (Muladhara), la chiesa di Smirne (Svadhisthana), il centro di Pergamo (Manipura),  la chiesa di Tiatira (Anahata), la chiesa di Sardi (Vishudda), la  chiesa di Filadelfia (Ajna) e la chiesa di Laodicea (Sahashrara):

«Felici le coppie che sanno amare. Con l’atto sessuale apriamo le sette chiese dell’Apocalisse e ci trasformiamo in Dei.»; «Le sette ghiandole più importanti dell’organismo umano costituiscono i sette laboratori controllati dalla legge del triangolo. Ciascuna di queste ghiandole ha il suo esponente in un chakrachakra è stabilito nel corpo astrale. I chakra sono in intima correlazione con le sette chiese del midollo spinale. Le sette chiese della spina dorsale controllano i sette chakra del sistema nervoso gran simpatico. Le sette chiese entrano in intensa attività con l’ascesa del Kundalini lungo il canale midollare. Il Kundalini dimora negli elettroni. I saggi meditano in lui, i devoti lo adorano, e nei focolari dove regna il Matrimonio Perfetto si lavora con lui praticamente. Il Kundalini è il fuoco solare rinchiuso negli atomi seminali, la sostanza elettronica ardente del sole che, quando è liberata, ci trasforma in Dei terribilmente divini.» dell’organismo. Ciascuno dei sette

Ad ognuna attribuisce una ghiandola, un pianeta, la sua funzione e i suoi poteri. Non manca neanche l’idea dell’uscita dal corpo e dei viaggi in astrale di matrice teosofica, fino a far intravedere la possibilità di trascendere questo piano di realtà direttamente con il proprio corpo, similmente a Don Quan, Elia e Enoc:

«L’esercizio perfetto delle sette chiese, il sacerdozio completo, si realizza con il corpo in stato dei Jina. I grandi Maghi sanno porre il corpo in stato dei Jina […]. Nella regione ombelicale c’è un chakra misterioso che il Mago utilizza per andare in stato dei Jina. Ogni Mago che si trovi lontano dal corpo fisico, in corpo astrale, se utilizza il potere di questo chakra, può supplicare il suo Dio interno così: “Signore mio, Dio mio, ti supplico porta il mio corpo”. Il Dio interno può portare il corpo fisico al Mago in stato dei Jina, cioè immerso nel piano astrale.»

Il famoso punto di contatto tra Samael Aun Weor e la magia sessuale di Reuss si trova probabilmente nel passo seguente dove viene riportata la tecnica sessuale proposta da Krumm Heller [1] che fu iniziato all’O.T.O.:

«Durante l’atto di magia sessuale le coppie si caricano di magnetismo, si magnetizzano reciprocamente. Nella donna il bacino effonde correnti femminili mentre i seni danno quelle maschili. Nell’uomo la corrente femminile è situata nella bocca e quella maschile nel membro virile. Tutti questi organi devono essere ben eccitati per mezzo della magia sessuale, per dare, ricevere, trasmettere e raccogliere forze magnetiche vitali che vanno aumentando straordinariamente in quantità e qualità. Il ballo delizioso, la musica opportuna e il bacio ardente, con cui le coppie si mettono in così intimo contatto sessuale, hanno lo scopo, nella casa degli Iniziati gnostici, di ottenere una reciproca magnetizzazione tra uomo e donna. Il potere magnetico è maschile e femminile allo stesso tempo; l’uomo ha bisogno dei fluidi della sua sposa se vuole veramente progredire, e lei ha inevitabilmente bisogno dei fluidi del proprio marito per ottenere lo sviluppo di tutti i suoi poteri. Quando le coppie si magnetizzano reciprocamente le cose vanno bene e la felicità costruisce il suo nido nel focolare. Quando un uomo e una donna si uniscono qualcosa si crea. La castità scientifica permette la trasmutazione delle secrezioni sessuali in luce e fuoco.»; «Costoro hanno già trasformato il loro organismo in una macchina di trasmutazione sessuale eterna. Costoro hanno educato le loro ghiandole con la magia sessuale. Sono uomini-dèi.»; « Nell’ottava lezione del Corso Zodiacale il dottor Krumm Heller scrisse un paragrafo che scandalizzò molti saccenti. Costoro, dopo la morte del Maestro, hanno cercato di falsificare questo paragrafo a modo loro, ciascuno in accordo con le proprie teorie. Trascriviamo ora il paragrafo tale e quale il Maestro Huiracocha lo scrisse. Vediamo:
“Invece del coito che arriva all’orgasmo devono essere prodigate, riflessivamente, dolci carezze, frasi amorose e tocchi delicati, mantenendo la mente costantemente staccata dalla sessualità animale, mantenendo la più pura spiritualità, come se l’atto fosse una vera cerimonia religiosa.”
“Tuttavia l’uomo può e deve introdurre il pene e mantenerlo nel sesso femminile, perché sopravvenga in entrambi una sensazione divina, piena di piacere, che può durare ore intere, ritirandolo nel momento in cui si approssima lo spasimo, così da evitare la eiaculazione del seme. In questo modo avranno sempre più voglia di accarezzarsi.”
“Questo si può ripetere quante volte si vuole senza che mai sopraggiunga la stanchezza, anzi, al contrario, è la chiave magica per ringiovanire di giorno in giorno, mantenendo il corpo sano e prolungando la vita, giacché questa costante magnetizzazione è una fonte di salute”.
“Sappiamo che nel magnetismo comune il magnetizzatore comunica i fluidi al soggetto, e se il primo ha risvegliato queste forze può guarire il secondo. La trasmissione del fluido magnetico si fa, in genere, attraverso le mani o attraverso gli occhi, ma è necessario dire che non c’è conduttore più poderoso, mille volte più forte, mille volte superiore agli altri, del membro virile e della vulva come organi di ricezione.”
“Se molte persone praticano ciò forza e successo si espandono intorno nei confronti di tutti quelli che si mettono in contatto commerciale o sociale con loro. Però nell’atto di magnetizzazione divina, sublime, a cui ci riferiamo, entrambi, uomo e donna, si magnetizzano reciprocamente, essendo l’uno per l’altra come uno strumento musicale che, suonato, lancia o strappa suoni prodigiosi di misteriose o dolci armonie. Le corde di questo strumento sono sparse per tutto il corpo, le labbra e le dita ne sono i tasti principali, a condizione che nell’atto prevalga la purezza più assoluta, che ci rende maghi in questo istante supremo”.
Termina qui il dottor Krumm Heller.

Questo è il cammino dell’Iniziazione, all’incarnazione del Verbo si arriva con questo cammino. Possiamo essere studenti rosacroce, teosofi, spiritualisti, possiamo praticare yoga e non c’è dubbio che in tutto questo ci siano opere meravigliose e magnifiche pratiche esoteriche, ma se non pratichiamo la magia sessuale non generiamo l’astrale solare, la mente solare, la volontà solare. Senza la magia sessuale non possiamo nascere di nuovo. Pratica ciò che vuoi, studia nella scuola che più ti piace, prega nel tempio che preferisci, ma pratica la magia sessuale. Vivi il sentiero del Matrimonio Perfetto. Non siamo contro alcuna santa religione, contro alcuna scuola, ordine o setta.»

Riguardo poi alle posizioni migliori «le posture tantriche del Kama-Kalpa sono veramente esagerate e molte di esse degenerano nel tantrismo nero. Noi raccomandiamo solo la postura tantrica di questo capitolo.».
La postura consigliata è quella classica di Shakti e Shiva, la coppia eterna della religione induista, che rappresentano il lingam e la yoni, uniti e compenetrati. Shakti siede sopra Shiva e i due si abbracciano, posizione che in defintiva ricorda quella dei Cherubini. Sul concetto di magnetismo, polarità e asana sessuali, avremo modo di tornare a proposito di altri autori.

Il libro continua con rituali di vario genere, ci sono raffronti con descrizioni di messe nere e si spiega la differenza tra la  “Messa Gnostica” dei maghi neri e quella dei maghi bianchi, ma questo argomento verrà trattato nel capitolo sul neo gnosticismo “satanista”. Si danno precetti sull’educazione dei figli, sull’istruzione, sul peccato, sul lavoro. Si forniscono tecniche e spiegazioni per il lavoro interiore, per i mantra, per la teurgia. Il testo è davvero lungo e non facile per chiunque sia digiuno di un minimo di conoscenze esoteriche e gnostiche.

In molte pagine Samael Aun Weor rimprovera e accusa apertamente la Chiesa di Roma, ma io credo lo faccia con l’intento di mostrare il suo cristianesimo come “legittimo”. Egli infatti afferma una cosa che le fonti di certo non confermano: «La Chiesa Gnostica è l’autentica Chiesa Primitiva Cristiana, il cui primo Pontefice fu l’Iniziato Gnostico chiamato Pietro.»

A questo proposito tutto quello che abbiamo come prova è un frammento di seconda mano, di Clemente Alessandrino, una fonte di parte e non certo gnostica, riferita da Eusebio il quale dice che Gesù dopo la resurrezione «passò la gnosi a Giacomo, il giusto, a Giovanni e a Pietro, i quali la passarono agli altri apostoli [1]».

E’ vero che sotto il nome di Pietro è nota una apocalisse gnostica, e anche lui ricevette la conoscenza (gnosi) come tutti gli altri discepoli, ottenendo anche lui almeno una volta il suo « Bravo, Tu beato!»  (anche se Cristo mette sempre alla prova la sua compassione). Lo gnosticismo che prevale tra tutte le correnti, però alla fine è proprio quello della Pistis Sophia, che risulta essere il testo più autorevole e complesso e anche se cita Paolo tra gli allievi, descrive Maria Maddalena come lo  «gnostico perfetto» , la pneumatica maggiormente in grado di capire la dottrina che Cristo sta elargendo a tutti.

Più avanti Samael Aun Weor afferma che « Maria Maddalena è la stessa Salambò, Matra, Ishtar, Astarte, Afrodite e Venere con la quale dobbiamo praticare la magia sessuale per risvegliare il fuoco». Questo conferma che Samael Aun Weor non le riconoscono il suo vero ruolo e l’autorità che le spettano, preferendo proporsi come continuatore di una chiesa gnostica di Pietro, e non della Maddalena, cosa che gli permette di mostrarsi come il vero interprete della Chiesa di Cattolica esoterica.

Il suo “matrimonio perfetto, d’altra parte è così pieno di valori cristiani, che può essere praticato solo da cristiani ortodossi e praticanti, che accettino di mescolare cattolicesimo, visioni apocalittiche gnostiche e il Sesso Sacro come  chiave per amalgamare il tutto. Una simile simbiosi non è mai stata possibile alla luce del sole e di questo è consapevole anche Samael Aun Weor quando dice che:

«Molti studenti di occultismo studiarono questo libro, pochi lo compresero. Molti, entusiasmati dal tema affascinante de “Il Matrimonio Perfetto”, entrarono nelle file del Movimento Gnostico. Si possono contare sulle dita di una mano quelli che non ne uscirono. Molti giurarono lealtà davanti all’Altare della Gnosi ma, alla resa dei conti, quasi tutti violarono il proprio giuramento. Alcuni sembravano veri apostoli, tanto che pareva perfino un sacrilegio dubitare di loro, ma alla lunga dovemmo convincerci con sommo dolore che erano anch’essi dei traditori. Molte volte bastò che questi falsi fratelli leggessero un libro o ascoltassero un nuovo conferenziere giunto in città, perché si allontanassero dal Movimento Gnostico.»

La realtà è che un fervente cristiano metterebbe anche Samael Aun Weor tra i maghi neri, per questa sua apertura al sesso, nonostante l’ortodossia cristiana dell’autore e la necessità di essere sposati per praticare il matrimonio perfetto. Eppure, nonostante ciò, questo sistema potrebbe benissimo essere adottato e praticato all’interno della religione cristiana senza per questo ritrovarsi nel campo dell’esoterismo. Chi altri se non un cristiano riformista, ma che crede nei rigidi dogmi che la Chiesa ha costruito nei secoli, potrebbe seguire un tale metodo? Se i protestanti si sposano, ci sono donne prete, il cattolicesimo è arrivato a non rifiutare l’esistenza degli extraterrestri [2], (ovviamente in chiave cristiana), cosa sarà mai fare un altro passo avanti e iniziare a vedere anche il sesso in una prospettiva più adatta ai propri fedeli, che tali vogliono restare, magari però rivedendo le parti che rischiano di deragliare verso forme di discriminazione e razzismo.

B) L’Esoterismo Cristiano di Tommaso Palamidessi.

Esiste un’altra fonte per l’esoterismo cristiano, che applica teorie di trasmutazione sessuale, ma  non appartiene al filone gnostico: si tratta dell’italiano Tommaso Palamidessi, (1915 – 1983), coetaneo di Samael Aun Weor . Palamidessi possiede una bibliografia altrettanto corposa e poliedrica. Fu influenzato dalle correnti esoteriche del suo tempo a partire dallo spiritismo, la teosofia, la massoneria, il martinismo, lo yoga tantrico indiano e  tibetano, il sufismo, ma coltivò anche interessi come l’astrologia, l’alchimia, la medicina, la botanica e la passione per l’antico Egitto. Il suo esoterismo cristiano integra psicologia, arte iconografica, medicina, erboristeria, astrologia, teurgia, dietetica, yoga, esercizi per il corpo fisico, per i viaggi astrali, per il recupero dei ricordi delle vite precedenti e per il potenziamento delle facoltà mentali, attraverso tutta una serie di tecniche di risveglio iniziatico tese a creare un percorso che investa tutti gli aspetti possibili della vita umana. È presente anche una tecnica di Magia Sessuale Sacra [3], per costruire il “corpo di luce” analoga a quella di movimenti neo-gnostici, ma si distingue da essi perché le fonti a cui Palamidessi si ispirava non sono quelle dello gnosticismo, ma quelle dei Padri della Chiesa e degli aspetti sofianici della Ortodossia Orientale antica e moderna. La Società Archeosofica da lui fondata, a differenza della scuola di Samael Aun Weor, non si è suddivisa in varie correnti interpretative, ma è tuttora attiva e centrata sotto la guida dell’erede spirituale di Palamidessi. Come l’altra si addice e si rivolge proprio a quei cristiani praticanti che desiderano una partecipazione più attiva e profonda con il culto della loro religione, che il sacerdozio del clero romano non permette.

A questo punto in qualcuno sarà già sorta questa domanda: – ma se non si è né cristiani ortodossi, né cristiano gnostici? Se non si è proprio cristiani, se si segue un’altra religione o se non si ha proprio bisogno del sostegno di una religione per percorrere un cammino interiore, esistono altre strade e una magia sessuale alternativa o diversa? –

Evidentemente si.

Da questo momento cambiamo pagina e osserviamo tutti quei mondi paralleli, quei piani di realtà alternativa del “multiverso” esoterico che convivono disinteressati gli uni del giudizio degli altri, abitualmente etichettati come “controiniziati [4]” e “luciferini”, (qualche volta anche a ragione), ma che potrebbero rivolgere ai loro accusatori le stesse accuse che Samael Aun Weor temeva e rifiutava per se stesso «Gli attacchi di cui siamo stati vittime, le persecuzioni, gli anatemi, le scomuniche, ecc., si devono all’ignoranza, alla mancanza di studio».

Elena Frasca Odorizzi

L’Alchimia Sessuale, il suo significato e i suoi rapporti con la Magia Sessuale “moderna”.ultima modifica: 2010-04-09T18:37:00+02:00da giovannisantoro
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