La storia Millenaria dei Cerchi nel Grano (Parte Terza)

tratto da: http://www.riflessioni.it/ di:  Michele Proclamato

La svolta sumera – (Parte Terza)

Le TRE OTTAVE non avevano smesso di mettere a dura prova i miei studi ed il mio intuito. Difficilmente, infatti, riuscivo a spiegarmi alcuni suoi particolari costruttivi, come il fatto che la somma di tutti i suoi diametri rappresentasse solo e temporalmente, i 23 della Precessione, non la sua interezza.
Per non parlare della frammentazione bicromatica e proporzionale di tutti e 6 i Cerchi, i quali lasciavano intendere che le TRE OTTAVE custodissero altri aspetti conoscitivi, al momento, solo numericamente riassumibili in 18 Cerchi color amaranto e 12 Cerchi bianchi.
Non vorrei, quindi, che pensaste che il mio bel daffare fosse terminato. Ma una sera, una delle prime sere in cui potei usufruire dell’enorme potere delle  RETE, mi imbattei nel PRISMA che, volontariamente, ho posto all’inizio del mio cammino descrittivo. Trascorsi la notte a leggere e rileggere la WB 144, la cui traduzione campeggiava da un sito specializzato in “storia mesopotamica”.
Se solo l’avessi incontrata qualche mese prima, quella Lista non mi avrebbe detto nulla di più e nulla avrebbe aggiunto a ciò che caparbiamente cercavo, ma in quel momento no, in quel momento ero pronto a sentire e carpire il suo messaggio. Ciò che avevo faticosamente appreso fuori e dentro Collemaggio, ora si poteva rivelare estremamente prezioso. Anche se non proprio conscio, percepivo, infatti, che quel luogo sacro mi aveva consegnato una CHIAVE interpretativa universale, in grado di aprirmi porte conoscitive fino a poco tempo prima impensabili.
Quindi, spinto dal mio solito intuito, cominciai a smontare, soppesare, analizzare e scomporre ogni singola frase di quella LISTA che parlava di OTTO RE.
Chiaramente, mi imbattei nel primo ostacolo interpretativo, costituito dall’immenso numero di anni attribuito, con enorme precisione, a quell’OTTETTO regale e per la prima volta rividi il “riferimento” temporale Pontificio ripetersi per ben TRE volte, nell’incalzante descrizione di Nurninsubur.
Considerando poi, che la narrazione regale doveva appartenere, secondo lo scriba, ad un tempo antidiluviano, la cosa mi lasciò basito, visto e considerato che, potenzialmente, la scienza stessa ha sposato la presenza di un Diluvio o più diluvi nella storia umana, collocabili approssimativamente fra i 10000 ed i 12000 anni fa.
Apprendevo, quindi, dell’esistenza di una civiltà pre-diluviana, capace di utilizzare lo “ZERO”, applicato con grande disinvoltura a tutti gli OTTO periodi millenari, cosa che smentiva la capacità Maya di essere stati i primi ad “inventarlo”.
Ma la novità, vera, sostanziale ed imprescindibile, rispetto ai miei ultimi studi “sonori”, era costituita dal fatto che gli Hertz dei mitici tasti del pianoforte, erano stati sostituiti dagli ANNI regali.
Mi spiego: i 288 Hz del Re fra gli Acuti della prima Ottava di un pianoforte, ora erano diventati 28800 anni del RE Alulim, mentre il giorno della Perdonanza era stato usurpato da  Enmengalanna, così come il diametro delle TRE OTTAVE ora apparteneva, impreziosito da tre zero, ad Ensipadzidanna.
Il TEMPO sumero sembrava subentrare al presunto “SUONO” dei miei studi.
Al solito: perché?
In quel momento non riuscivo a dare una risposta a tale cambiamento, ma alcuni particolari non mi sfuggirono. Intanto i RE, una volta descritti attraverso i rispettivi periodi regnanti nelle loro città, venivano raggruppati, partendo dall’alto in: 2 RE, a cui seguivano 3 RE, per chiudere con TRE RE,  ognuno preso singolarmente.
Sostanziale doveva rivelarsi il fatto che solo a 2 degli ultimi TRE RE, era stata assegnata una città. Inoltre, la somma dei periodi regnanti dei primi 5 Re, rappresentava, con estrema precisione, il riferimento, in metri, del Labirinto di Collemaggio. Un veloce computo poi, assegnava un chiaro rapporto temporale aureo, fra il periodo regnante dei TRE RE, rispetto a quello dei DUE RE. Rapporto inesistente con i restanti TRE RE.
Per giorni, ragionai su quelle che mi sembravano essere semplici discrepanze, fino a quando mi resi conto di qualcosa di impossibile per i nostri canoni scientifici. Partendo, infatti, dalla FINE descrittiva della Lista, seguendo la successione dei RE, la loro somma, ed aggiungendo numericamente le città, era possibile tracciare una sequenza conosciuta ormai da secoli, grazie all’eminente figlio di messer Bonaccio.
Ripeterò per voi tale successione: 1 Re, 1 Re, 2 Re, 3 Re, 5 CITTA’, 8 Re.
Palesemente, una delle sequenze maggiormente utilizzate in Natura, quella di Fibonacci, appariva incredibilmente applicata dalla LISTA sumera.
Perchè?

Ragionai a lungo su tale “anomalia“ fino a quando, sempre tenendo presente le numerosissime applicazioni di Fibonacci in Natura, mi resi conto di come tale successione numerica fosse fondamento integrante del “fenomeno“ SPIRALE”, destinato ad una perfetta simbiosi con ciò che da tempo conosciamo come: Sezione Aurea.

Fibonacci nella natura

guscio di un Nautilus PompiliusVolendo, poi, vedere all’opera tale meravigliosa interconnessione, il guscio di un Nautilus Pompilius, forse poteva essere decretato come vincitore dei Golden Globe delle spirali auree in Natura.

A questo punto, la Lista cominciava a dare un’idea del suo potere conoscitivo, considerando soprattutto il fatto che, se essa, potenzialmente, descriveva una capacità  temporale spiralica, la medesima, per forza di cose, doveva vedersi descritta al CONTRARIO, visto e considerato che dalla FINE della sua descrizione, eravamo partiti per accedere alla sequenza del genio pisano.
A malincuore, la scoperta tutta italiana, a questo punto andava appuntata ad un presunto sapere antidiluviano, probabilmente e pedissequamente ripetuto dall’ennesimo scriba sumero.
Quindi, ci trovavamo di fronte alla prima descrizione spiralica di qualcosa di molto simile ad un Antitempo. Antitempo capace di rapportarsi in modo… frazionario.
2 RE, 3 RE, quindi, 1 RE, 1 RE ed 1 RE, erano facilmente inquadrabili e riassumibili in frazioni corrispondenti a 23 ed 13, cosa che molto mi fece pensare al “mio” rosone, come al grande Pitagora.

Un Rosone fatto di puro Tempo

Di nuovo, lo vedo, lo vedo, vi state chiedendo: ma quanta roba è stata nascosta in 26 righe di incomprensibili caratteri cuneiformi? Volentieri vi risponderò: non lo so!
Credetemi, non lo so, soprattutto alla luce di ciò che sto per aggiungere.
Dite la verità: ora un po’ di curiosità vi è venuta, vi state chiedendo dove andrò a parare. Fatelo. Per me, aver rapito il vostro interesse, è già un grande successo.

Ebbene, stavo riscontrando nella Lista delle bizzarre rassomiglianze a quella che fu la Codifica del Rosone di Collemaggio, ma la cosa non andava oltre la semplice constatazione, fino a quando non concentrai la mia attenzione sulla sua somma totale.
Essa, infatti, spiegava la sequenza temporale Reale, attraverso un computo totale, pari a 241200 anni. Osservai tale somma con insistenza e malcelata impazienza, sapevo che doveva nascondersi qualcosa dietro a quei numeri e non sbagliavo.
Intanto, la somma, senza gli zero, risultava nuovamente frazionata in 13 e 23 di un computo totale pari a 36 unità, ma, soprattutto, e questo innegabilmente, era possibile ravvisare la sequenza numerica delle BRACCIA del ROSONE aquilano.
Riportai la mia attenzione ad una sua immagine; mentalmente ripercorsi la codifica confrontandola con ogni passaggio della Lista e finalmente capii.
IL ROSONE è l’ESATTA codifica costruttiva di un messaggio a dir poco millenario.
Parte, infatti, da OTTO petali, come i RE; si suddivide in 5 parti, come le Città mesopotamiche, e si caratterizza attraverso 12 e poi 24 braccia.
Tutto combaciava, eccetto alcuni particolari.
Celestino sapeva, secoli prima di me, come e cosa descrivere attraverso la sua creatura architettonica. Soprattutto aveva trasformato in Braccia ed arte sopraffina, gli anni della descrizione sumera.
Incominciai a domandarmi quanto quel “messaggio” fosse presente nell’architettura della storia umana e continuai a chiedermi cosa fossero “realmente“ quelle 5 Città mesopotamiche, così ingombranti nell’evoluzione descrittiva.
Ma, prima, mettiamo a frutto il vostro zelante sapere.

A Settembre di quest’anno (2009), uscirà il mio libro tutto dedicato ai Cerchi nel Grano e, non a caso, ho ritenuto opportuno intitolarlo: “La Storia millenaria dei Cerchi nel Grano”, come lo “SPECIALE” che state leggendo, ed ora vorrei spiegarvi il perché.
Avete presente la somma totale della Lista?
Ottimo, ora esaminate le seguenti foto.

Crop diagramma

La prima rappresenta l’immagine “reale“ di un Crop apparso nel luglio 2006, e l’altra ne è il diagramma. Le due immagini appaiate penso si completino per chiarezza esecutiva.
Permettetemi, ora, di offrire la mia guida descrittiva.
Nel “diagramma”, penso sia più chiaro e semplice osservare alcuni particolari, tra cui la parte “centrale”, della quale vorrei farvi notare alcune cose: appare come una stella formata da 24 lati e, come figli di quei Lati, fanno bella mostra di sé 12 solidi.
Ed allora perché, dopo migliaia di anni dalla descrizione sumera, qualcuno, per l’ennesima volta, mette in mostra la somma temporale dei suoi RE, attraverso un sistema geometrico a dir poco affascinante?
Perché, nuovamente, riappare il 24-12 antidiluviano, così amato dal piccolo eremita Pietro? Perché, qualcuno, indifferente al TEMPO, torna a scrivere fra noi una “lingua” non sconosciuta, ma solo dimenticata?
Lo sapete che se volessi utilizzare i riferimenti numerici dati da quel Crop, potrei ottenere, nuovamente, la somma dei “diametri” celestiniani?
Inoltre, considerate il modo in cui i 12 solidi si evolvono: sono suddivisi in 3 gruppi di 4 elementi a scalare, i quali si dimostrano essere i responsabili della nascita di tre sistemi spiralici ben distinti, sulle cui applicazioni ora preferisco glissare.
Nuovamente, geometria, numeri, bellezza, direi arte, e fenomeni fisici, sembrano uniti in un’unica immagine, capace e, credetemi lo è, di darci un’infinita mole di informazioni.
Quindi, fin da ora, prima che scopra le mie carte, abituatevi a vedere ogni crop per quello che è: un evento simbolico in grado di riassumere un’informazione direi UNICA, poiché direttamente collegata ad una CODIFICA, molto, molto speciale.
Cominciate, ora, a credermi quando vi dico che i Crop, tutto possono essere, meno che un fenomeno locale, estemporaneo  e soprattutto legato a una piccola frazione di anni? Credo di si, anche perché, a questo punto, dovrò parlarvi di cosa si nascondeva dietro quelle 5 mitiche città mesopotamiche.

La Meccanica Platonica

Giorno dopo giorno, a volte notte dopo notte, ho cercato di “rubare” alla Lista, parte del suo “potere”, spesso con risultati veramente demoralizzanti, anche se sapevo  dentro di me, che alla fine sarei riuscito ad ottenere ancora qualcosa, dalle sue righe senza tempo.
Lentamente però, il quadro conoscitivo, tuttora aperto, prese corpo.
Poiché voi siete invitati d’eccezione ai miei studi, userò nei vostri confronti un trattamento di tutto rispetto, partendo dal presente per capire il passato.
La Scienza, oggi, ha sviscerato a fondo tutto ciò che c’è da sapere sulla meccanica delle ONDE. Sappiamo, infatti, quali possono essere, per esempio, le caratteristiche fondamentali delle Onde Sonore. Molti esperimenti hanno codificato il “loro” comportamento caratterizzato da una Lunghezza, un’Ampiezza ed una Frequenza facilmente misurabili. In tale contesto ci siamo resi conto che un’Onda, nel suo propagarsi, è in grado di mantenere dei ”Punti” di propagazione sostanzialmente fissi,  nonostante il movimento dell’Onda stessa.
Per darvi un idea, è un po’ come le braccia di un’altalena, le quali, pur mantenendo “due” perni stabili, continuano a muoversi con assoluta certezza e così le onde sonore sono in grado propagarsi mantenendo saldi dei “punti”, o Nodi, ben precisi.
A questo punto, entra in gioco la Cimatica, purtroppo.
Purtroppo, perché la scienza ufficiale, pur studiando a fondo il tema ONDE, mai si è posta l’esigenza di capire che cosa queste Onde, spesso sonore, siano in grado di creare, nel momento in cui interagiscono con la materia.
Come già accennato, la scienza, per ora, non ha ufficializzato il lavoro svolto nel campo della Cimatica. Come già detto, purtroppo, poiché se lo avesse fatto, avrebbe visto cosa succede,  ad esempio, ad una palla di plastica immersa nella vernice e sottoposta a frequenze ben precise riconducibili al nostro sistema sonoro in OTTAVE.
Ufficialmente, oggi tutti sapremmo che su “quella“ palla, le zone di alta pressione sonora, per esistere, hanno bisogno di altrettante zone di bassa pressione, capaci di palesarsi attraverso Nodi o Punti ben precisi. Non solo, ora tutti avremmo appreso che la Natura, come spesso fa, per risparmiare energia, unisce quei nodi attraverso linee rette ben precise e dotate di alcune caratteristiche estremamente interessanti.
Inoltre, tutti avremmo notizia di come il sistema di Nodi e Rette, comunque, verrebbe a coincidere con forme geometriche ben precise, caratterizzate dall’immenso potere di convogliare nel loro scheletro geometrico, tutta l’energia presente nel famoso pallone, creando un sostanziale e permanente equilibrio di alta e bassa pressione energetica di tipo sonico.

Essenzialmente, seguendo l’esperimento del pallone, all’alternarsi di certe frequenze potremmo vedere l’alternarsi di SOLE 5 forme geometriche ben precise, famose e conosciute ovunque sulla terra, anche come: i 5 SOLIDI PLATONICI.

I cinque solidi platonici

Ora sapete che la GEOMETRIA è anche SUONO.
Torniamo alla Lista, perché è ora di dirvi che le 5 CITTA’ sono i CINQUE SOLIDI PLATONICI!
Pertanto, alla luce della mia affermazione, se le Città sono Solidi, i RE ed i loro regni millenari cosa sono?

Praticamente i RE rappresentano OTTO tipi particolari di “NOTE “, mentre  gli ANNI  la loro frequenza. Insomma, vi sto dicendo che qualcuno, migliaia di anni fa, ha codificato un ATTO CIMATICO, che non voglio ancora definire creativo, basato non sul SUONO, come avrei pensato all’inizio dei miei studi, ma sul TEMPO, inteso come “FORMA di ENERGIA SONICA” dalle molteplici caratteristiche “altre”.

Probabilmente, “adesso”, se esaminaste l’immagine che segue, trovereste più senso in un Cerchio in grado di rappresentare lo “sviluppo” di un OTTAEDRO.

Ottaedro

Michele Proclamato

La storia Millenaria dei Cerchi nel Grano (Parte Terza)ultima modifica: 2010-04-07T19:16:00+02:00da giovannisantoro
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