La sindone e i Templari

 

 

 


SACRA SINDONE

 

 

Chi non conosce la Sacra Sindone, il sudario che, dice la tradizione, avvolse il corpo di Gesù deposto dalla croce? Seguire le tracce della Sindone è un’avventura in cui si confondono i sapori del giallo internazionale, del percorso mistico e dell’epopea cavalleresca; dove non è facile distinguere il vero dal falso, il probabile dal verosimile.
La Sacra Sindone consiste in un semplice telo di lino , lungo circa 4,36 m e largo 1,10 m, di colore giallo ocra, sul quale sono visibili impronte che riproducono l’immagine frontale e dorsale di un uomo crocifisso.

Sacra Sindone

È nel 944 dopo Cristo che, a Costantinopoli, la Sindone fa la sua apparizione. Nei documenti è definita come un’immagine “acheropita”, cioè “non fatta con le mani”.
La reliquia era però già nota e da secoli faceva la gloria di Edessa, l’attuale Urfa, in Turchia.
Qui il telo, venerato come “Mandylion”, era tenuto ripiegato ed incorniciato in un reliquiario, a mostrare solo il volto, come un ritratto.
Il trasferimento del Mandylion a Costantinopoli è ricordato da due “sinassari”, libri liturgici della chiesa bizantina.

Sacra Sindone

Secondo vari interpreti, però, questo non fu che un “ritorno”. La Sindone sarebbe stata nota a Costantinopoli fin dall’VIII secolo.
La reliquia dovette lasciare la città all’avvento dell’iconoclasmo, un’eresia che bollava come sacrilegio qualsiasi raffigurazione realistica di Gesù e dei santi, e che sconvolse l’impero bizantino per più di due secoli.

Comunque sia andata, il sacro lino è sicuramente nella capitale imperiale quando Baldovino di Fiandra e Bonifacio del Monferrato, con la complicità di Venezia, dirottano verso le mura millenarie di Costantinopoli la Quarta Crociata, diretta in teoria alla liberazione del Santo Sepolcro.
Nel 1204 la metropoli bizantina viene espugnata e saccheggiata dall’esercito latino. Una armata crociata si è volta ad espugnare una la sede dell’impero bizantino, baluardo orientale del Cristianesimo, invece di combattere l’infedele.
La cristianità grida allo scandalo, ma nel frattempo un enorme bottino, di cui fanno parte innumerevoli reliquie cristiane, prende la via dell’Europa.

Sacra Sindone

Varie fonti medievali menzionano tra queste reliquie, un lino con impressa l’immagine di un uomo martirizzato. Questo indumento funerario è ritenuto, tradizionalmente, il sudario di Gesù Cristo; e come tale è da allora venerato.
Nel caos immediatamente seguito al sacco della città, però, del Sacro Lino si perdono misteriosamente le tracce. Notizie certe ricompaiono solo nelle fonti successive al 1350, quando la reliquia, appartenente ora alla famiglia Charny, viene esposta al culto nella cittadina di Lirey in Francia.
Quale via può aver seguito la preziosa reliquia per giungere in Europa?

L’unica traccia documentale esplicita delle vicende della Sindone, dopo la presa di Costantinopoli, è una supplica inviata a Papa Innocenzo III da Teodoro Angelo Comneno, nipote di Isacco II Angelo Comneno, imperatore di Costantinopoli all’epoca del saccheggio del 1204.
Nel testo, che ci è giunto nella trascrizione di un cartulario (cioè una raccolta di copie di documenti), è espresso lo sdegno per il saccheggio delle reliquie ed è richiesto esplicitamente l’intervento del pontefice per promuovere il recupero della Sindone.

Secondo il documento la Sindone si sarebbe trovata in quel momento ad Atene.
La notizia che nel primo decennio del secolo XIII la Sindone fosse conservata ad Atene troverebbe ulteriore conferma in una dichiarazione del 1207 di Nicola d’Otranto, abate di Casola.
Di certo c’è solo che dopo il 1207, e fino alla metà del secolo successivo, quando ricompare dal nulla in Francia, i documenti attualmente conosciuti non danno più alcuna notizia della Sindone: tale silenzio potrebbe derivare dalle severe sanzioni pontificie che colpivano il traffico delle reliquie sottratte a Costantinopoli.

Sacra Sindone

Ian Wilson, noto e autorevole storico inglese della Sindone, adombra l’ipotesi che il Santo Sudario sia stato trasportato dall’oriente in Europa dai cavalieri dell’Ordine Templare.
Nel 1954 viene trovato nel villaggio inglese di Templecombe, in una ex casema templare, un pannello di legno che reca dipinto un volto simile a quello raffigurato sul Sacro Lino. Molta iconografia collegata ai templari può essere messa in rapporto con la Sindone.
Il leggendario e potentissimo Ordine di monaci-guerrieri era all’apice del suo potere politico ed economico quando Filippo IV il Bello re di Francia, il 13 ottobre del 1307, fece arrestare tutti i membri e ne decretò lo scioglimento.
Accusati di idolatria e atti contro natura, i templari verranno processati, condannati e spogliati di tutti i beni.
Dagli atti processuali risulta che i Cavalieri Templari adorassero effettivamente una testa barbuta conosciuta come Baphomet (Bafometto), un reliquiario a forma di testa o forse una scultura, descritta dai monaci, interrogati sotto tortura, nelle forme più disparate.
Tutte, comunque, potrebbero richiamare ed essere associate alla Sindone.
L’adorazione di una “testa” fu uno dei principali capi d’accusa del processo, ma il fatto che questa testa fosse quella del demonio o comunque di un idolo, è un altro discorso.
Non si sarebbe potuto trattare di una reliquia, tenuta segreta perché la più preziosa di tutte le reliquie?
Quella del passaggio in Europa tramite i Cavalieri Templari non è però altro che una ipotesi, e sono parecchi gli studiosi che si oppongono a questa teoria.

La figura di Goffredo de Charny, signore di Lirey, in Champagne, sembra uscire direttamente da un racconto cavalleresco. È tra le mani di questo eroico cavaliere che la Sindone fa ufficialmente la sua apparizione in Francia.
Dopo una vita di avventure improntate ai più alti ideali della cavalleria medievale (ed intorno alle quali il nostro scriverà un libro di buon successo, sorta di manuale del perfetto Chevalier), nel 1355 viene incaricato dal re di portare il suo stendardo di battaglia.
È un grande riconoscimento, e il cavaliere non lo disonora: l’anno successivo muore eroicamente nella battaglia di Poitiers, nella strenua difesa dell’Orifiamma, la lingua di tessuto rosso fiammante simbolo del potere supremo e dell’onore di Francia.

Sacra Sindone

Come sia giunta, la Sindone, all’eroico vessillifero di Francia, rimane un mistero. Vediamo le ipotesi che sono state fatte in proposito.

La Sindone potrebbe essere stato un bene di famiglia pervenuto a Goffredo tramite matrimonio o amicizia. Stretti legami collegano Goffredo ai discendenti di Otto de la Roche, feudatario francese e primo duca di Atene, ai tempi in cui proprio ad Atene della Sindone abbiamo avuto l’ultima segnalazione

La Sindone avrebbe potuto fare parte dei tesori di famiglia; Goffredo di Charny sposò una diretta discendente di Otto, che avrebbe potuto portargli la reliquia in dote,e fu grande amico di Gautier IV de Brienne, conestabile di Francia e fedele compagno d’armi, anche lui caduto a Poitiers.
Se anche non fosse stata materialmente in loro possesso, de Brienne o la stessa consorte potrebbero aver rivelato all’indomito cavaliere il nascondiglio della Sindone in Oriente: questo spiegherebbe il rapido viaggio di Goffredo oltremare, fino a Smirne nel 1345, ufficialmente compiuto al seguito del Delfino.
Ecco il possibile anello mancante della catena che, da Atene, porta il sudario direttamente nelle mani di un cavaliere francese del Trecento.
La “pista templare” sostiene che la Sindone fosse stata affidata a Goffredo durante un periodo di prigionia in Inghilterra, nel castello di Goodrich. Qui essa sarebbe stata portata da quei Cavalieri Templari che scamparono ai roghi e alle carceri di Francia.

In contrasto con i fitti misteri dei secoli precedenti, la storia “europea” del Sacro Tessuto, dopo la riapparizione in mano ai de Charny, è sufficientemente documentata: nel 1453 la reliquia viene ceduta da Margherita, ultima erede degli Charny, al duca Ludovico di Savoia.
Le travagliate vicende del ducato dei Savoia porteranno in seguito la Sindone, a più riprese, da Chambéry, in Piemonte, in altre città della Francia e dell’Alta Italia, fino alla traslazione definitiva nella città di Torino nel 1578.

La Sacra Sindone, di proprietà di Casa Savoia per oltre mezzo secolo, è stata assegnata, in un lascito testamentario del capo della Casata ed ultimo Re d’Italia S.A.R. Umberto II di Savoia, al
Sommo Pontefice. Il re in esilio è morto a Ginevra nel 1983, anno dal quale la sacra Sindone è divenuta, dunque, di proprietà pontificia.

Nel suo ultimo lavoro “The Divine Deception (L’Inganno Divino)”, il Dr Keith LaidIer fa nuove affermazioni sulla Sindone di Torino. Egli sostiene che l’immagine sul lino sia quella della testa imbalsamata di Gesù, sistemata al di sopra di un corpo appartenente ad un uomo crocifisso in Siria dai Turchi mamelucchi nel XIII secolo. La Sindone di Torino è un panno di lino su cui è impressa l’immagine di un corpo umano che si crede sia quello di Gesù dopo la crocifissione.

Dopo molte controversie nel 1988 le analisi al carbonio 14 datarono il telo al 1350 d.C.

Ora, usando la moderna tecnologia, combinata ad approfondite ricerche in documenti storici, il Dr Laidler è giunto a questa rimarchevole ipotesi. La sua estensiva ricerca, presentata nel precedente saggio “The Head of God” lo aveva convinto che la testa di Gesù fosse stata portata dal Medio Oriente in Europa attraverso l’ordine dei monaci guerrieri conosciuti come Cavalieri Templari.

I Cavalieri Templari conservarono la testa come una reliquia chiamata il Bafometto e crearono la Sindone di Torino come testimonianza fotografica del loro prezioso segreto. Il Dr LeidIer chiama la Sindone “una fabbricazione del 14° secolo che presenta una reale immagine del viso del Cristo. Poiché un qualsiasi artista avrebbe potuto dare la propria interpretazione del volto, l’Ordine dei Templari decise di creare ciò che oggi è conosciuto come la Sindone. Quest’ordine era formato scienziati e alchimisti che usando le conoscenze tratte dalla scienza araba, riuscirono ad ideare un processo in grado di produrre ciò di cui avevano bisogno per immortalare la sacra reliquia “.

LaidIer crede che la Sindone venne realizzata appendendo il lino, dopo averlo pretrattato con sali, all’interno di una stanza buia e lasciando solo un piccolo foro per farvi passare la luce.

Una gemma di quarzo fu piazzata nel foro in modo che fungesse da lente. Successivamente il telo venne esposto alla luce del sole per paio di giorni. L’immagine che ne scaturì era ancora troppo ‘debole’ così la fissarono immergendo il panno in una soluzione di ammoniaca o urina.

“Ci fu un grande culto delle reliquie cosicché i Templari avrebbero potuto mostrare la testa come reliquia di Giovanni Battista e farsi pagare oboli per osservare la Sindone. Invece preferirono mantenerla segreta insieme alla testa. Si ricordi che a quel tempo la chiesa proibiva l’adorazione di qualsiasi parte del corpo Gesù e difatti la Sindone non fu vista che solo 50 anni dopo la sua creazione” (apparve in Francia per la prima volta nell’anno 1350).

Le ricerche di Laidler dimostrerebbero che la testa della Sindone è in una posizione irregolare rispetto al corpo e le analisi al computer proverebbero che è staccata dal tronco oltre ad essere più piccola del normale.

Leidler ha anche detto: “Chi crede che Gesù ascese in cielo con il corpo rifiuterà cosa dico ma la Cristianità che crede ad una resurrezione spirituale l’accetterà senza troppi traumi. Sono certo che la testa di Cristo sia stata sepolta sotto il pilastro dell’Apprendista. Le prove sono schiaccianti. E’ frustrante che la Rosslyn Chapel non consenta un pieno scavo. I Templari sono ancora in Scozia ed uno di loro mi ha contattato circa un passaggio segreto che dalla Rosslyn Chapel porta sino al vicino Castello, così che potrebbe essere plausibile che la testa sia stata da tempo rimossa “.

Le ricerche di Laidler sono certamente controverse e sino a che non sarà fornita una prova inoppugnabile di quanto egli afferma circa la testa di Gesù, vanno considerate esclusivamente come parti di una teoria inedita.

Ricordiamo che il Patrono dei Templari, era Giovanni Battista a cui fu tagliata la testa. Non è da escludersi che in realtà l’adorazione dei Templari per la testa del Bafometto fosse legata alla figura del Battista e non a quella del Cristo.

Un’altra ipotesi è che la testa adorata dai Templari fosse quella della stessa Sindone ripiegata in modo da far apparire solo il volto.

Articolo tratto da  “Hera” – A. Forgione Editore

 

 

La sindone e i Templariultima modifica: 2010-01-29T19:55:00+01:00da giovannisantoro
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