Gli architetti di Mussolini

Paolo Nicoloso
Gli architetti di Mussolini
Milano, Franco Angeli, 1999
È per puro caso che ho preso in mano un volume che parla di architetti e di architettura mussoliniana, ma non è per caso che ho deciso di scrivere alcune considerazioni a margine della ricerca -appassionata e accuratissima- di Paolo Nicoloso, un dottore di ricerca dell’università di Venezia che ha scandagliato le origini delle facoltà di architettura.
Ne scrivo qui perché l’autore parla anche di massoneria e come spesso succede giudica gli eventi del passato alla luce della molto più recente e negativa realtà della gelliana P2.
Nicoloso ha studiato le scuole di architettura e l’organizzazione della professione dell’architetto. Imbattutosi in architetti e organizzatori culturali massoni ne parla alla luce della purtroppo ancora troppo scarsa e approssimativa storiografia esistente in Italia.
Gli storici della massoneria non sono particolarmente apprezzati né dal mondo accademico né da quello massonico che tende a privilegiare un sistema “autarchico” privo di scientificità perché affidato troppo spesso a personaggi pieni di entusiasmo, ma carenti degli strumenti propri di questa particolare branca del sapere.
La scarsa documentazione rende particolarmente delicato il lavoro dello storico della massoneria. Caso esemplare è quello che riguarda Ettore Ferrari di cui nel libro si parla spesso. Il meraviglioso archivio Ferrari è andato disperso quasi completamente negli anni Settanta e, precedentemente, la famiglia non aveva permesso a nessuno di accedervi. I molti documenti che alcuni fratelli avevano salvato sono andati smarriti o peggio buttati. Un massone romano mi ha raccontato di aver consegnato al GOI molti scatoloni di carte di cui sono rimasti solo pochi faldoni. Alla fine degli anni Ottanta il gran maestro dell’epoca, insieme al gran segretario, si improvvisarono archivisti mandando al macero molti documenti che forse gli storici avrebbero voluto poter leggere. Ricordo di aver visto destinare alla pattumiera alcuni quaderni di scuola fitti di appunti e di schizzi fatti da Ferrari. Chiesi di poterli prelevare. Mi fu detto di no. Non li ho più visti. So che furono mandati al macero molti sacchi di carta. Forse coinvolgere almeno un fratello archivista non sarebbe stato un danno.
L’archivio Ferrari era composto anche da una gran quantità di foglietti scritti a mano con una calligrafia minuscola e regolare, da minute di lettere senza data, da appunti di ogni genere che solo lo studioso sa ricomporre ed utilizzare.
Ricordo di aver cercato di convincere quello stesso gran maestro ad acquistare un pacchetto di 500 lettere di pittori e scultori indirizzate allo stesso Ferrari. Le avevo lette e ne veniva fuori il ritratto di un uomo di potere senza dubbio, ma nel senso migliore del termine. Ferrari aveva usato la sua posizione di prestigio nel mondo artistico italiano per aiutare chiunque si rivolgesse a lui e avesse capacità. Le lettere non furono acquistate perché non erano di argomento massonico e a nessuno interessava ricostruire la personalità di un gran maestro del passato.
Mi sono tornati alla mente questi ricordi mentre scorrevo le pagine del volume di Paolo Nicoloso perché il vuoto archivistico penalizza ancora una volta Ettore Ferrari che è stato un grande del passato. I personaggi di cui Nicoloso ha potuto studiare gli archivi sono lumeggiati con molta più precisione di un Ferrari di cui ha trovato solo documentazione ufficiale.
Ed ecco che la condanna della massoneria gelliana si mescola inconsapevolmente con le polemiche antimassoniche dei nazionalisti di età giolittiana e con la messa al bando della massoneria voluta da Mussolini. Realtà profondamente diverse finiscono con il ritrovarsi allineate e giustificano il disagio con cui l’autore del volume informa che «la prima e più importante scuola di architettura nasce in un contesto massonico» (p.11). Il dato è storicamente inesatto perché si trattava solo di un ampliamento della preesistente scuola d’arte e non della nascita di una facoltà universitaria. In ogni modo è evidente lo spirito con cui si dà la notizia: una macchia per gli architetti. S’ignora l’attenzione che da decenni Ettore Ferrari dedicava a tutte le manifestazioni dell’arte e s’ignora il ruolo importante che nel contesto della cultura mazziniana era attribuita alle manifestazioni artistiche. È infatti dal pensiero mazziniano che bisogna far derivare l’attenzione dei massoni all’arte considerata nella sua funzione pedagogica.
Ettore Ferrari si era impegnato ad aiutare i giovani artisti quando era consigliere comunale a Roma e poi negli anni in cui era stato parlamentare. Aveva fondato scuole artistiche a tutti i livelli. Il decreto che il 13 dicembre 1914 istituì tre scuole di architettura, attribuendo a quella romana diretta da Ferrari la preminenza sulle altre nasceva da decenni di impegno.
In età giolittiana Ferrari era presidente dell’istituto di belle arti, titolare della cattedra di scultura e vicepresidente del Consiglio superiore delle belle arti. Gentile, diventato ministro, si affrettò a sciogliere il consiglio di amministrazione della scuola di architettura di Roma per liberarsi di Ferrari.
Scrive Nicoloso che «Ferrari, già collocato a riposo per limiti di età, di lì a poco rassegna anche le dimissioni da presidente dell’Istituto di belle arti, accolte con gelo da Gentile, che indica nella massoneria il nemico principale della propria riforma» (p.47).
La riforma scolastica voluta da Giovanni Gentile andava in direzione diametralmente opposta a quanto i massoni avevano cercato di ottenere nel mezzo secolo precedente.
Non ho gli strumenti culturali per entrare nel merito dei risultati della ricerca di Nicoloso che temo però abbia affrontato un tema storico senza la necessaria competenza. Posso solo dire di aver letto il libro con grande interesse riflettendo alla difficoltà di abbracciare campi tanto diversi avendo conoscenze approfondite in alcuni ambiti, ma non in altri e non certo per superficialità di ricerca.
Lo ringrazio per avermi permesso di approfondire un altro tassello dell’attività di questo eccezionale personaggio che amo e di cui da anni raccolgo con pazienza ogni più piccola informazione.

da: http://www.zen-it.com/

 

Gli architetti di Mussoliniultima modifica: 2008-12-05T20:17:38+01:00da giovannisantoro
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