I Cavalieri di Cristo

 

I CAVALIERI DI CRISTO
GLI ORDINI RELIGIOSI-MILITARI NEL MEDIOEVO

 

By Yuri Marcialis

Introduzione:
Nell’introduzione Demurger analizza l’evoluzione del termine miles a partire dalla Roma repubblicana, sino al medioevo; è interessante notare come sia i soldati in generale che le elite combattenti a cavallo siano individuate con questo termine, però in lingua francese, tedesca e inglese le due figure vengono chiamate con nomi differenti e solo in italiano e spagnolo non si fa distinzione. Gli ordini religioso-militari formati da <<religiosi a vocazione militare>> possono essere ricompresi nella seconda accezione di miles.
Questi ordini religioso-militari, non composti da monaci, solo in età moderna e contemporanea hanno superato la loro vocazione militare per dedicarsi all’assistenza e alla carità.

Ascesa (XI-XIII secolo):
Gli ordini militari sono una tappa del processo di <<sacralizzazione>> della guerra, avvenuto nel medioevo, atto a giustificarne la liceità e a ridurne gli aspetti più crudeli. Inizialmente al fine di disciplinare i bellatores, che insieme a oratores e laboratores strutturavano la società medioevale, nasceva un movimento dal nome la Pace di Dio che richiamava ai loro doveri i cavalieri che si comportavano male, per esempio esercitando violenza contro gli indifesi. Inoltre vennero istituite le Tregue di Dio ossia l’astensione dalle attività proprie della classe dei guerrieri in alcuni giorni dell’anno. La crociata completava il quadro dando ai bellatores la possibilità di riscattare se stessi attraverso una via onesta dell’uso della violenza. In pratica l’ordine religioso-militare, inserendo i cavalieri nella società cristiana, diventa il quadro istituzionale della “nuova cavalleria”.

La Terra Santa è il luogo naturale dove questi ordini ebbero origine, spesso sovrapponendosi nei nomi e nei luoghi. Intorno al Santo Sepolcro sorsero progressivamente edifici di culto e di assistenza gestiti da religiosi o da confraternite laiche che, alcune volte, furono militarizzate. In questo crogiuolo di persone nacquero tre ordini religiosi: i canonici del Santo Sepolcro, l’Ordine degli Ospedalieri (oggi noti come Ordine di Malta) e i Cavalieri del Tempio (i templari).
I primi, creati nella Cupola della Roccia da re Baldovino I dopo la conquista di Gerusalemme, diventarono canonici regolari nel 1114 e furono inquadrati nella regola agostiniana; la loro funzione fu essenzialmente liturgica, tanto che assistevano ai loro riti sacri gli ospedalieri. Questi ultimi ebbero origine nel primo ospedale sorto a Gerusalemme per opera dei benedettini, ma nel 1113 si resero indipendenti e passarono alla regola agostiniana diventando un ordine religioso internazionale con la possibilità di ricevere donazioni anche in Europa. Per finire i templari, dapprima cavalieri laici alle dipendenze dei canonici del Santo Sepolcro e ospitati nelle strutture degli ospedalieri, si resero indipendenti da entrambi tra il 1120 e il 1129 diventando il primo ordine religioso militarizzato. In sostanza intorno all’esigenza di aiutare i pellegrini si formarono tre ordini, ognuno con una funzione specifica: liturgica per i canonici, assistenziale per gli ospedalieri e militare per i templari.

Alla fine del XII secolo nascerà il cosiddetto <<ospedale dei tedeschi>> che si trasformò in ordine religioso-militare, adottando la regola del Tempio e degli Ospedalieri. Dopo la perdita degli avamposti cristiani e l’arretramento dei Templari e degli Ospedalieri i teutonici tornarono in Europa e si stabilirono in Livonia e Prussia, dando vita a uno Stato teocratico. La loro principale attività fu quella di condurre una vera <<guerra missionaria>> al fine di far <<progredire la fede cristiana con la conquista, la colonizzazione e la sottomissione>> delle popolazioni di lingua slava, baltica e finnica.

Per esaminare la situazione della penisola iberica è utile tener presente il contesto della Reconquista e il fallimento dei templari e ospedalieri in Terra Santa. La presenza di numerose confraternite e di una classe chiamata caballeros villanos fecero da terreno fertile per la nascita di numerosi ordini religiosi: Calatrava in Castiglia, Alcantara nel Leon, Avis in Portogallo, Montjoie in Aragona, San Jordi in Catalogna e Contesa a Valencia. Il carattere nazionalista di questi ordini, favorito dai sovrani locali per controllarne uomini e patrimoni, non fu mai ben visto dal Pontefice ed è alla base del loro declino.

Un’istituzione originale della cristianità medievale:
Si potranno trovare molte affinità, ma anche divergenze a partire da un’analisi comparativa tra gli ordini, prendendo in esame gli statuti, il reclutamento, le attività, i simboli e l’amministrazione. Una significativa particolarità è la presenza di donne all’interno degli ordini e al fine di permetterne l’ingresso fu adottata una <<struttura conventuale mista dei monasteri doppi, in cui un edificio maschile è unito a uno femminile sotto la guida di un solo abate o di una sola badessa>>. In riferimento al reclutamento è da evidenziare come inizialmente l’unico requisito fosse lo stato di uomini liberi ma a partire dal XIII secolo l’accesso allo status di cavalieri, l’elite combattente, fu consentito solo a <<nobili di nascita legittima, figli di cavalieri o almeno di lignaggio cavalleresco>>; questo è riscontrabile in molti studi che evidenziano come gli ordini non attirarono mai l’alta nobiltà ma solo la media e piccola nobiltà fornirono la maggior parte dei fratelli combattenti.

Gli ordini erano in larga parte formati da <<fratelli laici autorizzati a combattere>>, ma anche da chierici, chiamati fratelli cappellani, che garantissero l’assistenza liturgica. In realtà nella maggior parte degli ordini i fratelli combattenti emettevano i voti e quindi erano teoricamente religiosi, pur non potendo amministrare i sacramenti. Oltre ai fratelli laici e ai fratelli cappellani c’erano i confratelli, senza pronunciare i voti, venivano accolti nell’ordine in cambio di un dono (solitamente cavallo e armi) o di una rendita annua. A metà strada tra fratelli e confratelli vi erano i donati che, a differenza dei confratelli, donavano tutti i propri beni all’ordine, pur potendo continuare ad usufruirne fino alla morte, propria o del congiunto. Confratelli e donati non pronunciavano i voti ma godevano dell’assistenza e protezione materiale e spirituale dell’ordine. Per finire il quadro delle persone presenti all’interno di un ordine sono da citare i pastori, i contadini i domestici e quant’altro, chiamati in maniera diversa a seconda dell’ordine, famigliari presso i teutonici o uomini del tempio presso i templari.

Per quanto riguarda l’organizzazione interna, tutti gli ordini erano gerarchicamente divisi su tre livelli: centrale, provinciale e locale. Il livello centrale era sempre amministrato da un Gran Maestro le cui competenze e modalità d’elezione erano simili presso tutti gli ordini, così come lo erano la nomina dei collaboratori più stretti o la convocazione o le competenze del capitolo generale, il massimo organo legislativo. Il livello provinciale invece era invece molto più diversificato già nel nome (priorato, provincia, convento, regna), a seconda dell’ordine. Il livello locale è quello delle commende che non sono case o conventi, bensì circoscrizioni che potevano comprendere una o più case. Spesso su questo punto si sono ingenerate confusioni tali da non permettere un preciso censimento, gli ospedalieri per esempio chiamavano commende i capoluoghi delle circoscrizioni membri le case subordinate. Un conteggio relativamente affidabile censisce circa 1400 commende, divise tra templari (800), ospedalieri (280), teutonici (90) e ordini della penisola iberica (230).

I rapporti tra centro dell’attività (Terra Santa) e periferia (Europa occidentale) dalla quale arrivavano risorse umane, materiali e finanziarie erano diversificati e vi era una sorta di divisione tra province d’oltremare (occidentali) e al di qua del mare (oriente), divise dall’isola di Creta. L’importanza strategica ei rapporti con la periferia portò gli ospedalieri, durante il controllo di Rodi, a nominare degli agenti permanenti a Roma: un luogotenente generale, un esattore di responsiones e un procuratore generale.
Le responsiones ammontavano ammontavano a un terzo <<delle rendite derivate dallo sfruttamento del patrimonio degli ordini>> e il loro trasferimento avveniva in denaro o in natura (cavalli, grano, armi) attraverso imbarcazioni fatte costruire appositamente dagli ordini oppure ricorrendo a quelle dei mercanti veneziani o genovesi. In questo modo i collegamenti da e verso l’Europa erano assicurati e gli unici problemi erano relativi alle tasse di esportazione imposte dai vari sovrani, tanto che spesso il Pontefice doveva intervenire in difesa degli ordini.

I templari in particolar modo, ma anche gli ospedalieri, divennero anche banchieri infatti, pur non raggiungendo mai il flusso e neanche la novità delle operazioni bancarie italiane, utilizzarono comunque tecniche bancarie sofisticate, contratti e conti correnti. Molti si affidarono agli ordini per avere dei prestiti o per il semplice trasporto di valuta perché erano visti come sicuri, seri ed esperti.
A supportare l’ingente sforzo economico richiesto dalle “guerre sante” vi erano ingenti patrimoni, la cui formazione e amministrazione è un punto saliente dello studio degli ordini. Per quanto riguarda la formazione di tali patrimoni è interessante approfondire il meccanismo delle donazioni da parte dei privati; nei secoli XII e XIII gli ordini godettero di un’ondata di simpatia e in molti donarono ingenti patrimoni. Spesso però dietro le donazioni si nascondeva il pegno di un prestito di denaro o la cessione di una rendita annuale e ancor più spesso il benefattore donava anche se stesso divenendo confratello o donato al fine di godere dei benefici riservati agli aderenti.

I criteri che guidavano il consolidamento e l’organizzazione del patrimonio erano <<la concentrazione e la ricomposizione>>, anche attraverso nuovi acquisti e scambi al fine di consentirne uno sfruttamento economico più efficiente, sfruttamento che seguirono sempre in maniera diretta e non utilizzando quasi mai affitto o mezzadria. Inoltre, ove possibile, gli ordini cercarono sempre di riscattare i diritti signorili oppure di entrare in possesso proprio di quei beni grazie ai quali potessero percepire delle rendite. Per esempio in Castiglia gli ospedalieri cedettero <<tre dei loro castelli in cambio dei diritti del re su altri beni>> anche se c’è da dire che pur possedendo beni e diritti in 114 villaggi (dei quali 37 gli appartenevano totalmente) della vecchia Castiglia, non riuscirono mai ad ottenere tutti i diritti e le rendite che appartenevano al re.

Gli ordini militari furono anche degli <<imprenditori di colonizzazione>>, infatti nelle zone di frontiera fondarono villaggi al fine di attirare contadini cristiani e quindi stabilizzare la conquista. Tale fenomeno è riscontrabile soprattutto nella penisola iberica e in Prussia; nel primo caso i sovrani cercarono di sfruttare gli ordini per “feudalizzare” le società di frontiera. Il tentativo non ebbe successo per via della scarsa popolazione e così gli ordini scelsero l’allevamento, mutando <<la crisi di popolamento in fonte di arricchimento>> e trasformandosi dunque in <<redditieri di allevamento transumante>>. La politica demografica dei teutonici, in Prussia, fu più efficace tanto che dal 1280 al 1350 fondarono 90 città e 1400 villaggi e la popolazione crebbe sino a 550.000 abitanti nel 1400, triplicandosi in meno di due secoli.

Spesso furono inevitabili i conflitti tra gli ordini e questi riguardarono principalmente tre aspetti: limiti e diritti d’uso (soprattutto su boschi e pascoli), contestazione o esenzione di diritti, contestazione di poteri ed estensione di giurisdizioni. Il più delle volte questi problemi trovavano soluzioni amichevoli attraverso un arbitro esterno (solitamente un ordine non coinvolto), ma soprattutto in terra Santa dove gli ordini <<non erano contenuti da una solida monarchia>> si poté assistere a scontri violenti, come quello tra templari e ospedalieri per il controllo del monastero di Saint-Sabas nel 1258.

Ultimo aspetto, ma non meno importante, è quello relativo all’attività bellica ed è da sottolineare certamente l’aspetto professionale e di servizio permanente che costituisce una grande novità rispetto alla stagionalità delle armate feudali. I contributi che gli ordini diedero all’arte della guerra sono notevoli: integrazione tra fanti e cavalieri, sviluppo della cavalleria leggera (mutuata dai turchi), imponenza e qualità delle fortificazioni, la fusione della tradizione occidentale con quella medio orientale nell’uso delle armi (archi e balestre) e nella loro fattura (armature e cavalcature). Ma il contributo più originale sta nell’aver promosso valori propriamente militari, una vera “cultura della guerra”. Tale cultura miscelava i valori tradizionali cavallereschi come l’onore, il coraggio, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere e quelli del mondo dei monaci come l’obbedienza, la disciplina e l’umiltà.

Declino, crisi adattamento? (XIV-XVI secolo):
Dal XIV secolo inizia il declino degli ordini religioso-militari: i templari vengono soppressi (inizio XIV secolo) dietro le richieste di Filippo il bello e assegnazione di quasi tutti i beni agli ospedalieri, al fine di limitare la dispersione dei beni tra gli ordini nazionali; lo Stato teutonico viene secolarizzato; gli ordini iberici vengono sottomessi alla corona spagnola o a quella portoghese. Soltanto gli ospedalieri, in virtù del loro carattere internazionale, mantengono le proprie caratteristiche nonostante le pressioni di alcuni sovrani.
Particolarmente interessante risulta essere la parte relativa agli ospedalieri di Rodi e alla descrizione sull’organizzazione edilizia data all’isola, al rapporto di rispetto con la popolazione locale e sugli ingenti costi relativi al mantenimento dell’isola.

I rapporti tra gli ordini militari e le nobiltà locali non furono mai facili. A Rodi, per esempio, gli ospedalieri scoraggiarono con ogni mezzo il sistema feudale <<per non favorire la costituzione di un’aristocrazia che sarebbe divenuta rivale>>. Lo stesso accadde nei territori teutonici: all’inizio l’ordine assegnò grandi proprietà all’aristocrazia locale per avere in cambio militari ma con la crisi del XVI secolo iniziarono a modificare le regole di trasmissione dinastica, in senso restrittivo, al fine di tornare in possesso delle terre date. All’opposizione dell’aristocrazia si aggiungerà ben presto quella più forte delle città, stanche delle continue intromissioni dell’ordine nella gestione cittadina. Nel XV secolo la lega delle città con l’aiuto del re di Polonia si opporrà all’ordine e la successiva guerra di 13 anni devasterà buona parte dei villaggi prussiani. L’ordine prussiano finirà di esistere quando il Gran Maestro passerà alla riforma protestante. Nella Livonia la sorte dei teutonici sarà simile infatti il Gran Maestro cederà il territorio al re di Polonia in cambio di un ducato laico. Durante il XVI secolo entrambi i Gran Maestri dell’ordine teutonico diventano vassalli del re prussiano, ponendo definitivamente fine all’esperienza dello Stato teutonico.

Anche in Spagna alla base della sottomissione degli ordini al potere del sovrano (che nel XVI secolo ne diventerà unico Gran Maestro) ci fu la rivalità con la nobiltà locale. Questa evoluzione fu favorita dai conflitti interni ai regni e agli ordini stessi che si trovarono immischiati nella lotta di successione al trono di Pastiglia nei secoli XIV e XV; le parti in lotta per il potere utilizzarono alternativamente gli ordini per contrastare i propri avversari causandone il progressivo indebolimento.

E’ interessante l’evoluzione degli ordini in Portogallo, dove avranno un ruolo fondamentale nelle scoperte geografiche; <<nel XV secolo gli ordini ritrovano, con l’esplorazione delle coste dell’Africa e le grandi scoperte, una missione conforme al loro ideale>>. Il ruolo che riuscirono a ritagliarsi nell’ambito esplorativo è testimoniato anche dal fatto che numerosi navigatori e conquistatori portoghesi (Vasco de Gama, Amilcar Cabral, Tristan de Cunha) e gran parte degli amministratori coloniali (29 dei 32 vicerè delle indie, dal 1525 al 1600) appartenevano agli ordini.

Conclusioni:
Per concludere si esamina la derivazione degli ordini religioso-militari cristiani dal ribat musulmano, una struttura militare e religiosa, una specie di convento fortificato, situato nei territori di confine per proteggere le frontiere e lanciare offensive verso gli infedeli, in virtù della jihad.
Questa tesi già sostenuta nel XIX secolo venne smentita dalla storiografia degli anni ’60 che rivendicava la nascita degli ordini come filiazione della tradizione monastica occidentale e favorita dall’evoluzione della società cristiana tardo medievale. Più recentemente alcuni antropologi hanno riproposto il legame tra ribat e ordini militari in chiave di <<reinvenzione – o riappropriazione – in forme e termini compatibili con gli ideali cristiani>>.
Demurger mette in evidenza come il ribat nasca non come struttura militare ma come <<luogo sacralizzato dalla presenza della tomba di un sant’uomo o dalla presenza di un sufi>>; prosegue mettendo in relazione il modello occidentale e quello musulmano dal punto di vista ideologico <<jihad/guerra santa, piuttosto che quello dei rapporti ribat/ordine militare>>, visti come semplici derivati della jihad musulmana e della guerra santa cristiana.

Gli ordini militari nati come un’impresa collettiva della comunità cristiana, sotto l’egida della chiesa e di un papato con pretese universali, dovranno cedere il passo allo stato moderno. Tra il XII e il XIII secolo, periodo di massimo splendore per gli ordini, la loro azione corrispondeva alla loro missione ma in seguito dovettero adattarsi ad un contesto in cui i loro ideali non avevano più un ruolo ben definito e il loro modo di agire non lo aveva per nulla. Alcuni ordini, in modo intelligente e lungimirante, riuscirono a integrarsi loro malgrado a strutture statali laiche oppure crearono essi stessi uno stato. Comunque tutti gli ordini ritornarono alla vera e propria azione caritatevole perché, come recita la “Regola dei teutonici”: quest’ordine fu inizialmente ospedale, prima d’essere cavalleria.

 

I Cavalieri di Cristoultima modifica: 2009-11-29T19:00:00+01:00da giovannisantoro
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